L’estate, da sempre iconica fresca e spensierata, è quel periodo dell’anno in cui si abbattono barriere e impegni, si attraversa il flusso delle vacanze con serenità e ci si sposta in una dimensione che risulta quasi surreale.
Ebbene, l’estate è un tempo particolare e come tale va vissuto con il giusto approccio, non bisogna avere una visione estremamente rivolta al futuro rispetto «a quello che sarà» e tanto meno ancorarci al passato rispetto «a quello che è stato», bensì affrontare l’estate vivendo il momento attuale senza riserve. Come insegna la psicologia in varie teorie la conoscenza viene dalla consapevolezza e la consapevolezza trova il suo spazio esclusivamente nel presente, quando si è in quella condizione chiamata «continuo di consapevolezza» che ci rende psicologicamente sani, ci si sente ingenui, spontanei e viene raggiunto con la frase del «qui ed ora».
Da sempre l’uomo ha saputo dell’importanza di vivere il momento attuale, il qui ed ora per il suo bene, dai poeti ai capi religiosi, tutti sottolineano l’importanza di questa dimensione. Esiste un concetto fondamentale in psicoterapia: noi non siamo solo la nostra mente o il corpo, lo si capisce dal fatto che possiamo osservarli, che ne abbiamo esperienza, noi siamo «chi fa l’esperienza». Si può dire nello specifico, che la psicoterapia mira al risveglio della «capacità di sperimentare».
La vera esperienza è terapeutica o correttiva di per sé. Tramite l’esperienza possiamo imparare che non c’è nulla da temere o che la soddisfazione di essere vivi e svegli supera la sofferenza o la perdita di qualcosa. La sete di esperienza è parte della vita, spesso tuttavia essa prende la forma del bisogno di spostarsi sempre altrove, verso esperienze diverse da quelle a portata di mano. Il desiderio di avere di più, o di avere qualcosa di diverso, sostituisce il necessario approfondimento dell’esperienza: questo invece potrebbe essere il nostro modo naturale di entrare in contatto con il mondo. Spesso invece, cercando intuitivamente questa profondità o piena consapevolezza e non trovandola, cerchiamo stimolazioni dall’esterno; cibi speziati, macchine veloci, promiscuità sessuale, giochi competitivi etc…
L’esperienza, però, non dovrebbe essere cercata tramite la moltiplicazione degli stimoli, ma tramite la sensibilizzazione (cioè l’approfondimento). Se solo riuscissimo a smettere di fuggire dal presente, scopriremmo che l’esperienza non costituisce qualcosa da cercare altrove ma qualcosa che già stiamo vivendo, le vacanze infatti devono essere un momento di crescita per la coppia e un riconoscersi dopo un lungo inverno di assenze o allontanamenti. Bisogna usufruire delle vacanze estive per ricreare quella dimensione di coppia che permette di riscegliersi nuovamente e riconnettersi l’uno all’altra come fosse il primo giorno, questo è possibile sicuramente anche con l’aiuto di qualche isola esotica o comunque tramite il cambio di routine.
Vi sono sempre elevate aspettative nei confronti dell’estate, si pensa di poter cambiare situazioni e persone e poter rinascere, ma non è così. Si ha la presunzione di poter controllare gli eventi e gli altri, tutto deve come vogliamo noi, ma questo succede il 20% delle volte se ci va bene. È bene non aspettarsi che gli altri si comportino come noi vogliamo perché gli altri non sono da modificare, se come dimensione di coppia per l’estate si pensa possa essere adatta una specifica meta è bene tentare di andarci ma senza imporre all’altra persona il proprio pensiero. Se abbiamo elevate aspettative sul comportamento del partner rispetto alle vacanze o altri aspetti, bisogna cercare di ridurre queste aspettative e tentare di allontanarsi dalla routine senza stravolgere gli equilibri di coppia che si sono andati a radicare nel tempo.
Bisogna quindi ridurre le aspettative e riconoscersi ogni volta, approfittate delle vacanze per immergervi in una realtà che vi permetta di innamorarvi una seconda volta, esattamente come la prima.