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Cultura > Teatro e danza

La mitologia del potere nella danza di Bullyache

di Giuseppe Distefano

- Fonte: Città Nuova

Spettacolo rivelazione della Biennale Danza 2025, A Good Man Is Hard to Find del gruppo inglese Bullyache, mette in scena i deturpanti riti del potere di una élite di manager intrappolati emotivamente e in cerca di purificazione

Ph Andrea Avezzù

Meritatamente vincitore del Bando Biennale Danza 2025 per una nuova creazione coreografica internazionale, A Good Man Is Hard to Find – “Un uomo buono è difficile da trovare”del duo di coreografi Courtney Deyn e Jacob Samuel, è stato accolto con grande successo al Teatro alle Tese Arsenale di Venezia, dove campeggia un lungo tavolo da sala riunioni squarciata da una parete frontale. Lo spettacolo si apre su un uomo nudo apparso da un angolo della scena, strisciare lentamente come un verme fino a raggiungere un abito a terra che, con impressionante contorsionismo, indosserà usando solo la bocca. Ad osservarlo con piacere sadico c’è un elegante individuo seduto a cavalcioni, il quale ne farà poi oggetto di vessazioni, di abbracci, di balli. Dal fondo oscuro un altro personaggio entra trascinandosi a terra, preso e strattonato, poi tenuto tra le braccia come in una Deposizione. Riferimenti anche religiosi li percepiamo nei disegni astratti appena accennati sulle giacche dei personaggi sulle quali si intuiscono delle raffigurazioni di crocifissi; nel vocalizzo di un’Ave Maria eseguito da una persona delle pulizie (presenza silenziosa e operante quasi sempre presente in scena), costretta a cantarla gattoni sopra il tavolo; e soprattutto nella sequenza finale di uno dei performer lungamente maltrattato (una potente danza corale), cosparso di liquido rosso e deposto come un Cristo morto. Immolato ai piedi di una foto che ritrae un uomo piegato nella sua stessa postura, viene infine fatto oggetto di flash fotografici: come a dire, a quel punto, che il corpo non è più tale, è negato, diventa immagine da sfruttare, oggetto per i social. È il momento in cui viene veramente ucciso.

Nulla di tutto ciò è apertamente dichiarato nello spettacolo, ma la lettura visiva che se ne può trarre allude palesemente, traslando l’aspetto sacro, a un moderno rito sacrificale. Di purificazione. È quella messa in atto dai 6 esponenti di una élite di potenti che si ritrovano per una cerimonia segreta di adepti (riferimento alla Cremazione della Cura al Bohemian Grove in California, raccontata da Jon Ronson nella serie tv The Secret Rulers of the World, di attivisti che vivono al di fuori delle convenzioni politiche, religiose e sociologiche) volta a espiare le colpe della crisi finanziaria del 2008 di Wall Street. Da questo tema trae ispirazione lo spettacolo ideato dal duo Bullyache, mettendo in scena, in un’atmosfera cupa e spregiudicata, diversi rituali di dominio, assoggettamento, minacce, umiliazioni fra i membri di una congrega di manager − infantili nei loro giochi di potere −, in stato di alterazione, dove tutti sono vittime e carnefici allo stesso tempo, dominatori e dominanti.

Ph Andrea Avezzù

Sia per i contenuti, sia per la forma della rappresentazione che unisce, con una peculiare cifra, teatro e danza, riconosciamo riferimenti al cinema di Pasolini (Salò o le 120 giornate di Sodoma) e al teatro di Harold Pinter; alla suspence e alle atmosfere inquietanti della compagnia belga Peeping Tom; alla furia giovanile del collettivo La (Horde); e alle dinamiche teatrali di Pina Bausch (la cita anche uno dei performer nella sensuale passerella dove i loro corpi sono in vendita, coinvolgendo alcuni spettatori). Risultato: un mix esplosivo di energia fisica, di feroce scrittura espressiva, di tematiche legate al potere in tutte le sue forme di oggi e di sempre (i vestiti marroni ricordano quelli della gioventù nazista), che avvince per la danza dei magnifici performer impressa su una partitura elettronica anche live, sovrastata infine dalla musica di Šostakovič. Successo unanime di uno spettacolo A Good Man Is Hard to Find (al debutto assoluto) che accende aspettative su Bullyache, coppia da tenere d’occhio. E sono tutti da citare gli interpreti: Sam Dilkes, Giacomo Luci, Oscar Jinghu Li, Connor Scott, Pierre Loup Morillon, Frank Yang.

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