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Non spegniamo i riflettori su Gaza

di Redazione

- Fonte: Città Nuova

Le manifestazione di sabato 29 novembre a Roma e Milano dicono che tanta parte dell’Italia resta sensibile al genocidio in corso

Le immagini dei cortei che hanno percorso il centro di Roma e Milano sabato 29 novembre rinfrancano l’animo e riaccendono la speranza che si possa ancora tenere viva l’attenzione sulla drammatica situazione in Palestina. L’irruzione di un gruppo di manifestanti nella redazione della Stampa a Torino, di cui una trentina sono stati già identificati, ha gettato un’ombra sull’impegno e la partecipazione attiva di un popolo nonviolento, giovani soprattutto, che chiede ancora pace e giustizia dato che il formale cessate il fuoco non è mai stato tale. Si sono levati cartelli e striscioni anche per la liberazione di Mohamed Shahin, imam della moschea di San Salvario, rinchiuso nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Caltanissetta, a causa delle frasi pronunciate durante la manifestazione del 9 ottobre, secondo cui la violenza di Hamas è una reazione ad anni di occupazione di Israele. Una denuncia nei suoi confronti che era stata archiviata dai pm in assenza di reato. Oltre all’imam anche Ahmad Salem, un ragazzo palestinese di 24 anni è incarcerato ingiustamente a Rossano Calabro in alta sicurezza da 6 mesi con le accuse di istigazione a delinquere e autoaddestramento con finalità di terrorismo per un video in cui parla del genocidio a Gaza e invita alla mobilitazione nelle piazze del Libano.

Contemporaneamente il papa sta percorrendo le vie del Libano per il suo viaggio apostolico e la questione palestinese è stato uno degli argomenti durante le domande dei giornalisti in volo per Beirut, alle quali ha tenuto a precisare che la Santa Sede da molti anni riconosce la Palestina perché propone la soluzione dei due popoli-due Stati per la fine delle ostilità. Purtroppo Israele non vuole, ma «siamo amici» e cerchiamo di «essere mediatori per una soluzione giusta».

(foto Ansa)

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