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Oltre l’iperattività: regole e strategie per le famiglie con bambini con ADHD

di Dorotea Piombo

- Fonte: Città Nuova

Il disturbo da deficit di attenzione, noto come iperattività, è molto diffuso tra i bambini. Qualche suggerimento educativo per i genitori.

Immagine di bearfotos su Freepik

Marco è un bambino vivace, pieno di energia e sempre pronto a esplorare il mondo che lo circonda, trova difficile concentrarsi a scuola. I suoi pensieri volano come farfalle, da un’idea all’altra, senza mai fermarsi abbastanza a lungo da permettergli di concentrarsi su un singolo compito. Questo lo rende frustrato e a volte arrabbiato.

Possiede una grande immaginazione, tanto da poter trasformare la sua camera da letto in una giungla piena di animali selvaggi, o il suo giardino in un campo di battaglia per i cavalieri. Un giorno, la sua insegnante, nota la sua lotta interiore e, invece di rimproverarlo per la sua mancanza di attenzione, decide di aiutarlo a utilizzare la sua energia in modo produttivo.

Comincia a dare a Marco compiti creativi che si adattano al suo stile di apprendimento unico. Marco inizia a creare storie fantastiche, disegni dettagliati e modelli di argilla, la sua energia, che una volta era stata una fonte di frustrazione, divennta una fonte di ispirazione. Marco impara che tutta la sua energia non è un ostacolo, ma una parte unica di chi era veramente.

L’insegnante segnala ai genitori sia i comportamenti poco adattivi che i progressi, consigliando una visita specialistica. Al bambino è stato così diagnosticato l’ADHD.

L’ADHD (Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività) è uno dei disturbi del neurosviluppo più comuni dell’infanzia. È caratterizzato da un modello continuo di inattenzione e/o iperattività-impulsività che interferisce con il funzionamento e lo sviluppo tipico di un bambino per la sua età cronologica. I sintomi di inattenzione sono: difficoltà a rimanere concentrati, a sostenere l’attenzione e nell’organizzazione delle attività, a volte causati da un desiderio sfida o mancanza di comprensione delle consegne.

Il bambino può sembrare in costante movimento, anche in situazioni in cui non è appropriato, può agitarsi molto o parlare eccessivamente, oltre che agire senza pensare o avere difficoltà con l’autocontrollo. L’impulsività potrebbe anche includere un desiderio di ricompense immediate o l’incapacità di ritardare la gratificazione. Questi sintomi possono essere più o meno gravi, riducendo la qualità del funzionamento sociale, a scuola o sul lavoro.

Lo stile genitoriale più appropriato per gestire un bambino con ADHD, include l’impostazione di aspettative chiare, perché i bambini con ADHD hanno bisogno di sapere cosa i genitori e gli insegnanti si aspettano da loro e quali sono le dirette conseguenze del loro comportamento. In questo modo le regole diventano chiare e coerenti. Quindi vanno elogiati i comportamenti positivi, che portano a conseguenze di crescita e sviluppo.

I genitori, dovrebbero includere nella loro educazione: autocontrollo, compassione, collaborazione, coerenza e celebrazione. Questi elementi forniscono una guida completa per nutrire il successo nella vita del bambino.

Uno studio condotto da Alicia Muñoz-Silva, Rocio Lago-Urbano e Manuel Sanchez-Garcia, ha utilizzato dati da 68 genitori di bambini di età compresa tra 6 e 11 anni, diagnosticati con ADHD, per identificare le variabili predittive di due stili di genitorialità: critica-rifiuto e permissività-indulgenza. Dall’analisi dei risultati è emerso che i problemi comportamentali del bambino avevano un rapporto diretto con gli stili di genitorialità, mentre l’ADHD del bambino era solo indirettamente correlato.

Come aiutare il proprio figlio nello svolgimento dei compiti a casa?
Bisogna creare un ambiente di apprendimento favorevole, quindi un luogo ordinato, ben organizzato e in un’area silenziosa della casa. Un ambiente tranquillo che trasmetta serenità e che aiuti la concentrazione. Risulta necessario stabilire una routine di studio con tempistiche ben definite. L’utilizzo di un timer può essere prezioso, infatti, una rappresentazione visiva dello scorrere del tempo può aiutare il bambino ad acquisirne una corretta percezione.

Il genitore dovrà dare istruzioni chiare e comprensibili, brevi e di facile comprensione. In più, cambiare spesso il tono della voce può aiutare a mantenere l’attenzione del bambino. Inoltre bisognerà promuovere l’interazione positiva, elogiando i comportamenti positivi.

Ricorda, ogni bambino è unico e ciò che funziona per un bambino potrebbe non funzionare per un altro. È importante lavorare con professionisti della salute mentale per sviluppare un piano di gestione personalizzato che possa far sviluppare il proprio potenziale per trasformare le sfide in opportunità di crescita sia per il bambino che per la famiglia.

 

 

 

 

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