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Persona e famiglia > Noi due

Quando la dipendenza affettiva diventa eccessiva

di Benedetta Ionata

- Fonte: Città Nuova

L’unione emotiva e il desiderio dell’altro vissuti in maniera disfunzionale possono somigliare alle altre forme di dipendenza come sostanze, azzardo, lavoro, sesso, shopping… Per liberarsene bisogna agire sulle ferite personali del passato aiutati da un professionista

In un certo senso, un po’ di dipendenza dal partner è parte di ogni storia d’amore che possa definirsi tale, soprattutto nella fase dell’innamoramento, caratterizzata da un forte senso di intimità e passione, in cui il senso di fusione è particolarmente forte.

L’amore romantico è parte naturale dell’esperienza umana: l’attenzione viene direzionata sull’oggetto d’amore, si riorganizzano le priorità, c’è un aumento di energia e sensazioni di euforia, si vivono sbalzi d’umore, si hanno risposte del sistema nervoso simpatico come sudorazione e batticuore, si ha un elevato desiderio sessuale e possessività sessuale, si sperimentano pensieri ossessivi sull’altro e desiderio per l’unione emotiva, si promuovono comportamenti orientati allo scopo e si prova una intensa motivazione per ottenere e mantenere il legame.

Quando le caratteristiche più dipendenti però diventano rigide e pervasive e assumono la connotazione di necessità e bisogni assoluti, il rischio è di cadere nel versante più disfunzionale del legame amoroso, quello relativo alla dipendenza affettiva patologica. Tutto ciò può avere effetti negativi sul benessere e sulla salute generale dell’individuo e della relazione stessa, manifestando caratteristiche molto simili a quelli attribuiti ai comportamenti di dipendenza.

Negli ultimi anni la dipendenza affettiva ha attirato molto l’interesse della comunità scientifica, proprio perché ha molte somiglianze con altre forme di dipendenza, e per questo viene classificata tra le nuove dipendenze di tipo comportamentale, tra cui si ritrovano la dipendenza da Internet, il gioco d’azzardo patologico, la dipendenza da sesso, la dipendenza da sport, lo shopping compulsivo, la dipendenza da lavoro. È infatti a tutti gli effetti una dipendenza, ed è stata studiata partendo dalle analogie riscontrate con la dipendenza da sostanze, perché condivide caratteristiche psicopatologiche proprio con quest’ultima, caratterizzata da una ricerca spasmodica dell’oggetto della dipendenza senza il quale l’esistenza appare priva di senso.

Per questo motivo, avendo molte caratteristiche in comune, la dipendenza affettiva può essere molto pervasiva per chi ne soffre, andando a minare anche molte aree del funzionamento. In questa condizione il soggetto è estremamente bisognoso di guida, supporto e protezione, e l’altro, l’oggetto della dipendenza, è estremamente idealizzato.

Inoltre, il soggetto che diventa dipendente dall’amore, vive spesso stati di paura di abbandono generati dal sentirsi indegno d’amore. Ma più ha paura di venire abbandonato, più acuisce i tentativi di controllare gli altri, mettendo in atto comportamenti di sacrificio, cura e disponibilità, apparendo estremamente compiacente nella speranza di stabilizzare e far durare la relazione.

Dunque, ricapitolando, ciò che determina la dipendenza dall’amore è il direzionare tutti i propri sentimenti, pensieri e comportamenti verso il proprio oggetto d’amore; sentire il bisogno di passare sempre più tempo con quella persona amata e passare sempre più tempo a pensarla; provare disagio emotivo; provare sintomi di astinenza quando la persona amata non è con noi; interferenza con le attività quotidiane come amicizie, lavoro, tempo libero e studio.

Quest’ultima spiegherebbe una riduzione delle attività sociali, professionali e del tempo libero, con conseguente riduzione della qualità della vita: avendo puntato tutta l’attenzione sul partner e avendoci investito tutte le proprie risorse, rimane ben poco del tempo speso per se stessi, per le proprie passioni e per la propria vita.

Queste insicurezze spesso non derivano dal nostro partner attuale, bensì dalla nostra storia personale passata perché, crescendo, le nostre figure di riferimento non sono state in grado di farci sentire saldamente legati a loro. Ma le ferite psicologiche precoci, per quanto gravi, possono essere guarite, anche se potrebbe essere necessario collaborare con un professionista per facilitare questa guarigione. Ad ogni modo, la motivazione e la spinta al cambiamento deve partire da noi, e siamo sempre noi stessi a doverci “riparare” dall’interno, andando a correggere ciò che non si è sviluppato correttamente, mentre il nostro partner, anche con le migliori intenzioni, non ha la stessa possibilità di accedere a questa nostra parte interiore.

Tutto ciò, dunque, ci offre il vantaggio di poter promuovere una riflessione profonda, una crescita personale e la possibilità di costruire in futuro relazioni più sane e soddisfacenti, diventando un’opportunità per la crescita personale e la scoperta di nuove possibilità.

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