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Cricket: la prima volta dell’Italia alla Coppa del mondo

di Roberto Catalano

- Fonte: Città Nuova

“Cricket: lo sport per tutti. Scopri il cricket in Italia: un gioco, una passione, una comunità”. Questa è la frase che campeggia sul sito della Federazione Italiana Cricket, che annuncia la partecipazione della nostra nazionale alla Coppa del Mondo di questo sport tipicamente inglese. È la prima volta per la nazionale italiana di cricket.

Il giocatore di cricket Glenn Maxwell dell’Australia prima della seconda partita maschile T20I tra Australia e Sud Africa allo stadio Marrara di Darwin, Australia, 12 agosto 2025. Foto: EPA/JONO SEARLE AUSTRALIA E NUOVA ZELANDA via Ansa

Il cricket è praticato, oltre che nella madre patria britannica, in Paesi come l’Irlanda e il Canada, ma soprattutto in Australia, India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Indie Occidentali (Caraibi), Sud Africa, Kenya e pochi – davvero pochi – altri. In Italia, in tempi recenti, questo sport è arrivato soprattutto, anche se non solo, grazie ai migranti del sub-continente indiano che hanno cominciato a praticarlo provocando simpatia e curiosità fino a dar vita a tornei regionali e nazionali e, infine, ad una nazionale e una federazione a tutti gli effetti.

Nel luglio scorso è arrivata la soddisfazione più grande per i tifosi di cricket: la qualificazione dell’Italia alla prossima T20 World Cup 2026, in programma tra India e Sri Lanka nei mesi di febbraio e marzo 2026. La Coppa del Mondo T20 maschile ICC (International Cricket Council) si è tenuta per la prima volta nel 2007. Il primo torneo si è svolto in Sudafrica, dove l’India ha sconfitto il Pakistan in finale.

La storia di questa coppa è semplice. Quando la Benson & Hedges Cup si concluse nel 2002, l’Ecb (il Consiglio inglese del cricket) cercò di lanciare un’altra competizione di un giorno per coinvolgere le giovani generazioni, in risposta al calo del pubblico e alla riduzione degli sponsor. Il Consiglio voleva offrire un cricket veloce ed emozionante, accessibile anche ai tifosi che erano scoraggiati dalle versioni più lunghe del gioco. Tradizionalmente, infatti, le partire duravano cinque giorni con tanto di pause mattutine e pomeridiane per la tradizionale “cup of tea” (il the inglese).

Dalla fine degli anni Settanta del secolo scorso sono diventati sempre più popolari i cosiddetti “One Day International”, che si giocano in una giornata: una squadra batte al mattino e l’altra riceve e, al pomeriggio, si scambiano i ruoli. Vince chi riesce a ottenere il maggior numero di “run” (corse) fra i tre paletti, senza perdere il legno che li sovrasta (wicket).

Un ulteriore modifica è stata introdotta all’inizio del millennio con il cosiddetto T20, (il formato di 20 over, con 20 palline giocabili; tradizionalmente sono, invece, 50). Ed è proprio nella Coppa del Mondo di questo formato di gioco del cricket che la nazionale azzurra ha ottenuto la storica prima qualificazione.

Attualmente, nel ranking mondiale di questo tipo di cricket l’Italia figura in 28a posizione mentre è sesta in Europa, dove, a parte i Paesi del Regno Unito, o ad essi in qualche modo collegati, domina l’Olanda. L’Associazione Cricket Italiana, oggi Federazione, è nata a Roma nel 1980, ed è stata riconosciuta a livello internazionale quattro anni più tardi.

Nello stesso anno, la neonata nazionale italiana organizzò la prima tournée a Londra, patria di questo sport. Disputò sette incontri, riuscendo addirittura a vincerne uno. La prima partita internazionale dell’Italia fu quella con la Danimarca nel 1989. Dopo anni di incontri internazionali tra compagini europee come Francia e Germania, e grazie al graduale sviluppo del cricket nell’Europa continentale dal 1996, la nazionale italiana ha preso parte al primo Campionato Europeo, giocatosi in Danimarca, terminando al 7º posto. L’anno seguente, per la prima volta, l’Italia ha partecipato all’ ICC Trophy terminando al 21º posto.

Nella successiva edizione dei campionati europei del 1998 si è piazzata al 5º posto. Dopo alterne vicende, nel gennaio 2021 Gareth Berg, nato in Sud Africa e naturalizzato prima inglese ed ora anche italiano, è diventato l’allenatore/giocatore della Nazionale Italiana. La sua guida, esperienza e talento hanno favorito il salto di qualità fino alla recente qualificazione.

Attualmente in Italia sono registrati 71 club, che si concentrano soprattutto nel Lazio e in Lombardia, ma sono presenti anche in quasi tutte le altre regioni. Si giocano quattro campionati maschili e uno femminile. Ci sono, poi, le competizioni giovanili e quelle regionali. La popolarità di questo sport è in continua ascesa anche per la politica della Federazione che sta promuovendo il cricket all’interno delle scuole.

Non dobbiamo dimenticare, comunque, che, sebbene di interesse e sviluppo recente, questo sport era presente in Italia già nel 1793, quando è stato giocato il primo match a Napoli, tra due squadre formate da equipaggi della flotta di Lord Nelson. Il vero padrino di quella partita fu un colonnello dell’esercito napoletano di nome Francis Maceroni, che viene oggi ricordato per essere stato il primo patrocinatore del cricket Italiano.

Comunque, doveva trascorrere un secolo, prima che venisse fondata la prima squadra di cricket sul territorio italiano. Nel 1893 venne infatti fondato il Genoa Cricket and Football Club, composto inizialmente da soli inglesi, che avrebbe dovuto alternare al cricket il football nella stagione invernale. La squadra che vinse il primo torneo italiano nel 1898 era composta per 5 undicesimi da giocatori di nazionalità inglese.

Al Genoa seguirono il Milan e l’Internazionale Torino, mentre a Roma, nel 1903, si costituì il Roman Cricket and Football Club. Si trattava di circoli nei quali il cricket compariva solo nella denominazione, o comunque aveva poco peso, lasciando sempre più spazio all’emergente football.

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