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Guinea: inaugurazione del megaprogetto minerario di Simandou

di Armand Djoualeu

- Fonte: Città Nuova

Il megaprogetto minerario di Simandou, in Guinea, è stato inaugurato martedì 11 novembre. Si tratta di una miniera a cielo aperto lunga circa 100 km e larga 5-6 km, situata nella pianura guineana.

Foresta nella catena montuosa di Simandou, Guinea. Public Domain, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=998

Dopo trent’anni di attesa, il megaprogetto minerario di Simandou, in Guinea, è entrato nella sua fase operativa con le prime esportazioni di minerale di ferro. La cerimonia di lancio del progetto si è svolta martedì 11 novembre 2025, presieduta dal capo della giunta militare al potere a Conakry, il generale Mamadi Doumbouya. All’evento storico hanno partecipato i presidenti di Ruanda e Gabon, rispettivamente Paul Kagame e Brice Oligui Nguema.

Simandou è un progetto di importanza mondiale, che comprende una miniera di ferro a cielo aperto nella catena montuosa di Simandou, situata nel sud-est del Paese, a est della città di Kérouané. Una miniera lunga circa 100 km e larga 5-6 km, situata nella pianura guineana. Si tratta di una delle più grandi riserve di minerale di ferro al mondo. La capacità produttiva di questo sito minerario è stimata in 100 milioni di tonnellate l’anno, secondo il Fondo Monetario Internazionale (Fmi).

La scoperta di questo gigantesco giacimento di minerale di ferro è stata confermata dal colosso minerario anglo-australiano Rio Tinto a metà degli anni ’90. Rio Tinto Simfer e Winning Consortium Simandou (Wcs) si dividono i quattro blocchi del giacimento.

Rio Tinto specifica che questa inaugurazione avviene in un momento in cui sono già iniziate le prime spedizioni di minerale di ferro dalla miniera. Le scorte saranno trasportate ai porti della costa atlantica tramite la Ferrovia Transguineana, un progetto di corridoio ferroviario di oltre 600 km sviluppato per facilitare il trasporto della produzione mineraria.

Il progetto della ferrovia ha previsto anche la costruzione di 235 ponti e 24 chilometri di tunnel, il più lungo dei quali sarà di 11 chilometri. A costruire questa infrastruttura del valore di 6 miliardi di dollari è stata Rio Tinto assieme alla società di Singapore Winning Consortium Simandou. Tutto ciò, oltre ad agevolare lo sviluppo della miniera, consentirà anche di collegare la Guinea coi Paesi vicini e quindi di stimolare lo sviluppo economico dell’intera area.

Il Comitato Nazionale per la Riconciliazione e lo Sviluppo (Cnrd), cioè la giunta militare al potere, ha ripetutamente affermato che il ferro estratto dalla miniera sarà per la Guinea ciò che il petrolio è stato per i Paesi del Golfo. E decine di migliaia di posti di lavoro sono già stati creati dall’apertura del sito. «Simandou è molto più di un progetto minerario: è il motore di una trasformazione nazionale… Questa inaugurazione segna una tappa fondamentale per la Guinea, che si sta affermando come attore chiave nello sviluppo sostenibile e nella sovranità economica dell’Africa occidentale», ha commentato Djiba Diakité, ministro-direttore del gabinetto della presidenza guineana.

Grazie alla sua purezza, il minerale di ferro di Simandou potrebbe essere molto richiesto sul mercato internazionale. Secondo la Banca Mondiale, potrebbe essere alla pari con i giacimenti brasiliani e superare di gran lunga quelli australiani, i più grandi al mondo. Inoltre, un rapporto del Fmi afferma che la sua estrazione dovrebbe portare al Paese un’ulteriore crescita del 26% entro il 2030.

Si ricorda che la Guinea detiene una partecipazione del 15% nel progetto, mentre Simfer e Wcs controllano ciascuna il 42,5%. Conakry ospita inoltre, a partire da mercoledì 12 novembre, un vertice sull’intelligenza artificiale organizzato dall’organizzazione ruandese Smart Africa, al quale parteciperà il presidente ruandese Paul Kagame.

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