Sfoglia la rivista

Italia > Diritti

Troppi giorni di malattia, una sentenza protegge chi rischia il licenziamento

di Chiara Andreola

- Fonte: Città Nuova

Una sentenza del Tribunale di Milano diventa un precedente importante per quanti rischiano di perdere il lavoro per malattie croniche a causa del superamento del cosiddeto “periodo di comporto”, del numero totale – cioé – di assenze consentite per malattia.

Lavoro Foto Marco Alpozzi/LaPresse

Uno dei (tanti) problemi sul lavoro con cui può arrivare a scontrarsi chi è affetto da malattia cronica è quello di non superare il cosiddetto “periodo di comporto” nelle assenze per malattia: ossia il numero massimo di giorni previsti a tal fine dal contratto collettivo nazionale di riferimento (di norma 180). Un problema che in fase di pandemia si è acuito, dato che le assenze – vuoi per il Covid in sé, vuoi perché la malattia in questione poneva la persona in una situazione di rischio e magari si trattava di un impiego per cui non era possibile fare smart working – si sono moltiplicate: ciò ha significato che i lavoratori interessati dallo “sforamento” si sono trovati nella situazione di non avere più garantito il proprio posto di lavoro.

Ma ora è arrivata una sentenza che promette di cambiare le cose. È quella relativa al caso di Lorenzo, lavoratore milanese la cui storia è stata fatta conoscere dall’Osservatorio Malattie Rare (OMaR), e sul quale c’è appena stata una pronuncia del Tribunale di Milano. L’uomo, affetto da miastenia gravis, era infatti stato posto nel 2020 in “malattia precauzionale” in attesa della vaccinazione, essendo considerato soggetto a rischio: non esistevano infatti per lui possibilità di smart working o di spostamento ad una mansione non a contatto con altre persone. In più, ha dovuto anche sottoporsi ad un intervento importante, superando nel complesso i 180 giorni menzionati; e trovandosi così licenziato a luglio 2021, dato che il suo contratto (quello del commercio) non prevede deroghe in caso di terapia salvavita (come invece è per altri accordi).

La cosa è finita per l’appunto di fronte al Tribunale, che ha accolto il ricorso contro il licenziamento e sancito la sua nullità. E fin qui, la pronuncia vale solo per il caso di specie; ma a cambiare potenzialmente il panorama anche per altre persone sono le motivazioni addotte.

Il Tribunale ha infatti sentenziato che “in caso di malattia cronica le assenze per motivi di salute non possono essere computate ai fini del comporto, a prescindere dall’esistenza di certificazioni comprovanti handicap o invalidità civile”. Detto in altri termini: anche per tutte quelle malattie che non hanno legalmente parlando il riconoscimento di un’invalidità, ma sono comunque costantemente presenti nella vita di una persona, il diritto ad assentarsi per motivi legati a quella patologia esiste al di là del numero massimo di giorni previsto. Questo perché, hanno spiegato i giudici, subordinare questo diritto ad una procedura formale – qual è il riconoscimento giuridico dell’invalidità, che viene effettuato dall’Inps dopo una visita medico-legale e non per tutte le patologie – andrebbe a ledere il diritto alla salute della persona.

Si tratta quindi di un vero e proprio cambio di paradigma, che va a coinvolgere molti altri lavoratori affetti da una lunga serie di patologie croniche o comunque di lunga durata: per quanto in Italia non viga il principio dello stare decisis (ossia di uniformarsi a sentenze precedentemente prese) questa pronuncia ha comunque una portata tale da poter influenzare quelle successive.

A commentare la sentenza è stata l’avvocata Roberta Venturi, co-responsabile dello Sportello Legale “Dalla Parte dei Rari”; che l’ha definita Un altro bellissimo esempio di giurisprudenza che speriamo possa essere riportato quanto prima in testo di legge. Auspichiamo infatti che i contenuti di questa ordinanza, come delle precedenti pronunce, possano diventare un principio di Legge al quale i contratti collettivi nazionali siano chiamati ad uniformarsi”.

_

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come? Scopri le nostre rivistei corsi di formazione agile e i nostri progetti. Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni: rete@cittanuova.it

Riproduzione riservata ©

Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876