150 film da 38 Paesi, il concorso con 18 opere di cui 4 titoli nostrani, ospiti importanti come il regista iraniano Jafar Panahi che riceverà il Premio alla carriera e presenterà Un semplice incidente, Palma d’oro a Cannes, insieme al produttore David Puttnam, quello di Mission.
E poi la sezione parallela, speciale e sempre bellissima, cioè Alice nella città che è un mondo a sé, ed apre con Good Boy di Ben Leonberg, una sorta di horror attraverso lo sguardo del cane del regista che, guarda caso si chiama Indy, come il mitico archeologo Jones.
C’è molta carne al fuoco questa volta, anzi moltissima che coinvolge l’intera città. Naturalmente arrivano film impegnativi come L’amore perduto di Luc Besson, Eddington di Ari Aster, ma sembra che la protagonista dell’edizione possa essere la commedia all’italiana. O meglio alla romana, dolce e amara, anche se non sempre.
Come sarà? La Festa apre con La vita va così, di Riccardo Milani, una commedia che si svolge in Sardegna dove un pastore non ne vuol sapere di vendere il suo podere alla società per lo sviluppo turistico. Il film promette bene, perché Milani è anche autore di un gioiellino come Un mondo a parte sull’entroterra abruzzese, per parlare di villaggi che si svuotano in quello che era il Belpaese.
Tanto per restare nella commedia, Carlo Verdone arriva con la quarta e ultima serie di Vita da Carlo, la sua infinita autobiografia, forse la puntata migliore. La grande abbuffata di commedie vede la frequenza dei soliti nomi: Claudio Amendola, Piero Castellitto, Claudia Gerini, Claudia Pandolfi, Matilda De Angelis, Jasmine Trinca, Michele Riondino e amici. Speriamo in qualche faccia nuova.
Presiede la giuria Paola Cortellesi, ormai una star del nostro cinema in una Festa che deve mettere insieme cinema, eventi, mondanità, tappeto rosso, volti internazionali. Roma, insomma, che accoglie tutti e tutto. Con equilibrio, si spera.