Allarme fra i cattolici in Myanmar per la decisione della Giunta Militare, attraverso la Commissione per la Sicurezza e la Pace dello Stato del Myanmar, di demolire la cattedrale cattolica di Taungoo (Taungngu), costruita alla fine del XIX secolo su un terreno concesso dall’autorità britannica che all’epoca governava la regione. Protagonisti dell’edificazione della chiesa, come pure della comunità dei cattolici locali, erano stati i missionari del Pime, evangelizzatori di quella zona dell’allora Birmania. L’attuale decisione, comunque, non interessa solo il sito cattolico, ma coinvolge anche una ventina di luoghi considerati sacri dal buddhismo, religione della stragrande maggioranza della popolazione del Myanmar.
La ragione ufficiale fornita dalle autorità per la demolizione di questi siti religiosi è l’intenzione di allargare un’area di scavi archeologici alla ricerca della leggendaria Ketumati, l’antica capitale della Dinastia di Taungoo (1486-1752). I 16 monasteri buddhisti, la chiesa e il convento cattolico, un centro di ritiri e una pagoda buddhista, colpiti dalla decisione del governo, sono tutti situati all’interno della cosiddetta “zona culturale”. Le comunità religiose, nonostante le affermazioni ufficiali delle autorità, sono confuse e preoccupate e ritengono che si tratti di un ulteriore passo per limitare attività religiose di qualsiasi tipo. Questa, infatti, non è che l’ultima di una lunga serie di misure intimidatorie nei confronti delle varie forme di religiosità del popolo birmano. Da febbraio 2021, quando si verificò il golpe che riportò il Paese sotto il controllo totale della giunta militare, si è registrata la distruzione di oltre 300 siti religiosi in varie parti del Paese del Sud-Est asiatico. Questo è, spesso, avvenuto durante o a seguito, dei molti attacchi aerei o raid punitivi anche in zone remote del Paese. L’opposizione, attualmente in esilio, ritiene che il leader della giunta, Min Aung Hlaing, faccia uso di questa politica per minare la resistenza religiosa e civile della popolazione profondamente credente e spirituale.
Per quanto riguarda i luoghi di culto cristiani già colpiti negli ultimi 4 anni, si deve ricordare che, dopo il colpo di Stato, i militari hanno costretto allo sfollamento forzato i vescovi di diverse diocesi: Hakha nello Stato Chin, Bhamo nello Stato Kachin, Loikaw nello Stato Karen e Lashio nello Stato Shan settentrionale. Ora, anche la sede vescovile di Taungoo è minacciata in modo simile. In un recente esempio di questa escalation di violenza, la cattedrale di Bhamo è stata incendiata solo tre mesi fa dai soldati della giunta militare, provocando un’insicurezza sempre maggiore nei fedeli. Tuttavia, come detto, non sono solo i cristiani ad essere nel mirino della giunta. Anche i buddhisti sono spesso oggetto dello stesso trattamento.
La città di Toungoo ha una notevole importanza nella storia di questa parte del sud-est asiatico. Pur contando oggi circa 70 mila abitanti, è un centro molto ricco di storia che risale fino al XII secolo. Fu, infatti, fondata nel 1280, e, nel corso dei secoli, è via via passata sotto il controllo di diverse dinastie che si sono succedute nella storia della Birmania. Nel XVI secolo, la città divenne il polo di aggregazione del popolo birmano, trovandosi al centro di scontri e conflitti sia con cinesi che con popolazioni del Siam (l’attuale Thailandia), ma anche dell’attuale stato di Manipur, che si trova in India. Oggi è abitato da un notevole numero di karen, famosa tribù che estende la sua presenza anche in India e in Thailandia.
Le autorità affermano di portare avanti degli scavi che permetteranno di riportare alla luce segni della presenza dell’antica capitale dei regni di quella regione. Tuttavia le reali motivazioni paiono essere ben diverse. Nella diocesi di Taungngu, il numero dei cattolici si aggira attualmente attorno alle 44 mila persone su una popolazione totale di circa 3 milioni e mezzo di abitanti.