Immagina un lungo nastro d’acqua che serpeggia attraverso la campagna inglese: un’oasi di vita selvaggia, inaspettata, nel cuore delle Midlands. Questo è il Grand Union Canal. La nascita di questo corso d’acqua risale al XVIII secolo, quando furono costruiti i primi canali per facilitare il trasporto di merci tra le regioni industriali delle Midlands, regione situata nella parte centrale dell’Inghilterra, e Londra.
Oggi è utilizzato principalmente per la navigazione turistica e per scopi ricreativi ma, in questa occasione, vorrei mettere a fuoco un altro aspetto importante del Grand Union Canal. Questo lungo canale d’acqua del Regno Unito, è molto più di una semplice via d’acqua, è una vera e propria oasi di biodiversità in mezzo alla campagna inglese perché ospita una grande varietà di specie animali e vegetali, tutte importanti per mantenere l’equilibrio del suo ecosistema.
Ho avuto la fortuna di navigarlo recentemente, scoprendone la sua ricchezza. Anche se il mio viaggio è durato solo un giorno, mi sono immersa con sorpresa in questo mondo così variegato e rasserenante. Lungo il percorso puoi vedere anatre che nuotano pacificamente, eleganti cigni, aironi che pescano con pazienza e martin pescatori che si tuffano per catturare i pesci.
Sotto la superficie dell’acqua, nuotano carpe, lucci e tanti piccoli pesciolini, ognuno con un ruolo fondamentale nella catena alimentare del canale. Capita di vedere libellule che danzano nell’aria, farfalle che svolazzano tra i fiori, e i coleotteri acquatici che esplorano il mondo sommerso, tutti insetti che sono parte vitale dell’ecosistema.
Le ninfee galleggiano sulla superficie dell’acqua, i giunchi e le canne crescono lungo le rive offrendo riparo e nutrimento a molti animali. Anche i ratti d’acqua trovano casa lungo il canale, e in alcune zone sono addirittura protetti perché sono una specie a rischio.
Ma la ricchezza di specie del Grand Union Canal non è solo una questione di bellezza estetica; è la chiave per la sua stessa sopravvivenza. Ogni pianta e animale gioca un ruolo importante. Se una specie dovesse scomparire, si potrebbe creare un effetto a catena che mette a rischio l’intero ecosistema. Pensiamo a cosa succederebbe se tutti i pesci sparissero: gli uccelli che si nutrono di pesci non avrebbero più cibo! Se poi pensiamo ai cambiamenti climatici, avere una grande varietà di piante e animali significa avere più possibilità che alcune specie siano più adatte di altre a sopravvivere al caldo.
Ci fa riflettere su questo anche la Laudato si’ lì dove si parla in modo esplicito della perdita di biodiversità: «Le diverse specie contengono geni che possono essere risorse-chiave per rispondere in futuro a qualche necessità umana o per risolvere qualche problema ambientale» (LS 32).
«Ma – continua il testo – non basta pensare alle diverse specie solo come eventuali “risorse” sfruttabili, dimenticando che hanno un valore in sé stesse. Ogni anno scompaiono migliaia di specie vegetali e animali che non potremo più conoscere, che i nostri figli non potranno vedere, perse per sempre. La stragrande maggioranza si estingue per ragioni che hanno a che fare con qualche attività umana. Per causa nostra, migliaia di specie non daranno gloria a Dio con la loro esistenza né potranno comunicarci il proprio messaggio. Non ne abbiamo il diritto» (LS 33).
La biodiversità non è solo una questione di equilibrio ecologico, ma un patrimonio inestimabile: il racconto di milioni di anni di evoluzione che rischia di interrompersi a causa dell’azione umana. Conoscerla e imparare ad apprezzarne il valore è il primo passo per proteggerla. Solo così potremo condividere questa consapevolezza con chi ci sta intorno e contribuire, ognuno nel proprio piccolo, a salvaguardare questo tesoro per le generazioni future.
Per attuare tutto questo, potrebbe esserci d’aiuto anche la lettura, durante le vacanze, di un buon libro sulla biodiversità, che ci aiuti a comprendere meglio il nostro mondo, ad apprezzarne la bellezza e la complessità, e ad agire responsabilmente per proteggerla.