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L’ex presidente del Congo Joseph Kabila condannato a morte

di Armand Djoualeu

- Fonte: Città Nuova

Joseph Kabila, ex presidente della Repubblica Democratica del Congo, è stato processato e condannato a morte in contumacia il 30 settembre 2025 dall’Alta Corte Militare congolese. Le accuse vanno dal tradimento all’omicidio, ai crimini di guerra.

Joseph Kabila, ex presidente della Repubblica Democratica del Congo, parla ai membri di un gruppo religioso nella sua residenza privata a Goma, Nord Kivu, Repubblica Democratica del Congo, 29 maggio 2025. Foto: EPA/MARIE JEANNE MUNYERENKANA via Ansa

L’annuncio della condanna di Kabila è stato una vera e propria bomba nella Repubblica Democratica del Congo (RdC), e in particolare nella capitale Kinshasa: Joseph Kabila, l’ex presidente della Repubblica per 18 anni (2001-2019), è stato processato e condannato a morte in contumacia martedì 30 settembre 2025 dall’Alta Corte Militare congolese.

In esilio volontario da due anni, Joseph Kabila è stato accusato, tra le altre cose, di crimini di guerra, stupro, omicidio, cospirazione, apologia o promozione di crimini di guerra, tradimento e organizzazione di un movimento insurrezionale per i suoi presunti legami con il movimento politico-militare Afc/M23, il famigerato gruppo armato legato al Ruanda. 

Kabila nega tutte le accuse. Ha descritto l’attacco alla sua persona come “arbitrario”, denunciando la strumentalizzazione della giustizia da parte delle autorità al potere.

Dopo quasi quattro ore di deliberazione, la Corte ha anche ordinato il pagamento di oltre 33 miliardi di dollari di danni al governo congolese, alle province del Nord e del Sud Kivu e alle organizzazioni di sostegno alle vittime. «L’Alta Corte Militare dichiara Joseph Kabila colpevole e lo condanna a morte», ha annunciato il tenente generale Joseph Katalayi, primo presidente della Corte. Tuttavia, la corte ha specificato che i beni del condannato non saranno sequestrati, ricordando che i reati contestati non prevedono la pena aggiuntiva della confisca.

Il verdetto, emesso a Kinshasa dopo quasi tre mesi di processo, è un evento storico per il Congo, poiché Joseph Kabila, giudicato colpevole su tutti i fronti, è il primo presidente congolese ad essere condannato da un tribunale militare. Per Emmanuel Shadary, ex segretario del partito di Kabila messo fuori legge in aprile, il Partito del popolo per la ricostruzione e la democrazia (Pprd), si tratta di «una grande barzelletta. L’abbiamo sempre detto che questo è un processo politico», ha dichiarato dopo il verdetto. A maggio, la Camera Alta del parlamento aveva revocato a Kabila l’immunità a vita come senatore, per consentirgli di essere processato per accuse che includono tradimento, omicidio, partecipazione a un’insurrezione e occupazione forzata della città di Goma. 

La parte orientale della Repubblica congolese, una regione al confine con il Ruanda e ricca di risorse naturali, in particolare minerali, è stata devastata da 30 anni di conflitto. La violenza ha avuto una escalation nel gennaio 2025. Il gruppo armato M23, sostenuto dal Ruanda, e le truppe ruandesi hanno conquistato le principali città della regione: Goma a gennaio e Bukavu a febbraio. 

Rivelando prove schiaccianti, le Nazioni Unite e diversi Paesi occidentali hanno accusato il vicino Ruanda di sostenere l’M23 e di aver inviato migliaia di soldati nella Repubblica Democratica del Congo. Ma il Ruanda nega le accuse, sostenendo di agire per impedire che il conflitto si estenda al suo territorio.

Il processo, iniziato a luglio, è stato boicottato da Kabila, che non è comparso né ha nominato un difensore. L’ex presidente era scomparso nel 2023: si ritiene che si trovi all’estero. Ma non si sa dove risieda attualmente. L’ultima breve apparizione risale allo scorso maggio a Goma, quando era improvvisamente ricomparso proprio nella parte orientale del Paese, che aveva lasciato nel 2023.

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