L’altro giorno, in ufficio, stavo cercando di fare un lavoretto per sistemare alcuni computer. Non spettava a me, ma mi sembrava bello contribuire al decoro della stanza, visto che dietro le scrivanie si era creato un groviglio di cavi.
Ho aspettato la fine della giornata per non dare disturbo a nessuno. Volevo operare di nascosto e poi dire ai colleghi che probabilmente era passato il servizio informatico a sistemare… Ho atteso che uscissero tutti e poi ho staccato i cavi dalle periferiche.
Mentre ero nel pieno del lavoro di ricostruzione è tornata a sorpresa una persona che lavora con me, un tipo particolare con cui è proprio difficile andare d’accordo. Appena vede il suo pc scollegato inizia a bestemmiare. Non trovavo il modo giusto di reagire per placare la sua ira, non riusciva a calmarsi anche se io cercavo di dirgli che avrei rimesso subito tutto a posto.
Per farlo smettere ho riattaccato alla meglio i suoi cavi (e anche tutti gli altri nella stanza) senza finire il lavoro che mi ero proposto e sono uscito il più rapidamente mentre lui continuava a inveire fra sé e sé; essendo io il suo capoufficio, si tratteneva dal farlo contro di me.
Il giorno dopo, cercavo d’immaginare come dargli la possibilità di recuperare ma non mi veniva in mente niente di veramente utile per aiutarlo a chiedere scusa, cosa di cui proprio non è capace e che gli rende la vita difficile con tutti.
Non potevo neanche rimproverarlo perché, anche se a fin di bene, anch’io ero andato fuori dal seminato mettendo le mani sulle sue cose. Mi stavo disponendo a chiedergli scusa per questo, ma ho valutato che, visto il suo carattere, lo avrebbe interpretato come un gesto di debolezza, generando in lui aspettative e potenziali altri comportamenti inappropriati.
Ho deciso allora di non fare niente e di perdonarlo, in fondo si era innervosito a causa mia. L’ho salutato con un sorriso, come se nulla fosse accaduto, così da non creare ulteriori tensioni nelle relazioni fra lui e i colleghi che, se avessero saputo, lo avrebbero preso ancora più in odio.
Mi sono anche pentito di essermi sfogato con uno dell’ufficio di cui mi fido particolarmente telefonandogli dopo il fattaccio, avrei dovuto avere la forza di elaborare le cose senza coinvolgere altri, ma non ce l’ho fatta da solo a calmarmi dopo la violenza verbale a cui avevo assistito. Mi servirà come insegnamento per la prossima volta, ho pensato…
Certe volte non si possono cambiare le cose, ogni persona si trova in un punto del suo cammino. Non siamo nelle case degli altri, nelle loro vite e del resto sta scritto: con la pazienza possederete la vostra anima.
Può capitare che bisogna sopportare facendo in modo di non contribuire ad alimentare il fuoco. Magari, pian piano, l’incendio che un uomo si porta dentro si potrebbe spegnere da solo. Tutti possono cambiare, l’importante è che qualcuno gliene dia la possibilità.