Negli ultimi mesi, gli abitanti della Mariapoli El Diamante (Messico), consapevoli della necessità di ristabilire una relazione armoniosa tra l’umanità e il Creato, hanno iniziato un processo di conversione ecologica comunitaria: di fronte alla crisi socio-ambientale, vogliono rafforzare e approfondire l’inevitabile conversione interiore che ha implicazioni ecologiche.
Per molti, questo processo complesso significa una profonda messa in discussione di abitudini radicate. Come dice papa Francesco, questo «implica diventare dolorosamente consapevoli, osando trasformare ciò che sta accadendo al mondo in sofferenza personale, e riconoscendo così il contributo che ognuno di noi può dare» (Laudato Si’, 19).
Per dare vita a questo invito del Papa, gli abitanti hanno deciso di tradurre il loro impegno collettivo in una Dichiarazione Ecologica che riflette il loro interesse a rispondere alle sfide globali che affronta la nostra casa comune, con azioni locali concrete e misurabili che possono anche ispirare altre comunità.
La Dichiarazione è attualmente in fase di revisione e segue il metodo pastorale latino-americano “vedere-illuminare-agire“. La prima parte affronta i problemi ecologici della nostra Madre Terra in tutti i continenti: l’inquinamento dell’acqua, della terra e dell’aria, la crescente frequenza di eventi meteorologici estremi e la perdita della diversità naturale e culturale. Mostra che la maggiore incidenza di queste cause si trova nei paesi dell’America Latina perché molte persone vivono in situazioni di povertà, abbandono o violenza.

Fonte: Ciudadnueva Interamericana
Questa complessa crisi socio-ambientale viene poi illuminata a partire dalla fede cristiana espressa nella Sacra Scrittura e dal Magistero della Chiesa. Si offrono anche dei fondamenti dal carisma dell’unità, attraverso il quale siamo invitati a vivere in comunione non solo con tutti gli esseri umani, ma anche con tutta la Terra.
Per l’aspetto dell’azione, si stanno definendo degli impegni che stabiliranno una chiara rotta per la conversione ecologica in diverse aree, come l’uso dell’acqua, il consumo di elettricità, la gestione dei rifiuti organici e inorganici, la cura della biodiversità e l’agroalimentare. A questo scopo, si sta realizzando in parallelo una diagnosi dettagliata della situazione attuale di queste aree nella Mariapoli. Questo lavoro è stato realizzato grazie alla collaborazione, di persona e virtualmente, dei giovani legati al progetto di volontariato internazionale Milonga.
Li accompagna in questo percorso Josep María Mallarach, un geologo catalano che ha consigliato molti monasteri e comunità con l‘obiettivo di recuperare i valori ambientali, culturali e spirituali. Ha sottolineato che le azioni dovrebbero mirare a un cambiamento di abitudini, al di là dell’installazione di impianti tecnologici. La Mariapoli ha già iniziato a utilizzare i rifiuti organici attraverso il vermi-composting per ottenere fertilizzante solido e liquido. Si sta anche sviluppando una proposta più dettagliata per quanto riguarda la separazione e la gestione dei rifiuti inorganici basata sulla consapevolezza del ciclo di vita con delle linee guida: ridurre i rifiuti, riutilizzare dove possibile e, in caso contrario, riciclare.
Questi sono i primi passi che stanno già attirando molto interesse da parte degli abitanti del luogo e dei dintorni. Parte di questo processo è stata la donazione di 16.000 alberi per favorire la riforestazione nei comuni circostanti. Questa attività è stata gestita dal movimento Atrévete, che si ispira al carisma dell’unità e che ha fatto conoscere la Mariapoli a molte autorità e persone sensibili alla sfida ecologica.
Abbiamo voluto condividere con voi questo percorso che stiamo intraprendendo per sensibilizzare e, per quanto possibile, espandere l’iniziativa in altri luoghi. La conversione non è mai comoda, ma siamo convinti che farla in comunità le dia un maggiore impulso e una maggiore durata nel tempo.
