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Mondo > Turbolenze in Grecia

Grecia, terremoti soprattutto politici

di Mirto Manou

- Fonte: Città Nuova

Le turbolenze politiche in Grecia si sono intensificate con il nuovo anno: agli scandali (Qatargate e intercettazioni illegali) si è aggiunta la vicenda del funerale dell’ex re Costantino II e le preoccupazioni che riguardano costo della vita, energia, disoccupazione, inflazione; e la sicurezza nazionale (violazioni turche delle acque territoriali)

Grecia
(Foto: Pexels)

L’inizio del 2023 si sta rivelando abbastanza turbolento in Grecia, con terremoti in diverse parti del territorio, nelle isole di Creta, Eubea (Evia) e Lesbo, fortunatamente senza vittime ma con danni ad edifici e strutture. I terremoti nella vita politica, altrettanto frequenti, stanno invece provocando numerose vittime, prima fra tutte la fiducia dei cittadini nel sistema politico.

Il Qatargate e il coinvolgimento nella vicenda di Eva Kaili, ormai ex vice-presidente del Parlamento Europeo ed ex membro del Pasok (partito socialista), ha ferito il Paese e il partito stesso. L’opinione pubblica è rimasta sconcertata dal comportamento di una persona che aveva tutto e che evidentemente voleva di più, ma che ormai rischia di perdere tutto, compresa sua figlia, visto che non le è permesso di vederla se non raramente. Altri partiti greci, soprattutto i due maggiori (il partito di centro destra al governo, Nea Dimokratia, e la sinistra di Syriza) cercano di approfittare del fatto con la speranza di sottrarre voti ai socialisti, come se un intero partito fosse responsabile del comportamento di una sola persona.

I funerali dell’ex re Costantino II, che dopo varie discussioni sono stati celebrati ad Atene, a parte il lifestyle (partecipazione di famiglie reali, sfoggio di abbigliamenti, pranzi e cene, ecc.), hanno provocato un altro piccolo terremoto nella vita politica: sulla questione del luogo dei funerali ma soprattutto sul protocollo, cioè se l’ex re avesse diritto ad essere trattato come un capo di stato, come voleva la famiglia reale, o come un privato cittadino. Alla fine si è optato per il funerale privato, come era probabilmente giusto dato che Constantino II ha vissuto in esilio dopo l’abolizione della monarchia. Dal 1974 la Grecia è infatti una repubblica (in seguito ad un Referendum in cui il settanta per cento dei greci ha votato “no” alla monarchia).

Il fatto è che la monarchia greca nel secondo dopoguerra non è mai stata popolare tra i cittadini, anche perchè interveniva troppo attivamente nella vita politica del Paese, diversamente da quanto succedeva nelle altre monarchie europee. Constantino II, in particolare, aveva anche un suo punto grigio che i greci non gli hanno mai perdonato, cioè il fatto di avere inizialmente riconosciuto la giunta militare golpista dei colonnelli (1967). Il fallito contro-colpo di stato di Constantino non riuscì a cambiare i sentimenti negativi del popolo nei suoi confronti. I funerali dell’ex re hanno alimentato un dibattito pubblico senza molto costrutto, più che altro è apparso come un pretesto di confronti politici in vista delle imminenti elezioni della primavera 2023.

Le costanti provocazioni turche provocano un altro terremoto, anche perchè giorno dopo giorno non si limitano a provocazioni verbali ma continuano ad aumentare le violazioni dello spazio aereo e delle acque territoriali.

Lo scandalo delle intercettazioni illegali continua a torturare la vita politica con accuse reciproche tra i partiti, specialmente tra i due maggiori (Nea Dimokratia e Syriza), che si accusano a vicenda proponendo norme alernative per migliorare la legislazione relativa alle intercettazioni. Syriza, nel tentativo di capitalizzare lo scandalo (che ha coivolto gli avversari) la settimana scorsa ha posto una mozione di sfiducia al governo, che come era prevedibile è stata bocciata. Il fatto è che la questione delle intercettazioni ha risvolti internazionali, e la normativa andrebbe riesaminata a fondo per individuare le valvole di sicurezza adeguate, perchè l’uso inappropriato delle intercettazioni ha un grande impatto sulla democrazia e sui diritti umani.

Se da una parte i partiti politici cercano di approfitare di tutti questi piccoli o grandi, veri o finti terremoti, dall’altra la gente si preoccupa del costo della vita incluso quello energetico, di disoccupazione e inflazione, cioè della vita quotidiana e della sopravvivenza. Secondo una ricerca, l’86% della popolazione riesce a pagare le bollette solo in parte. La seconda fonte di preoccupazione per la gente è la sicurezza nazionale. Tutto il resto viene dopo.

Come al solito, più le elezioni parlamentari si avvicinano più le tensioni, le indiscrezioni e le grandi promesse, da parte di tutti i partiti, aumentano. L’ipotesi più accreditata prevede la tornata elettorale entro aprile prossimo, anche se la scadenza istituzionale sarebbe a luglio 2023

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