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Elon Musk e Twitter, fra genialità ed esercizio del potere

di Andrea Galluzzi

- Fonte: Città Nuova

L’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk ha fatto entrare un nuovo multi-miliardario nel campo dei social media, aprendo a nuove possibilità, ma sollevando anche molte perplessità.

Elon Musk (AP Photo/Susan Walsh, File)

Elon Musk ha comprato Twitter. L’accordo non è stato ancora ratificato, ma l’acquisizione è ormai ufficiale. Il magnate visionario già fondatore e mentore di SpaceX e Tesla, capace di dare corpo a visioni che molti assocerebbero più alla fantascienza che a progetti futuribili, è riuscito ad acquistare uno dei social network più influenti a livello mediatico.

Musk ha portato a termine l’acquisizione in meno di un mese, movimentando 44 miliardi di dollari attraverso operazioni finanziarie che hanno fatto scricchiolare le azioni di altre sue aziende controllate, togliendo Twitter dal mercato borsistico e facendolo proprio. Un evento con molti risvolti su cui riflettere.

Twitter è una piattaforma di microblogging, cioè permette lo scambio di brevi messaggi testuali (denominati tweet), che possono essere corredati da brevi video o foto. Attualmente conta una base di circa 436 milioni di utenti attivi [1] (meno di un quinto rispetto a Facebook) che la piazzano intorno al 15° posto nella classifica dei social media.

Sebbene i suoi numeri siano molto inferiori rispetto ad altre piattaforme più blasonate, il suo valore mediatico è superiore perché è da sempre accreditato come mezzo di comunicazione privilegiato dal mondo politico e non: tutti i leader lo utilizzano per trasmettere notizie, messaggi, comunicati stampa. Dalla sua nicchia Twitter è sempre venuto in evidenza perché utilizzato attivamente da molti personaggi-chiave, diventando una fonte primaria di informazione per i giornalisti e le agenzie di tutto il mondo.

Il suo valore intrinseco (finora sottostimato) non sta dunque nella quantità di dati messi a disposizione, ma nella tipologia delle informazioni che veicola e che arrivano su miliardi di schermi. Nessun altro social media è stato finora in grado di raggiungere questo potenziale.

Ce ne siamo accorti in particolare nel gennaio 2021, quando l’ex presidente Trump è stato bandito permanentemente dalla piattaforma dopo aver continuato a postare messaggi di incoraggiamento e di difesa nei confronti della rivolta al Campidoglio degli Stati Uniti [2]. L’atto di messa al bando innescò reazioni da parte di chi sosteneva l’assoluta libertà di espressione, suscitando polemiche e polarizzazioni politiche.

In prima linea fra questi si trovava proprio Elon Musk, da sempre schierato contro ogni tipo di censura, spesso con dichiarazioni assolutiste e fuori luogo, salvo poi tornare ad assumere una posizione più moderata dopo essersi trovato sotto i riflettori a valle della recente acquisizione. Su questo tema Musk è tornato ad esprimersi il 25 aprile scorso attraverso un tweet: «La libertà di parola è il fondamento della democrazia e Twitter è la piazza della città digitale in cui si dibattono le questioni vitali per il futuro dell’umanità […] twitter ha un potenziale enorme e non vedo l’ora di lavorare con l’azienda e la comunità di utenti per sbloccarlo» [3].

Tra le varie proposte orientate a favore della libertà di espressione, Musk ha dichiarato di voler rendere pubblico il codice dell’algoritmo che seleziona i tweet sulle bacheche degli utenti, di voler permettere la modifica del contenuto dei messaggi già pubblicati e, cosa non trascurabile, di voler autenticare tutti gli utenti sulla piattaforma – cosa che però ha inevitabilmente provocato la reazione di chi vorrebbe mantenere l’anonimato e in particolare Anonymous (movimento che raccoglie hacker di tutto il mondo e presente anche su Twitter con l’account “YourAnonNews”).

Ognuna delle azioni proposte scuoterebbe il mercato dei social e potrebbe avere risvolti positivi, tuttavia le buone intenzioni di Musk – abbondantemente da verificare vista la sua imprevedibilità e la sua allergia agli schemi precostituiti – dovranno essere testate su due banchi di prova correlati fra loro: quello della libertà assoluta di espressione (che dovrà comunque misurarsi con la legge) e quello dell’accentramento del potere comunicativo nelle mani di un singolo individuo.

Nel primo caso occorrerà capire se gli effetti di questa maggiore libertà porteranno a nuovi equilibri o a ulteriori polarizzazioni politiche; nel secondo vedremo se vinceranno i benefici portati dalla genialità di Musk o le restrizioni che potrebbero essere imposte per circoscrivere il potere di chi possiede troppe risorse.

Per chi è dotato di enormi possibilità finanziarie e si sente spinto ad allargare i propri orizzonti, il passo dalla sfera economica a quella politico-sociale è breve e normalmente e viene compiuto con l’acquisizione di qualche potente mezzo di comunicazione. Con l’acquisizione di Twitter Elon Musk si aggiunge alla lista dei miliardari tendenzialmente in grado di influenzare l’opinione pubblica.

Prima di lui, fra gli altri, nel 2013 abbiamo visto Jeff Bezos (fondatore di Amazon) comprare il Washington Post e Mark Zuckerberg (fondatore di Facebook, attuale Meta) acquisire il controllo di Instagram e WhatsApp (i più importanti social media del mondo) fra il 2012 e il 2014, oltre ad aprire massicciamente la strada verso il “monopolio” dei mondi virtuali nel 2021 [4]. Vista la tracotanza dei rivali, Musk non poteva essere da meno…

Il potere che si è sprigionato dalla Silicon Valley – luogo in cui sono nati e cresciuti molti giganti del web e dove sono state inventate le tecnologie che stanno plasmando la società di oggi – ha forse iniziato a mettere a rischio la democrazia?

 

[1] S. Kemp, Digital 2022: Global overview report. The most used social platforms (26/01/2022)

https://datareportal.com/reports/digital-2022-global-overview-report

[2] S. Kovach,  Twitter really wants you to know it’ll be just fine after banning Trump (10/02/2021)

https://www.cnbc.com/2021/02/10/twitter-really-wants-you-to-know-itll-be-just-fine-after-banning-trump.html

[3] https://twitter.com/elonmusk/status/1518677066325053441

[4] A. Galluzzi, I non-confini del metaverso in costruzione (16/03/2022)

http://www.cittanuova.it/non-confini-del-metaverso-costruzione/

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