Di Salvador Padilla e Lizeth Marín
Community eco-conversion
Salvador Padilla and Lizeth Marín are two young people who took part in the international voluntary project Milonga, promoted by Youth for a United World. During their time at the Mariapolis El Diamante in Mexico, they enthusiastically and professionally accompanied the start of an agro-ecological project that aims to implement community care for Creation, and which serves as a reference for other communities. Here is their testimony, originally published in the magazine Ciudadnueva Interamericana in the October 2021 issue.
In recent months, the inhabitants of the Mariapolis El Diamante (Mexico), aware of the need to re-establish a harmonious relationship between humanity and Creation, have begun a process of community ecological conversion: in the face of the socio-environmental crisis, they wish to strengthen and deepen the unavoidable inner conversion that has ecological implications.
For many, this complex process means a profound questioning of deeply ingrained habits. As Pope Francis says, this entails «to become painfully aware, to dare to turn what is happening to the world into our own personal suffering and thus to discover what each of us can do about it» (Laudato Si’, 19).
To bring the Pope’s invitation to life, the inhabitants have decided to translate their collective commitment into an Ecological Declaration that reflects their interest in responding to the global challenges facing our common home, with concrete and measurable local actions that can radiate to other communities as well.
The declaration is currently being revised and follows the Latin American pastoral method “see-enlighten-act“. The first part deals with the ecological problems of our Mother Earth on all continents: the pollution of water, land and air, the increased frequency of extreme weather events and the loss of natural and cultural diversity. It shows the higher incidence of these causes in Latin American countries since many people live in situations of poverty, neglect or violence.
This complex socio-environmental crisis is then illuminated by the Christian faith as expressed in Sacred Scripture and the Magisterium of the Church. It also offers foundations from the charism of unity, through which we are invited to live in communion not only with all human beings, but with the whole Earth.
For the action section, commitments are being defined that will set a clear course for the implementation of ecological conversion in different areas such as water use, electricity consumption, organic and inorganic waste management, biodiversity conservation and agri-food. For this purpose, a detailed diagnosis of the current situation of these areas in the Mariapolis is being carried out in parallel. This work has been carried out thanks to the collaboration, in person and virtually, of young people linked to the international volunteer project Milonga.
This journey is being accompanied by Josep María Mallarach, a Catalan geologist who has advised many monasteries and communities with the aim of recovering environmental, cultural and spiritual values. He has emphasised that actions should aim at a change of habits, beyond the installation of technological inputs. The Mariapolis has already begun to make use of organic waste through vermicomposting to obtain solid and liquid fertiliser. A more detailed proposal is also being developed regarding separation and management of inorganic waste based on awareness of life cycles and guidelines: reduce waste, reuse where possible and, if not, recycle.
These are the first steps that are already arousing a lot of interest in the inhabitants and the environment. Part of this process was the donation of 16,000 trees to encourage reforestation in the surrounding municipalities. This activity was managed by the Atrévete movement, which is inspired by the charisma of unity, and which has opened up the Mariapolis to many authorities and people who are sensitive to the ecological challenge.
We wanted to share with you this path that we are starting to walk in order to become more aware and, as far as possible, to expand the initiative to other places. Conversion is never easy, but we are convinced that doing it in community gives it greater momentum and permanence over time.
By Salvador Padilla and Lizeth Marín
Conversión ecológica comunitaria
Salvador Padilla y Lizeth Marín son dos jóvenes que participaron en el proyecto de voluntariado internacional Milonga, promovido por Jóvenes por un Mundo Unido. Durante su estancia en la Mariápolis El Diamante, en México, acompañaron con entusiasmo y profesionalidad la puesta en marcha de un proyecto agroecológico que tiene como objetivo el cuidado comunitario de la Tierra, y que sirve de referente para otras comunidades. He aquí su testimonio, publicado originalmente en la revista Ciudadnueva Interamericana en el número de octubre de 2021.
