Tutto è pronto al Lido: compresi prezzi alle stelle, voglia di glamour, di cinema – per fortuna, non solo di commercio -, e polemiche. Politiche soprattutto, inevitabili in un contesto internazionale in fiamme che ha convinto parecchi artisti a raccogliere 1500 firme per non far venire gli attori Gal Gadot e Gerald Butler protagonisti di un film fuori concorso, The Voice of Hind Rajab (della regista tunisina Kaouther ben Hania), che sostengono la politica israeliana: è la storia del fallito salvataggio di una bambina palestinese uccisa nel 2004. Un racconto altamente drammatico sulle atrocità contro gli innocenti nei conflitti attuali che scatenerà polemiche.
E, a proposito di politica, sarà interessante Le Mage du Kremlin di Olivier Assayas, impegnato a rileggere il passato dell’URSS con la presenza di Putin (Jude Law), presente fra i 21 film in concorso. Naturalmente ci sono altri sguardi. Se il prolifico Francois Ozon rilegge L’Étranger (Lo Straniero) di Camus e il suo nichilismo molto attuale, l’ungherese Làszlo Nemes riguarda il secolo ventesimo con gli occhi del ragazzino ebreo che è stato in Orphan, mentre in Jay Kelly di Noah Baumbach George Clooney è un attore di successo in crisi d’identità, fatto non infrequente dietro le quinte della fama.
Ovviamente non mancano i temi familiari, presenti nel film di Jim Jarmusch Father Mother Sister Brother: tre storie di intrecci familiari, fra ironia e tenerezza. Come non manca l’horror fantascientifico in Frankestein di Guillermo Del Toro, insieme ad un occhio alla religione: da The Testament of Anne Lee di Mona Fastvold sulla vita delle mistica britannica del ‘700 (in concorso), a Madre Teresa (sezione Orizzonti) della macedone Teona Strugar Mitevska, fino ad Agnus Dei del nostro Massimiliano Camaiti, documentario sulle suore del convento romano di Santa Cecilia.
Come sempre Venezia è “ecumenica”, per cui può passare da Luca Guadagnino con il dramma psicologico provocatorio After Hunt- Dopo la caccia, al gigantesco – sembra – In the Hand of Dante del pittore e regista Julian Schnabel con un cast stellare, al thriller Dead Man’s Wire di Gus Van Sant con Al Pacino.
Non mancano le star: dunque, arriva pure Julia Roberts, mentre Kim Novak e il regista Werner Herzog riceveranno il premio alla carriera. Con un tale bagaglio di lavori notevoli, avrà parecchio da discutere la Giuria del Leone d’oro presieduta dal regista americano Alexander Payne (ci sarà pure la nostra Maura Delpero, autrice del bel film Vermiglio).
E l’Italia? Ci basta l’apertura domani con Sorrentino e il suo La Grazia con l’immancabile Toni Servillo per avere un buon ingresso alla Mostra. Ma ci sono in gara anche Piero Marcello con Duse sulla celebre attrice (Valeria Bruni Tedeschi, speriamo…); Leonardo Di Costanzo con Elisa, storia scura di una donna; il documentario Sotto le nuvole (del Vesuvio, ndr) di Gianfranco Rosi; Franco Maresco con il suo Un film fatto per Bene (Carmelo Bene ,ndr.); Antonio Capuano, 86 anni (L’Isola di Andrea con Vinicio Marchioni); Paolo Strippoli con l’horror La valle dei sorrisi. E poi, fra gli altri, ecco Il Maestro di Roberto Andò con Favino; Gianni Di Gregorio e il suo Come ti muovi, sbagli; Daniele Vicari con Ammazzare stanca. Biografia di un assassino, in anteprima a Venezia Spotlight. Senza contare gli omaggi ad Enzo Tortora, Francesco De Gregori, Nino D’Angelo, Piero Pelù e le serie televisive. E non è tutto…
Buona Mostra!