Sfoglia la rivista

Persona e famiglia > Felicemente

“Fomo” e solitudine: il lato oscuro del digitale

di Dorotea Piombo

- Fonte: Città Nuova

Nell’era dei social, la paura di restare esclusi può alimentare solitudine e insicurezza. Ma imparare a fermarsi, riconoscersi e vivere il presente è possibile

Credit: freepik. (Ph. katemangostar)

Ti è mai capitato di scorrere nervosamente le storie sui social e sentire quel nodo allo stomaco, come se qualcosa ti sfuggisse? Ti sei mai chiesto perché, pur essendo costantemente connesso, dentro a volte senti un vuoto?

In un’epoca dominata dai social media, molti adolescenti affrontano una doppia sfida: la solitudine vera, quella che pesa sul cuore, e la FOMO (Fear of Missing Out), la paura di perdere qualcosa di importante o divertente che tutti gli altri stanno vivendo. Questa combinazione crea un mix difficile da gestire, perché la connessione virtuale diventa schiavitù e fonte di disagio.

La FOMO non è solo un acronimo alla moda, ma un vero e proprio fenomeno psicologico che riguarda sempre più persone, soprattutto i più giovani. È la sensazione insopportabile che qualcosa di bello o eccitante stia accadendo e tu ne sia escluso.

Questa paura cresce con il bombardamento continuo di notifiche, foto e video postati sui social, che agiscono come specchi deformanti della realtà. Vediamo vite apparentemente perfette, amici sorridenti, eventi dall’atmosfera magica, e inevitabilmente ci confrontiamo con la nostra quotidianità, che sembra meno interessante, meno intensa. Da qui nasce un senso di esclusione, che può trasformarsi in solitudine profonda, anche se siamo immersi in una rete di connessioni online.

L’adolescente, che attraversa una fragile fase di costruzione dell’identità e della propria autostima, può trovare tutto ciò estremamente destabilizzante.

John, un ragazzo di sedici anni come tanti, passa gran parte del suo tempo libero con lo sguardo fisso sul telefonino, scrollando compulsivamente Instagram e TikTok, sempre a caccia di nuovi post, storie, video. Ogni volta che vede i suoi compagni di scuola pubblicare foto di gruppi sorridenti, uscite e feste, un senso di vuoto lo assale. Si convince di non essere mai veramente invitato, che nessuno senta la sua mancanza.

La paura di essere tagliato fuori lo spinge a non cercare più la compagnia reale, a chiudersi in casa, a preferire la distanza di uno schermo piuttosto che il rischio di un «rifiuto» nella vita quotidiana. John si isola, diventa più silenzioso, si sente progressivamente sempre più solo, mentre la sua mente si riempie di pensieri negativi: «Forse non sono abbastanza», «Non valgo quanto gli altri».

La FOMO, che all’inizio era solo una sensazione passeggera, si trasforma in una condizione che aggrava la solitudine e l’isolamento. Questa spirale negativa non è un destino ineluttabile, e ci sono modi concreti e pratici per spezzarla. Prima di tutto, è importante porre dei limiti all’uso dei social. Ridurre consapevolmente il tempo passato davanti allo smartphone, magari impostando delle pause durante la giornata o dei limiti di utilizzo, aiuta a distaccarsi da quella tensione costante.

È utile dedicarsi con passione ad attività che diano soddisfazione reale: che sia sport, musica, arte o lettura, coltivare i propri talenti rafforza l’autostima e aiuta a spostare il focus dall’essere “parte di” al proprio valore personale.

Il contatto umano autentico rimane poi un’ancora insostituibile: incontrare un amico, fare una chiacchierata profonda, condividere momenti insieme alimenta quel senso di appartenenza e vicinanza che nessun social può sostituire.

Un’altra strategia utile è praticare mindfulness e gratitudine: imparare a concentrarsi sul momento presente, apprezzare ciò che si ha, scrivere o pensare ogni giorno a tre cose belle della propria vita aiuta a ridurre il paragone continuo con gli altri e a coltivare una visione positiva di sé e del proprio cammino.

Infine, riconoscere e gestire i “trigger” che scatenano la FOMO è fondamentale: ossia individuare quali contenuti o situazioni alimentano l’ansia e imparare a evitarli o affrontarli con consapevolezza.

È importante ricordare che la FOMO e la solitudine non sono debolezze personali, ma esperienze diffuse. Gestire quell’ansia significa anche imparare a darsi tempo, costruire con pazienza relazioni sincere e fidate, valorizzare la propria unicità e i piccoli piaceri quotidiani.

L’adolescenza è un momento delicato, segnato da molte sfide e cambiamenti, ma anche da grandissime possibilità di crescita e scoperta personale. Nessuno è mai veramente solo se riesce a riconoscere le proprie emozioni e cerca supporto, dentro e fuori dal web.

Nella corsa per non perdere nulla, rischiamo di perderci noi stessi. Scegli la gioia dell’essere presente, invece della paura di essere escluso: la felicità è dove coltivi le tue vere connessioniLa felicità non è correre dietro a ciò che non puoi avere, ma imparare ad amare ciò che già sei e ciò che hai davanti a te.
Ricorda che il vero valore sta nel percorso di crescita personale, non nel confronto con gli altri, che spesso è solo un’illusione creata dalla rete.

Solo quando impari a riconoscere e coltivare la tua autenticità, ti rendi conto che nessuno può toglierti la tua vera essenza. E questa è la più grande vittoria che puoi conquistare: essere felice con te stesso, senza bisogno di approvazioni esterne.

Riproduzione riservata ©

Sostieni l’informazione libera di Città Nuova! Come?
Scopri le nostre riviste,
i corsi di formazione agile e
i nostri progetti.
Insieme possiamo fare la differenza! Per informazioni:
rete@cittanuova.it

Condividi

Ricevi le ultime notizie su WhatsApp. Scrivi al 342 6466876