En los últimos meses, los habitantes de la Mariápolis El Diamante (México), conscientes de la necesidad de reestablecer una relación armoniosa entre la humanidad y la Creación, han iniciado un proceso de conversión ecológica comunitaria: ante la crisis socioambiental desean reforzar y profundizar la ineludible conversión interior que tiene implicaciones ecológicas.
Para muchos, este proceso complejo, significa un profundo cuestionamiento de hábitos profundamente arraigados. Como dice el papa Francisco, esto «implica tomar dolorosa conciencia, atrevernos a convertir en sufrimiento personal lo que le pasa al mundo, y así reconocer cuál es la contribución que cada uno puede aportar» (Laudato Si’, 19).
Para hacer vida esta invitación del Papa, los habitantes han decidido plasmar su compromiso colectivo en una Declaración ecológica que refleje el interés por responder a los desafíos globales que enfrenta nuestra casa común, con acciones locales concretas y medibles que puedan irradiar también a otras comunidades.
La declaración está en fase de revisión y sigue el método pastoral latinoamericano “ver-iluminar-actuar”. En una primera parte se abordan las problemáticas ecológicas que padece nuestra Madre Tierra en todos los continentes: la contaminación del agua, de la tierra y el aire, la mayor frecuencia de eventos climáticos extremos y la pérdida de la diversidad natural y cultural. Se muestra la mayor incidencia de estas causas en los países latinoamericanos a causa de que muchas personas viven en situaciones de pobreza, abandono o violencia.
Posteriormente se ilumina esta compleja crisis socioambiental a partir de la fe cristiana expresada en la Sagrada Escritura y el Magisterio de la Iglesia. También se ofrecen fundamentos desde el carisma de la unidad, a través del cual se nos invita a vivir la comunión no solo con todos los seres humanos, sino con toda la Tierra.
Para la sección del actuar se están definiendo los compromisos que marcarán un rumbo claro para aterrizar la conversión ecológica en diferentes áreas como uso del agua, consumo de la electricidad, manejo de los residuos orgánicos e inorgánicos, cuidado de la biodiversidad y la agroalimentación. Para esto, se viene realizando en paralelo un diagnóstico detallado de la situación actual de estas áreas en la Mariápolis. Este trabajo se ha realizado gracias a la colaboración, de modo presencial y virtual, de jóvenes vinculados al proyecto de voluntariado internacional Milonga.
Este caminar está siendo acompañado por Josep María Mallarach, un geólogo catalán que ha asesorado a múltiples monasterios y comunidades con el objetivo de recuperar los valores ambientales, culturales y espirituales. Él ha hecho énfasis en que las acciones deben apuntar a un cambio de hábitos, más allá de la instalación de insumos tecnológicos. La Mariápolis ya ha empezado a aprovechar los residuos orgánicos a través del lombricompostaje para obtener fertilizante sólido y líquido. También se está elaborando una propuesta más detallada con respecto a la separación y gestión de los residuos inorgánicos a partir de la conciencia de los ciclos de vida y las pautas: reducir residuos, reutilizar en lo posible y, si no, reciclar.
Estos son los primeros pasos que ya están despertando mucho interés en los habitantes y el entorno. Parte de este proceso fue la donación de 16.000 árboles para favorecer la reforestación en los municipios aledaños. Actividad gestionada por el movimiento Atrévete que se inspira en el carisma de la unidad y que ha permitido abrir la mariápolis a muchas autoridades y personas sensibles al desafío ecológico.
Hemos querido compartir con ustedes este camino que empezamos a recorrer para tomar más conciencia y en la medida de lo posible expandir la iniciativa a otros lugares. La conversión nunca es cómoda, pero estamos convencidos que hacerla en comunidad le da un impulso y permanencia mayor en el tiempo.
Por Salvador Padilla y Lizeth Marín