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Persona e famiglia > Felicemente

La trappola di non essere “abbastanza bravo”

di Angela Mammana

- Fonte: Città Nuova

È possibile che senta quella vocina imperativa interiore che dice “devo essere bravo” o “devo essere brava”! Quanto questa legge viaggia sotto traccia indirizzando il tuo comportamento, le tue scelte e le tue energie? A cosa ti serve volere dimostrare la tua bravura agli altri?

Foto Pexels

Margherita ha iniziato da poco a lavorare e vuole dimostrare a tutti i costi di essere brava, solo se pensa di esserlo si sente autorizzata a tornare a casa la sera e giorno dopo giorno procrastina la sua uscita dal lavoro accumulando ore di straordinarie e avendo sempre la percezione di non fare abbastanza. Lucia pensa, anzi è altamente convinta che, solo essendo brava potrà meritare l’amore di chi le sta accanto e quindi cerca di dimostrare costantemente attenzioni e cura alle persone care. Roberto vuole essere riconosciuto, vuole sentirsi all’altezza di quelle che pensa siano le aspettative delle persone che lo circondano, vorrebbe comprovare di essere: il più bravo!

Ma come ci siamo incastrati in questa gabbia dorata della bravura, dell’efficienza, del perfezionismo, dell’essere all’altezza (non si sa quale sia l’altezza!)? Ci sarà stato un momento in cui tutto questo è servito. È possibile che da bambini l’essere “bravi” abbia permesso un adattamento al mondo, richiamando l’attenzione di chi per noi era importante o evitandoci brutte punizioni, o addirittura di non essere visti.

Oggi, da adulti potremmo continuare la lista: essere una brava madre, una brava sorella, una brava amica, un bravo professionista, un bravo padre, un bravo sportivo. Quanta fatica e quanta sofferenza questo meccanismo attiva dentro di noi e nella vita? Una vita piena di doverizzazioni e poco godibile. Sembra un copione da cui non sappiamo uscire, o immaginiamo di non poter uscire, ma come ogni processo, nel momento in cui siamo consapevoli possiamo prenderci la responsabilità di fare qualcosa. Ho ancora bisogno di essere brava per essere amata o amabile? Forse oggi possiamo scrivere una pagina nuova. Forse, potresti essere ciò che sei, senza giudicarti! Forse, chi ti ama, ti amerà per quello che sei e non perché sei performante.

Questo meccanismo va a ricercare apprezzamenti all’esterno, è una dinamica che parla di una mancanza antica, dove il bisogno porta alla costante ricerca di un giudizio positivo. È una posizione dell’”Io bambino”, di quella parte piccola, emotiva, che ci portiamo dentro di noi e che racconta un bisogno insoddisfatto. Questo tipo di atteggiamento può nascondere il desiderio di essere riconosciuti, di esistere come persone intere, di essere visti per quello che si è nella totalità senza dover nascondere limiti o dover ostentare successi, o dover dimostrare di essere utili a qualcosa.

Come potrebbe essere la tua vita libera da questo continuo diktat? Potresti essere bravo o brava in alcuni momenti e non sempre, lasciar andare alcune cose e attenzionare le priorità, voler bene per voler bene e non per performance… ma da cosa iniziamo?

Dall’autorizzarti a esserci per come sei e va bene così… dall’autoriconoscerti e vederti nei tuoi talenti e nei tuoi limiti… dall’essere un po’ più gentile con te stesso/a e goderti il momento presente. Puoi coltivare le tue competenze in modo eccellente ed essere libero di esistere senza trappole mentali continue, lasciando andare e respirando!

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