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A scuola nonostante la paura del Covid

di Angela Mammana

- Fonte: Città Nuova

È diventata virale la storia di un bambino milanese assente da scuola per “paura del Covid”. Che cos’è la paura? Come affrontarla? Come riuscire a non farci paralizzare? Un approfondimento.

È arrivata la quarta ondata del Covid 19, pensavamo forse di aver sconfitto il nemico, eppure ci troviamo in modo diverso ad affrontare questo difficile cammino pandemico. Ogni fase ci ha portato dei cambiamenti comportamentali, degli stati emotivi differenti, dei problemi da risolvere. Tra le tante questioni, la mia attenzione si è soffermata sulla paura da contagio che sembra essere una musica costante nelle conversazioni quotidiane. Mentre riflettevo su come noi adulti parliamo continuamente di questo argomento, arriva la notizia virale del bimbo milanese che presenta una giustificazione a scuola: assente per “paura del Covid”. Questo c’era scritto nel libretto delle giustificazioni presentato dal bambino e firmata dai genitori dopo l’assenza a scuola di un giorno, dovuta appunto alla paura di contrarre il virus. L’insegnate Paolo Limonta ha scritto su Facebook: ”Una giustificazione assolutamente sincera. Ho parlato con i genitori e ho spiegato loro che li capivo benissimo. Ma che il bambino sarebbe stato molto meglio a scuola. E il sorriso con cui stamattina è entrato in classe me lo ha pienamente confermato”.

Cosa succede quando la paura fa da padrona? A cosa ci serve? Come e quando contenerla? L’esperienza della paura è qualcosa di improvviso, forte e travolgente che rimane impresso. Paura, memoria e apprendimento sono fenomeni strettamente correlati perché, si impara dal pericolo e ciò è di fondamentale importanza per la sopravvivenza dell’uomo.

La paura è quello stato emotivo che corrisponde alla percezione di una situazione rischiosa, è ciò che si sente a livello emozionale quando la nostra mente in modo conscio o inconscio percepisce la presenza di qualcosa di potenzialmente dannoso per la nostra incolumità, sia dal punto di vista fisico che dal punto di vista psicologico. Quindi l’emergere della paura ci spinge a modificare il comportamento e a reagire di conseguenza. Il termine emozione deriva dal latino e-muovere che significa muovere: le emozioni sono forze interne in grado di spingere verso un’azione anche in maniera improvvisa, sono i più potenti motori del comportamento caratterizzati da fattori biologici innati che ereditiamo.

La paura, nello specifico, ha il compito di attivare delle risposte orientate alla sopravvivenza e all’autoconservazione della specie, attraverso di essa teniamo lontane le persone e le situazioni dannose; ci prepariamo a fuggire o a reagire. La paura, per quanto sia sgradevole da provare, è utile alla sopravvivenza. Tra le sensazioni fisiologiche legate allo scatenarsi della paura vi è l’aumento del battito del cuore e della relativa circolazione sanguigna per distribuire più velocemente al corpo ossigeno, adrenalina, zuccheri e altre sostanze per i muscoli e il cervello al fine di attivarsi e affrontare l’emergenza. L’aumento della tensione muscolare deriva dall’effetto dell’attivazione e dall’aumento del flusso di sangue carico di sostanze immediatamente disponibili per i muscoli per essere pronti per lo scatto aggressivo o difensivo come la fuga. Si attacca o si fugge!

L’orientamento dell’attenzione selettiva va verso l’evento temuto, si manifesta con un’amplificazione dei canali percettivi interessati, quindi la vista, l’udito, l’olfatto: il miglioramento della percezione permette all’organismo di reagire più prontamente. In questi momenti il pensiero si orienta verso l’elaborazione della situazione e l’emissione del comportamento più adattivo, la mente aumenta l’attività di ragionamento e di problem solving. È molto importante per la modulazione e la gestione della paura la valutazione della “situazione” o dello stimolo che la genera. Se per certi versi la paura ci salva, va anche valutato se la circostanza è realmente dannosa, in quanto il persistente stato di attivazione del circuito della paura può generare stati di malessere psicofisico. L’evitamento di situazioni di vita o di abitudini per paura genera disagio, a lungo andare si possono presentare dei disturbi d’ansia di vario genere, fino anche a problemi di salute fisica.

È importante accompagnare i più piccoli nell’elaborazione di queste situazioni che sembrano farci vivere in un costante stato di allerta; rassicurando e proteggendo al tempo stesso. Possiamo parlare di come stiamo vivendo questo momento di forte stress, cosa si prova, cosa si può fare per salvaguardare la nostra salute non solo fisica, ma anche mentale. Ritroviamo altri temi di conversazione, attenzioniamo le cose che ci nutrono positivamente. Facciamo una carezza a quel bimbo impaurito che sta dentro a ciascuno di noi!

 

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