La bellezza dei mercati rionali, il sapore della loro storia, perchè no, della loro umanità, visto il rapporto di fiducia, la relazione stretta che si può creare tra venditore e cliente. Senza dimenticare la loro colorata vitalità, i loro suoni, le storie al loro interno, l’intenso rapporto col territorio, la tradizione di cui si fanno quotidianamente difensori.
È attraversata da queste caratteristiche e da piacevoli emozioni, da atmosfere gradevoli e festose, l’interessante docuserie Food Markets, profumi e sapori a km 0, dal 10 luglio su Sky Documentaries, con cinque puntate fino al 24 del mese – ma tutto, come sempre, si può vedere anche in streaming su Now e on demand.
I protagonisti tornano ad essere i più importanti mercati rionali d’Europa: angoli urbani non trascurabili, pulsanti, vivaci, a volte antichi, sempre significativi delle città. Luoghi che «colmano le distanze tra città e campagne», dice la voce narrante nell’introduzione di ogni puntata.
In questa stagione si entra nel mercato di Porto: il Mercado do Bolhão, detto il mercato delle donne. Poi dentro quello di Francoforte: il Kleinmarkthalle, fulcro gastronomico della città. E ancora, nel più antico mercato alimentare di Cracovia: lo Stary Kleparz, crocevia vivace di tradizioni e sapori locali. C’è anche il mercato di Bucarest: il Piata Obor, più di un semplice mercato alimentare, ma una vetrina vivente dei sapori e delle tradizioni rumene.
Infine, nel terzo episodio della nuova stagione di Food Markets – una serie di Stefano Tealdi prodotta da Stefilm International – si cammina tra i banchi del mercato Trionfale di Roma: grande amico della cucina romana, fondamentale polo gastronomico della città, con 273 bancarelle poggiate all’ombra del cupolone, a due passi dalle mura Vaticane, nel cuore del quartiere Prati. Puntarelle e baccalà, cimaroli e porchetta, vignarola e zucchine romane, col fiore. Il dialetto e la spontaneità, ma anche la competenza, l’esperienza e la passione, anche se è un lavoro duro, «faticoso», precisa Loredana, grande esperta di carciofi.
Sprazzi di economia a misura d’uomo, e poi elogio della qualità, col rispetto e la cura delle ricette tradizionali, attraverso i prodotti che le rendono possibili. Relazione tra cibo e territorio, infine, visto che, tratteggiando i profili dei vari venditori, si raccontano storie di lavoratori in relazione agli spazi della città, o subito a ridosso.
Sempre nella puntata di Roma, per esempio, si incontrano Carlo e sua moglie che coltivano 15 ettari di campagna romana, pianura fondamentale per una città che ha mantenuto un rapporto forte col suo contorno agricolo. Prima del loro racconto, tra i campi coltivati di Castel di Guido, non lontani dal mare, ascoltiamo quello di Davide Sagliocco, chef che ha avuto l’onore di cucinare per Papa Ratzinger (racconta sempre la voce narrante) ed ha aperto una scuola di cucina per giovani sulla via Appia Antica.
Perché le puntate di Food Markets entrano nei mercati, vi passeggiano, dialogano con chi li vive ogni giorno, ma sanno anche uscirne per raccontare l’essere ponte di questi luoghi pittoreschi e preziosi con le loro città. L’essere parte di una filiera che produce lavoro e cultura; l’essere frammento importante di un viaggio dentro le città stesse che è culturale e storico attraverso quel gastronomico che unisce, che facilita l’incontro e offre elementi biografici di un popolo e di una terra.
Oltrechè regalare piacere antico, pulito, costruttivo.