Il partito dei Conservatori e riformisti europei è stato fondato nel 2009. Ha due correnti: nazionale e liberale.
Nel 2020 Giorgia Meloni ne diventa presidente. Conta 56 europarlamentari su 705 nelle elezioni del 2019. Si colloca politicamente sulla destra e, in alcuni casi, sulla estrema destra.
È un partito avverso al federalismo europeo. Ne fanno parte il Pis, Diritto e Giustizia, al Governo in Polonia, Vox in Spagna, formazione postfranchista, i Democratici svedesi, il partito Democratico civico in Repubblica Ceca ed altri minori.
A livello internazionale, negli Usa, si pone a fianco del partito Repubblicano. In sintesi, le idee si caratterizzano per Conservatorismo, Euroscetticismo, Liberalismo economico.
È certa la collocazione atlantica sposando i valori di libertà dell’Occidente, a fianco dell’Ucraina aggredita dalla Russia. A livello europeo pesano le astensioni sul voto al Pnrr ma ormai i rappresentanti dei FdI si muovono bene a Bruxelles lasciando intendere di voler rispettare, con qualche distinguo, i vincoli europei.
Il governo Meloni nasce con questa cultura politica sullo sfondo. Ora la leader di FdI deve scegliere se entrare nella dinamica di un sistema di alternanza tra schieramenti avversari, ma che si legittimano reciprocamente o farsi tentare dalla voglia di instaurare una alternativa tra visioni contrapposte di forze politiche che cercano di eliminarsi a vicenda. In questo secondo caso, raggiunto il potere, si intende cambiare tutto, in totale discontinuità.
I fedelissimi della Meloni e alleati sono tentati di spartirsi tutti i posti e le risorse come ricompensa alla fedeltà di partito. Vedremo quale linea prevarrà. La destra al potere vuole essere conservatrice, europeista ma non reazionaria?
Analizzeremo la serie di atti e comportamenti dei prossimi mesi e capiremo dove Giorgia Meloni vuole portare la nave Italia, se i suoi alleati le consentiranno di navigare. La parola ” merito” aggiunta a Ministero dell’Istruzione vuol dire riattivare l’ascensore sociale per i “capaci e meritevoli” della Costituzione, anche di strati sociali meno abbienti? Altrimenti sarà pura propaganda.
“Natalità” aggiunta al Ministero della famiglia vuol dire sostegni alle coppie con figli, nidi, scuole dell’infanzia, aumento dell’assegno per i figli, come nella laica Francia o semplice strumentalizzazione di un tema caro al mondo cattolico?
I posti di responsabilità verranno affidati in base al ” merito” o andranno agli amici anche senza titoli adeguati? Vedremo nel rinnovo dei vertici delle industrie pubbliche ed enti controllati dallo Stato, in Tv etc.
Si avvierà una sana dialettica con le opposizioni accogliendo le idee convincenti o ci si barricherà dietro posizioni di maggioranza a carattere identitario? Auguriamoci che Giorgia Meloni, dopo Draghi, avvii una sana alternanza tra destra e sinistra e non una alternativa totalizzante che, come l’esperienza trentennale insegna, non fa progredire il Paese.
Chiediamoci ora se questa destra conservatrice ha un pensiero socio-economico. Finita l’epoca progressista, con il successo elettorale della destra al potere in Italia, quale teoria economica si affermerà? Vedremo coesistere elementi di statalismo e di liberismo? In generale, come affermato da Otto Hirschman e da Michael Walzer, si tratta di un pensiero reattivo più che proattivo? Prevale il pessimismo di Vilfredo Pareto sulla ” futilità ” del tentativo di cambiare le cose?
Allora è un pensiero più “reattivo” che proteso ad anticipare come per i progressisti.
In ogni caso siamo nell’onda lunga della cosiddetta “rivoluzione conservatrice” finanziata e sviluppata negli Usa e Gran Bretagna negli anni Settanta del Novecento con l’affermarsi del neoliberismo, mediante le politiche economiche di Reagan e di Thatcher.
È una destra conservatrice, avversa al cambiamento, legata agli assunti-guida di libertà, proprietà, gerarchia, autorità, tradizione, sovranità, protezione del “made in Italy”.
Mentre la sinistra in genere tende al cambiamento/ trasformazione, la destra cerca il potere per la conservazione degli interessi degli abbienti o dei ceti medi impauriti. I Conservatori vogliono tranquillizzare quanti si sentono emarginati dalle eccessive trasformazioni, specialmente nel campo dei diritti civili sostenuti dalla sinistra.
Le diffuse paure tra la gente trovano una risposta contro le politiche egualitarie basate sulla leva fiscale: riduzione delle tasse e aumento del limite ad operazioni in denaro contante, privatizzazioni, flessibilità del lavoro. Si affermerà una destra liberale di tipo europeo o una sovranista del ” prima noi”? Sarà una destra nazionalista sul modello polacco ed ungherese o liberal-conservatrice di stampo europeo, superando definitivamente le ideologie del passato? Solo i fatti lo diranno.