C’è anche la pista nera dietro la strage di via d’Amelio? L’interrogativo è d’obbligo attorno a una vicenda che ha catalizzato l’attenzione pubblica nazionale su un tema caldo nelle ultime settimane.
Borsellino, dopo il 23 maggio 1992, stava indagando sulla strage che era costata la vita al magistrato suo amico Giovanni Falcone, all’altro componente del pool antimafia con cui aveva condotto le inchieste che avevano portato a smantellare Cosa Nostra. In questi giorni è emersa la notizia di un verbale, ritrovato tra i documenti d’archivio, di una riunione della Procura di Caltanissetta e quella di Palermo sulla strage di Capaci, in cui si fa cenno anche a questa ipotesi.
Trentatrè anni dopo non è stata ancora detta la parola “fine” sui procedimenti giudiziari e sui mille dubbi e interrogativi che ruotano attorno alle stragi del ’92 e, in qualche modo, anche su quelle del 1993 (l’autobomba in via dei georgofili a Firenze, nei pressi dello Stadio Olimpico a Roma e poi a Milano)
Di recente è stato ritrovato un appunto dell’ex capo della Squadra Mobile di Palermo, Arnaldo La Barbera. L’appunto porta la data del 20 luglio, cioè l’indomani dell’uccisione del giudice Borsellino. La Barbera scrive di avere consegnato al procuratore di Caltanissetta, Giovanni Tinebra, «uno scatolo in cartone contenente una borsa in pelle e una agenda appartenenti al giudice Borsellino». Cosa si intende per agenda ? Si tratta forse dell’ormai famosa “agenda rossa” che Borsellino portava sempre con sé e che sparì dopo la strage. Si era sempre ipotizzato che fosse stata fatta sparire dalla mafia, ma oggi potrebbe emergere un’altra novità. Anche perché di quella consegna non rimane altra traccia. La borsa è stata oggi esposta a Montecitorio, una scelta che ha fatto discutere e che vedi alcuni favorevoli e altri contrari. Ma se la borsa è arrivata fino a noi, dell’agenda invece si è persa ogni traccia. Era appunto la famosa agenda rossa da cui il giudice non si separava mai? E se non fosse quella, che fine ha fatto l’agenda sequestrata e consegnata a Tinebra?
Nel giugno scorso, i magistrati che conducono l’inchiesta di uno dei tanti filoni del delitto Borsellino hanno disposto delle perquisizioni nelle abitazioni (due a Caltanissetta e una ad Acitrezza, nei pressi di Catania) di Giovanni Tinebra, l’ex magistrato di Caltanissetta scomparso nel 2017. Tinebra – si è appreso in questi anni – faceva parte di una loggia massonica coperta a Nicosia fin dal periodo in cui aveva lavorato come magistrato a Enna.
Intanto, anche quest’anno arriva il momento delle celebrazioni. Celebrazioni organizzate in tono minore e che il 19 luglio vedranno la presenza a Palermo in via D’Amelio della leader del Partito Democratico, Elly Schlein. L’anniversario cade in un momento difficile per la tenuta del governo di centrodestra guidato a Palermo da Renato Schifani e che è stato sconvolto dalle recenti inchieste che hanno coinvolto il presidente dell’Assemblea regionale Siciliana, Gaetano Galvagno e l’assessorato al Turismo, guidato da Elvira Amata, entrambi esponenti di spicco della destra meloniana in Sicilia.
Numerose manifestazioni sono in programma in varie città dell’isola, tra l’altro a Bagheria e a Marina di Ragusa. Al Parco archeologico di Catania, al Teatro Antico, sarà portato in scena lo spettacolo “La grande menzogna”, scritto e diretto da Claudio Fava.
La tv dedica spazio a questo importante anniversario. Da segnalare le due serate programmate da Tv2000: venerdì 18 luglio, in seconda serata, sarà trasmesso il documentario “Falcone e Borsellino. Il fuoco della memoria”, e sabato 19 luglio sarà trasmesso in prima serata il film “Paolo Borsellino. I 57 giorni” di Alberto Negrin, con Luca Zingaretti. In programma anche il documentario “Borsellino. La messa del giudice”.