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Persona e famiglia > Felicemente

Autocentrarsi per vivere in sintonia con sé stessi e con gli altri

di Serena Scotto d’Abusco

- Fonte: Città Nuova

L’importanza di autocentrarsi per sapere cosa si desidera dalla vita e poter essere in grado di prendersi cura degli altri.

Foto: Pexels

Una persona autocentrata è definita dalla Treccani come una persona centrata su sé stessa. Spesso questo è comunemente associato ad un qualcosa di negativo perché si può pensare che chi sia centrato su di sé poco sia incline poi ad avere delle attenzioni verso gli altri.  É importante comprendere, invece, che di solito è vero esattamente il contrario. Più sarò centrato su di me, infatti, più sarò in grado di prendermi cura degli altri. Più sarò centrato su di me, più sarò in grado di avere una vita soddisfacente.

Cosa intendiamo quando ci riferiamo alla capacità di essere centrati su noi stessi? Ci riferiamo alla possibilità di sapersi ascoltare, ad una forma di comunicazione efficace tra mente e cuore che ci fa capire quali siano realmente i nostri bisogni. “Cosa mi piace fare? Cosa voglio dalla vita? Di cosa necessito per essere felice?“. Queste e tante altre sono domande difficili e di non facile risposta. Spesso solo negli anni è possibile mettere più a fuoco i reali bisogni di ciascuno. Ma è l’ascolto costante di noi stessi la cosa importante, che può aiutare a scendere nella profondità del proprio intimo al fine di trovare una sintonia con sé stessi e con il mondo circostante.

Le persone autocentrate sono persone che non si fanno scalfire facilmente da quello che pensano gli altri. Questo non significa che non siano aperte e disponibili al confronto, ma vuol dire, piuttosto, accogliere quanto viene dall’esterno, elaborarlo, rifletterci, e solo alla fine decidere in prima persona se inglobarlo all’interno della propria vita perché magari ritenuto condivisibile e valido, oppure lasciarlo andare.

Le persone autocentrate diventano esperte nell’ascoltare sé stesse e questo le porta a comprendere meglio anche i bisogni degli altri.

Il capire di cosa si ha bisogno è una vera e propria palestra. Spesso non si è abituati, si è cresciuti avvolti all’interno di quello che in psicologia si definisce falso sé: agisco e penso in base a quanto mi è stato insegnato ed in base a quello che ci si aspetta da me, piuttosto che in base a cosa sento. Questo spesso porta l’individuo a compiere scelte sbagliate, può indurre stati di grande confusione in cui, soprattutto in situazioni di particolari criticità, non si riesce a comprendere bene quello di cui si ha bisogno e ci si trova a fluttuare perdendo il proprio baricentro.

Un allenamento che spesso propongo ai miei pazienti è quello di partire dalle cose semplici. Provate su un quaderno a stilare una lista di bisogni. Siate specifici in quello che desiderate, ad esempio non scrivete io voglio una macchina, ma piuttosto “io voglio una macchina rossa o blu, a cinque porte”. Partite da cose concrete, immediate, presenti. Può essere difficile comprendere di cosa abbiamo bisogno a livello intimo se banalmente non abbiamo chiari i nostri gusti alimentari o musicali. Chiedetevi, inoltre, sempre se quello che desiderate sia immediato oppure faccia parte di desideri aleatori futuri. Ad esempio, se da anni vi ronza in testa l’idea di trasferirvi all’estero, prima di scriverlo nel vostro quaderno, chiedetevi “se domani (non tra un mese o in futuro) mi proponessero di trasferirmi all’estero, ci andrei?”. Queste specifiche ci aiutano nel non fermarci a desideri aleatori, ma a capire se è nel qui ed ora della mia vita che realmente desidero quella cosa e la voglio ottenere.

Quando si impara a mettere a fuoco i propri bisogni e ad autocentrarsi possono accadere due cose molto importanti. Punto primo posso riuscire a raggiungere più facilmente degli obbiettivi: se so cosa cerco posso molto più facilmente trovarlo senza inciampare in distrazioni momentanee.

Secondo punto: se so di cosa ho bisogno posso anche decidere a cosa rinunciare in maniera più consapevole. Nella relazione con l’altro, infatti, non sempre si può pretendere di riuscire a realizzare tutti i propri desideri, poiché i bisogni di ognuno si dovranno intersecare con quelli dell’altro. Se sono autocentrato però, anche in questa occasione, sarà più facile comprendere quali sono quei bisogni a cui non posso rinunciare e quelli che, invece, voglio mettere in discussione per andare incontro all’altro.

É questa la dialettica che ci rende soddisfatti e completi. Mi relaziono all’altro e posso accoglierlo solo se primariamente sono in ascolto ed in relazione con me stesso.

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