A distanza di 9 anni la vita dei luoghi resta ancora sospesa nell’area del terremoto che, con una magnitudo 6.0 nella notte del 24 agosto 2016, distrusse frazioni e Comuni di Amatrice, Accumoli nel reatino e Arquata del Tronto nell’ascolano. Un’area di 8 mila chilometri quadrati dell’Appennino centrale compresa tra le regioni di Lazio, Abruzzo, Umbria e Marche che oggi rappresenta il cantiere più grade d’Europa. A ricordare l’evento catastrofico della notte in cui persero la vita 299 persone, tra il 23 e 24 agosto, nei Comuni sopraccitati si sono svolte cerimonie, veglie e momenti di raccoglimento.
Ad avere maggiore risonanza sui media, certamente, la fiaccolata e la cerimonia svoltasi ad Amatrice in ricordo del nono anniversario che formalmente non ha avuto inviti alle istituzioni per «dare dignità esclusiva al dolore e al lutto di un’intera comunità» e mandare «un segnale forte di interlocuzione rivolto alla politica», si legge nella nota del Comune. Presenti, ma a titolo personale, il commissario straordinario alla Ricostruzione Guido Castelli e il senatore Paolo Trancassini. Il sindaco della città, Giorgio Cortellesi, ha fatto un appello in cui chiede una marcia in più: «È stato fatto molto, ma bisogna dare un segnale maggiore alla popolazione che ha difficoltà a tornare alla normalità». Il primo ministro Meloni con un messaggio su Facebook ha ricordato l’evento e commentato: «Continueremo a lavorare, con determinazione e caparbietà, per rispondere a quella “domanda di futuro” che ci viene rivolta da chi è nato e cresciuto in quei territori e vuole tornare a viverli».
Ma cos’è oggi Amatrice? È un cantiere a cielo aperto, con un avanzamento dei lavori stimato intorno al 40%, che nel progetto prevede un ripristino integrale della “forma urbis” fatta di salvaguardia storica e di adeguamento ai criteri contemporanei, su cui occorre fare di più e in fretta, su più fronti, come nel resto di tutto il cratere. Dopo i rallentamenti negli ultimi anni a causa della questione annosa dello sgombero delle macerie, si attendono oggi la realizzazione del nuovo Municipio, mentre sono solo avviati i lavori al museo civico “Cola Filotesio” nonché ai cantieri delle chiese di Santa Maria del Suffragio e dell’Immacolata. In fase di avvio il cantiere della caserma dei carabinieri, del cimitero e del centro di formazione professionale CTP. Si attende il completamento dell’Ospedale Francesco Grifoni, al momento realizzato al 50%. «Ci sono stati errori amministrativi che hanno prodotto situazioni che hanno richiesto proprio negli ultimi tre anni un’attività indefessa per fare cose che bisognava fare sei anni fa», ha recentemente commentato il commissario Castelli a Radio Vaticana in questi giorni.
Per quanto riguarda la ricostruzione privata ad Amatrice, sono 12 in totale i cantieri attivi. Riprendono, inoltre, dopo lo stop avvenuto nel 2021, con nuove imprese, i lavori al più grande cantiere del sisma 2016 di ricostruzione privata: “Casa Futuro” al posto dell’ex complesso Don Minozzi con l’idea di diventare un luogo di comunità, accoglienza, aggregazione e studio. Secondo il sindaco di Amatrice, nella ricostruzione privata, un grosso problema è rappresentato dal fatto che faticano ad essere presentate le domande di accesso alla ricostruzione e che manchino leve di imprese e professionisti.
Ad oggi nel cratere sono ancora 10 mila i nuclei familiari che ancora non possono rientrare nelle proprie abitazioni, 20 mila persone in tutto sparse nelle 4 regioni colpite dal sisma, di cui 6 mila solo nelle Marche. «Oggi, quei luoghi rappresentano ancora il segno più evidente non solo di quel dolore, ma anche di una ricostruzione che, a distanza di 9 anni, non è giunta a compimento, rallentata da procedure burocratiche spesso inutilmente complesse», ha dichiarato la presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio, Simonetta Ceraudo, in occasione della ricorrenza del 24 agosto. Lo spopolamento, a cui si è cercato di dare risposta con il programma “Next Appennino”, da anni caratterizza la fascia appenninica centrale. Frutto della concomitanza di crisi demografica e fragilità idrogeologica, è un fenomeno che si è particolarmente acuito nelle zone del cratere con la serie di eventi sismici del 2009 e 2016, portando all’azzeramento della rete di servizi, anche essenziali, nonché di reti sociali vitali per la popolazione e ancora non restituiti. Zone dove, l’accesso a servizi di cura per la persona secondo quanto emerso dall’incontro di giugno tra il commissario Castelli e l’on. Gemmato, sottosegretario alla Salute e in linea con lo PSNAI, cioè il Piano strategico per lo sviluppo delle aree interne, potrà essere convertito nell’investimento sempre più importante delle farmacie, come erogatori di servizi sanitari diversi, in grado garantire i servizi essenziali, continuità assistenziale, cooperazione tra vari professionisti sanitari e di favorire la permanenza della popolazione.
Nelle zone appenniniche centrali colpite dal sisma, manca, poi, e a molti, il lavoro con cui pensare una ricostruzione. Il vescovo di Rieti, Vito Piccinonna, che ha officiato la messa nel Palazzetto dello Sport ad Amatrice, a questo proposito ha parlato della porta stretta che «significa anche non gettare la spugna, non rimare ai margini», pensare ad un futuro con spirito di solidarietà.
In questo grande cantiere d’Europa, che vive la complessità della burocrazia e dei suoi rallentamenti acuiti dal Covid, intessuti del fenomeno dello spopolamento «costruito con criteri non antisismici, senza conoscenza geologica adeguata prima degli anni ’80 del ‘900», come sottolineato dalla presidente dell’Ordine dei Geologi del Lazio Simonetta Ceraudo, va comunque segnalato che ad Arquata e Castelluccio di Norcia, sono iniziati i primi lavori di ricostruzione dei borghi che rappresenteranno dei veri unicum nelle soluzioni proposte. A Camerino, nelle Marche, intanto è iniziata la progettazione la “zona rossa” urbana più estesa dell’intero cratere. Sempre in Umbria, la basilica di Norcia dedicata a San Benedetto, riaprirà il 30 ottobre, 9 anni dopo la scossa che la distrusse. Nel rapporto di maggio 2025 sulla Ricostruzione del Centro Italia vanno comunque riportate, nonostante le difficoltà plurime segnalate, che la ricostruzione privata ha registrato 22 mila autorizzazioni e sono quasi 8700 quelle in corso, mentre quella pubblica, su oltre 3500 interventi programmati, vedrà avviati entro l’anno 1200 cantieri. Infine, previsto nel nuovo DL economia n. 95 approvato con il DL 95 del 30 giugno 2025, due novità riguardo la ricostruzione del Centro Italia post sisma 2016. La prima è la proroga per la rendicontazione del Superbonus 110 al 31.12.26 per tutte le pratiche di ricostruzione privata e l’altra è la proroga della “Zona franca” urbana per tutto il 2025, ovvero programmi di decontribuzione e defiscalizzazione alle imprese nelle specifiche aree.