Sebbene la curva di vulnerabilità allo stress è diversa da persona a persona e molto dipende dal fatto stesso se ciò che si vive è vissuto come un impegno o come un divertimento, ci sono livelli di stress che superano la soglia di tolleranza generale ed individuale allo sforzo. Quando questi livelli vengono superati si genera nel corpo una tensione interna capace di modificare il meccanismo di funzionamento dell’organismo.
Molto spesso notiamo alterazioni della pressione sanguigna, del ritmo respiratorio, o una inquietudine interna non sempre riconducibile a qualcosa di specifico, accompagnati da sintomi quali il sudore, le vertigini, i dolori addominali, i disturbi del sonno. Altre volte si nota un disturbo della concentrazione o una riduzione delle capacità di prestazione lavorativa, dei vuoti di memoria fino alla sensazione di disorientamento o alla disconnessione spaziotemporale.
Per un certo periodo di tempo l’organismo è capace di tollerare i cosiddetti stimoli stressogeni, ed anche il nostro sistema nervoso cerca di trovare velocemente delle strategie affinché la persona possa continuare a funzionare alla meno peggio anche se in riserva energetica. Quando però questi stimoli stressogeni continuano a sommarsi il sistema psicofisico della persona corre un serio rischio di collasso o inondazione. Proviamo ad immaginare una grossa giara con dei vasi comunicanti. Molti di questi immettono acqua (che metaforicamente rappresenta le diverse fonti di stress) e solo pochi vasi permettono all’acqua di fuoriuscire, (cioè di decantare, attraverso fonti di rilassamento, pause, ristoro). Il tempo e l’energia a disposizione sono risorse limitate. Per un po’ di tempo la giara proverà a contenere tutta l’acqua in eccesso che viene immessa ma prima o poi arriverà al suo limite di capacità e traboccherà.
Questa immagine viene utilizzata anche in letteratura e descrive molto bene quello che succede nel nostro sistema cerebrale e psichico ogni volta che teniamo il corpo e la mente per lungo tempo sotto sforzo. In molti avranno ad esempio fatto esperienza che dopo un lungo periodo di iperlavoro, pur andando in vacanza hanno bisogno che trascorrano alcuni giorni prima di riuscire a rilassarsi, o che se hanno accumulato tensione hanno bisogno di tempo e strategie adeguate per decantare.
Il raggiungimento ed il mantenimento di un equilibrio nello svolgimento della propria vita è un prerequisito importante per la prevenzione dei disturbi psichici, sia perché essi non si manifestino, sia per prevenirne le recidive. In entrambi i casi si tratta di una condizione di base del mantenersi in buona salute.
Evitare di superare la propria soglia personale di reattività allo stress diventa ulteriormente importante in tutti quei casi dove familiarmente esiste una predisposizione per alcuni tipi di disturbi. In psicologia si parla infatti di un modello bio-psico-sociale della genesi dei disturbi. Questo modello indica che più fattori compartecipano per determinare se in date circostanze e date alcune caratteristiche della persona e del suo corredo biologico un disturbo si manifesterà o resterà silente (cioè non si manifesterà mai) nella persona.
Condurre la propria vita in un range di tollerabilità dello stress diventa in questi casi un fattore cautelativo o viceversa predisponente rispetto al manifestarsi di disturbi come la depressione, la schizofrenia, il disturbo bipolare o altri disturbi che hanno una seppur parziale base genetica.
A fine preventivo sono da evitare tutti quei comportamenti disadattivi che fanno sentire meglio sul momento, perché abbassano lo stato di tensione interna ma che alla lunga ci procurano danni ben peggiori (come avviene ad es. nell’assunzione di droghe; nelle reazioni violente verso se, verso gli altri o verso le cose materiali; nei comportamenti rischiosi per la propria o altrui vita come l´alta velocità, ecc.).
Lo stress di per se non è evitabile e non è sempre nocivo, lo diventa quando diventa prolungato o eccessivo. In tutti gli altri casi, cioè nei suoi livelli “normali” di tollerabilità a cui tutti siamo giornalmente sottoposti, ci si può appropriare di strategie di gestione dello stress, di organizzazione della propria agenda, di ripartizione dei compiti e di richieste concrete di aiuto. Divenire esperti nel riconoscere le fonti di stress e le modalità con cui intervenire nelle diverse situazioni è altrettanto importante per cautelare la propria salute mentale quanto imparare a conoscere ed evitare di raggiungere la soglia personale dello stress.