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Lidia Borzì (Acli): Non si può abolire il reddito di cittadinanza

di Sara Fornaro

Sara Fornaro

Ascolta l’intervista a Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma, sulle urgenze del mondo del lavoro e sulla necessità di un lavoro dignitoso che garantisca un reddito sufficiento per vivere.

Troppe emergenze impediscono alle persone di svolgere un lavoro dignitoso e rispettoso della persona. La pandemia ha colpito duramente non solo la sanità, ma anche la società e l’economia, portando allo scoperto l’esistenza di alte fasce di popolazione senza tutele e con bassi salari.

Le situazioni più difficili sono vissute da donne, giovani e stranieri, che si trovano ad essere i soggetti più fragili del mondo del lavoro. Ne abbiamo parlato con Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia, a margine del convegno “Una nuova visione dello sviluppo: le sfide e il coraggio. Persone, imprenditori, organizzazioni”, che si è svolto presso l‘ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, guidata dall’ambasciatore Francesco Di Nitto, in occasione dell’inaugurazione della V edizione del Master in Management delle Organizzazioni e Dottrina Sociale della Chiesa promosso dall’Università Tor Vergata.

Il lavoro, spiega Borzì, è spesso in nero, in grigio, mercificato, propone basse tutele e bassi salari. Queste sono grandi urgenze a cui si accompagnano quelle delle morti sul lavoro e della dignità del lavoro.

In questa situazione così difficile per tante famiglie, per Borzì non è possibile pensare di abolire il Reddito di cittadinanza. Ascolta l’intervista alla presidente delle Acli di Roma.

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