Sono quattro le medaglie che i judoka azzurri riportano a Ostia dopo l’ultimo Mondiale svoltosi nell’ultima settimana, tra il 7 al 14 maggio. Anche se non arriva la medaglia più preziosa, a Doha arriva comunque un record per l’Italia che non aveva mai vinto più di tre medaglie ai mondiali di Judo (a New York nel 1980 e a Barcellona nel 1991): vince infatti quest’anno quattro medaglie, che le consentono di stare nella Top Ten nel medagliere. Dai 19 azzurri in squadra che Nicholas Mungai, il capitano degli uomini, ha descritto come «una delle squadre più forti e competitive che l’Italia abbia mai avuto», arrivano tre bronzi e un argento: rispettivamente da Assunta Scutto, Odette Giuffrida, Alice Bellandi e Manuel Lombardo.
Ancora Susy sul podio, 7 mesi dopo
Sale ancora sul podio Assunta Scutto, chiamata “Susy”: la 21enne di Scampia che soli sette mesi fa a Tashkent, al suo esordio tra i Senior, aveva già ottenuto il bronzo mondiale. «Avevo l’armatura di Dio, mi sentivo una forza sovrannaturale», le parole dell’atleta del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle dopo la vittoria della medaglia di bronzo nella categoria 48 kg nella prima giornata di mondiali a Doha il 7 magio scorso. Susy, a soli 7 mesi di distanza dal suo primo Mondiale – quello appunto di Tashkent di ottobre 2022 – riesce ad ottenere un altro bronzo battendo nella finale per il terzo posto l’atleta kazaka Abiba Abuzhakynova – quinta nel ranking internazionale – grazie ad un waza-ari (secondo punteggio più alto nel judo) a pochi secondi dall’inizio dell’incontro.
Finalmente medaglia per capitan Odette
E se Susy dà un ottimo avvio al Mondiale, tocca alla capitana delle donne, la veterana Odette Giuffrida, portare ancora in alto i colori della squadra durante la seconda giornata. Grandiosa sul tatami dell’Al Attiyah Arena di Doha, la judoka romana conquista la sua prima medaglia ai Mondiali (dopo averne disputati già 8), l’unica mancante al palmares della 28enne azzurra che conta già un oro europeo (quello di Praga nel 2020) e ben due medaglie olimpiche (argento a Rio 2016 e a Tokyo 2020). Medaglia che arriva nella finale per il bronzo della categoria 52 kg, quando la «judoka di Dio» – così si definisce Odette – ha la meglio sulla kosovara Distria Krasniqi, battuta dopo otto minuti di Golden Score grazie ad uno stupendo waza-ari.

Lo svizzero Nils Stump, a sinistra, celebra la sua vittoria sull’azzurro Manuel Lombardo, a destra, durante la partita di judo per la medaglia d’oro maschile -73 kg ai Campionati mondiali di judo a Doha, Qatar, martedì 9 maggio 2023. (AP Photo /Hussein Sayed) Associated Press/LaPresse
Leggenda sfiorata per Manuel
«L’Italia aspetta il primo campione del mondo e saremo tutti a Doha per provare ad entrare nella storia»: queste le parole di Angelo Pantano prima dell’inizio del Mondiale. Parole che Manuel Lombardo sembrava potesse far diventare realtà durante la terza giornata di Mondiali di Judo quando, nella finale per un oro che sembra stregato per l’Italia del judo maschile, l’atleta torinese stava per portare a casa la tanto attesa medaglia prima di essere squalificato per aver toccato con la testa il tatami tentando un waza-ari. Un argento che fa di certo piacere al team azzurro ma che lascia l’amaro in bocca all’atleta della categoria 73 kg che ha dovuto lasciare il metallo più prezioso allo svizzero Nils Stump.
«Mi sentivo bene, si poteva fare di più sicuramente e questo non è il metallo per cui sono venuto: perdere la finale così è veramente devastante – ha commentato appena sceso dal podio il 24enne –. È stata una gara lunghissima, cominciata molto presto al mattino, difficile quasi più dal punto di vista mentale rispetto a quello fisico, soprattutto in un Mondiale in cui gli avversari sono tutti forti. Mi porto a casa questa medaglia d’argento e qualche spunto su cui poter lavorare». Parole amare che non fanno, però, cadere Manuel nello sconforto che, ne siamo sicuri, ha solo rimandato di un incontro il suo ingresso nella leggenda.
Bronzo di Alice e record storico nella sesta giornata
L’argento di Lombardo aveva regalato alla spedizione italiana il record di medaglie in un’unica rassegna: tre, eguagliando quelle ottenute a New York nel 1980 e a Barcellona nel 1991. Ma il team azzurro non sembrava ancora sazio, come dimostrato dalle parole di Manuel che aveva affermato: «Siamo in grado di fare ancora meglio». E ancora meglio, i colleghi judoka, fanno davvero. Dopo la medaglia mancata per poco a Christian Parlati che, a un solo mese di distanza da un grave infortunio, era riuscito ad arrivare in finale per il bronzo, la quarta medaglia finalmente arriva: viene vinta infatti nella sesta giornata di Mondiali, lo scorso 12 maggio, la quarta medaglia che l’Italia non aveva mai conquistato ai Mondiali di Judo.
La medaglia storica è firmata Alice Bellandi. L’atleta del gruppo sportivo delle Fiamme Gialle ha conquistato infatti il terzo gradino del podio nella categoria 78 kg, battendo nella finale per il bronzo la giapponese Hamada, campionessa olimpica in carica. L’azzurra ha vinto per hansoku-make, ovvero per squalifica dell’avversaria in seguito a tre sanzioni. Risultato molto importante ma che sta comunque stretto alla 24enne bresciana che, come dichiarato in lacrime al termine del match, puntava al gradino più alto del podio. «Next time gold», queste erano state le sue parole alla telecamera subito dopo la fine dell’incontro.
Visto il magnifico quadro complessivo, desta persino scalpore notare po’ di amarezza per dei giovani atleti che non si accontentano e puntano sempre più in alto. Mentre gli sportivi italiani sperano in una riconferma e in un pronto riscatto di questi giovani campioni già l’anno prossimo quando, a Parigi, le medaglie da vincere avranno cinque cerchi.
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