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Cambiamento climatico e salute mentale

di Benedetta Ionata

- Fonte: Città Nuova

I cambiamenti climatici possono avere effetti anche sulla salute umana. Esistono specifici termini per descriverli: solastalgia, ecoparalisi, econostalgia, ecoansia. Scopriamo di cosa si tratta.

Foto Ufficio Stampa Vigili del Fuoco/LaPresse.

Il cambiamento climatico è una delle più grandi sfide del nostro tempo e non è da sottovalutare la sua influenza sugli esseri umani. Di recente, i ricercatori hanno iniziato a prestare maggiore attenzione ai cambiamenti climatici e al loro successivo impatto sull’aspetto sociale, ambientale ed economico e al ruolo che svolgono nel causare o esacerbare i problemi di salute mentale.

La nostra zona geografica sta iniziando solo di recente a venire in contatto con gli effetti diretti del cambiamento climatico attraverso incendi, ondate di calore o alluvioni, tuttavia è ancora prematuro saperne valutare l’impatto psicologico diretto. Ciò che inizia ad essere osservabile è l’effetto psicosociale rappresentato dalla preoccupazione per ciò che sta accadendo, ma soprattutto per ciò che avverrà. Infatti, in alcuni individui, specialmente quelli non disturbati dagli effetti direttamente osservabili del cambiamento climatico, la consapevolezza astratta e il riconoscimento della crisi climatica in corso possono indurre emozioni negative che possono essere abbastanza intense da causare malattie mentali.

Queste risposte emotive negative includono senso di colpa, dolore, ansia e demoralizzazione. I soggetti più vulnerabili sono i più giovani, poiché sono i più informati e consapevoli su questo tema rispetto alle generazioni più anziane, e sanno anche che ne subiranno le conseguenze più serie, avendo più anni di vita davanti e più futuro da vivere di tutti. Quindi, confrontarsi con questa idea di un futuro instabile e imprevedibile può creare un senso di incertezza e paura.

La letteratura scientifica, ad oggi, è ancora poco attenta alla correlazione tra cambiamento climatico e salute mentale, ma sono stati coniati alcuni termini per descrivere le reazioni psicologiche al cambiamento climatico. Tra questi termini troviamo «solastalgia» che indica l’angoscia emotiva, il disagio cronico e il dolore sperimentato dagli individui in risposta a cambiamenti ambientali negativi in particolare quando colpiscono l’area ambientale locale, «ecoparalisi» che si riferisce all’incapacità di agire sui cambiamenti ambientali dovuti all’attivazione di alcuni meccanismi di difesa psicologica (es. negazione) o la percezione che siano intrattabili, «econostalgia» che descrive la percezione che un ambiente locale fosse migliore in passato.

Il termine più diffuso ed utilizzato è «eco-ansia», che descrive lo stress e l’ansia vissuti a seguito del cambiamento climatico a livello globale, e quindi percepito dall’individuo come reale minaccia che condiziona la sua vita e lo fa stare in allerta costante. L’ansia climatica è solo una delle tante conseguenze negative del riscaldamento globale, questa volta ai danni della nostra salute mentale, e l’American Psychological Association (APA) la definisce una «paura cronica della rovina ambientale».

Come si può curare l’eco-ansia? Come sempre è importante saper chiedere aiuto. Tuttavia c’è da fare una osservazione, poiché se da una parte l’ansia climatica può servire come fonte motivazionale che porta a migliori azioni adattive, d’altra parte, uno stato di attivazione continuo con sentimenti di impotenza e tendenza al catastrofismo potrebbe fungere da fonte di grave ansia che inibisce qualsiasi forma di azione efficace danneggiando la salute mentale.

Dunque l’approccio psicologico all’eco-ansia deve tutelare e validare le preoccupazioni che portano a mettere in atto comportamenti volti a implementare un senso di utilità ed efficacia alla causa ambientale, mentre quando lo stress emotivo diventa eccessivo e le preoccupazioni diventano invalidanti e disfunzionali un aiuto può essere quello di incoraggiare gli individui a ritrovare una connessione con la natura concentrandosi su ciò che di bello quest’ultima ancora riesce ad offrire, aiutandoli a distogliere il pensiero dalle immagini catastrofiche.

Dunque resta importante sottolineare come questo disagio legato alle condizioni del nostro pianeta può rappresentare una spinta motivazionale per scuoterci e mettere in atto delle azioni concrete a favore dell’ambiente, ma allo stesso tempo è importante fare luce e aumentare la consapevolezza degli impatti sulla salute mentale che questi cambiamenti climatici possono avere sugli individui, specialmente nei gruppi ad alto rischio, per poter prevenire e curare eventuali disagi.

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