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Ucraina: l’Italia organizza l’accoglienza

di Fabio Zenadocchio

- Fonte: Città Nuova

Dopo l’approvazione del “Decreto Ucraina”, l’Italia è pronta a gestire l’accoglienza di quasi centomila profughi nelle prossime settimane, anche grazie alla rete del terzo settore

l'accoglienza
Foto LaPresse 15 Marzo 2022 Milano, Italia News Posto di accoglienza in Stazione Centrale a Milano allestito da Protezione Civile e Comune di Milano.

Sono 50.649 i profughi provenienti dall’Ucraina arrivati finora in Italia. A comunicarlo, con aggiornamento al 17 marzo scorso, è lo stesso Ministero degli Interni in una breve nota. Si tratta principalmente di donne 25.846, e minori, 20.478. L’ammontare degli uomini adulti è 4.325. Numeri destinati a salire in maniera costante, ma che il Governo si prepara a gestire attraverso lo stanziamento di fondi destinati per l’ accoglienza. La prima mossa è stata l’approvazione del “Decreto Ucraina”, un pacchetto di misure che spaziano dal potenziamento delle iniziative militari in area est della Nato alla possibilità di cessione da parte del Ministero della difesa, di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina.

Relativamente all’accoglienza, «per far fronte alle eccezionali esigenze di accoglienza dei cittadini ucraini in conseguenza del conflitto bellico in atto in quel Paese», il dispositivo prevede l’incremento di oltre 54 milioni di euro per i centri di accoglienza, con priorità per le persone vulnerabili. In poche parole, l’Italia è pronta a gestire l’accoglienza di quasi centomila profughi nelle prossime settimane. Il tutto anche grazie alla rete del terzo settore, che si stima possa gestire direttamente circa 15 mila persone. Sarà inoltre sostenuta economicamente l’autonoma sistemazione di coloro i quali troveranno alloggio presso amici, parenti o benefattori.

La Caritas Italiana, in prima linea sull’accoglienza, inizierà a trasportare i profughi più fragili tramite voli speciali, messi a disposizione da un benefattore, già dal 22 marzo prossimo. L’intervento ha anche un secondo scopo: iniziare a sostenere fisicamente la Polonia, primo rifugio per la popolazione in fuga dalle bombe. Si stima che in Polonia siano già entrati due milioni di ucraini. Una situazione molto difficile da gestire, si stima che il numero dei rifugiati sarà prossimo ai 5 milioni.

La presenza ucraina in Italia è radicata e profonda. Gli oltre 50 mila profughi si aggiungono ai 250 mila che vivono e lavorano qui da anni. Una popolazione composta in prevalenza da donne – il rapporto è 80/20 – principalmente impiegate nel settore dei servizi. Proprio il livello di occupazione, che si staglia al 65%, ben 4 punti percentuali sopra la media degli stranieri non comunitari, fa della popolazione ucraina in Italia una presenza stabile e serena.

La chiave di lettura per l’accoglienza è da ricercare sicuramente nel lungo periodo. Spinti dall’emotività, molte realtà si sono prodigate nella raccolta di viveri, medicinali o vestiario, salvo poi interrompere le raccolte a causa della straordinaria risposta della popolazione. Il punto è che l’emergenza non si esaurirà in poche settimane e, anzi, la crisi umanitaria coinvolgerà l’Italia e l’Unione Europea intera per anni. La sfida, dunque, è quella di cambiare il paradigma dell’accoglienza, che non si può limitare all’assistenzialismo del primo quarto d’ora, ma deve contemplare convivenza e condivisione.

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