Musica, colori, sorrisi, incontri… sono questi gli elementi che riempivano l’atmosfera della 5ta edizione della Festa dei popoli a Fano, nelle Marche, organizzata dall’Ufficio pastorale Migrantes della diocesi di Fano in collaborazione con la Caritas diocesana, le Acli, l’Assemblea legislativa delle Marche, la Diocesi e il Comune di Fano.
Anche la location dell’evento, situata sul lungomare della città, introduceva facilmente a quella che era la tematica dell’incontro: “Mediterraneo, sulle rotte della libertà e della fraternità”, un approfondimento fatto da testimonianze che hanno illustrato alcune buone pratiche che favoriscono la pace e l’accoglienza reciproca fra i popoli del Mare Nostrum.

Il coordinatore della Festa dei popoli di Fano, don Alessandro Messina (a destra), insieme al vescovo Andrea Andreozzi. Foto: Candela Copparoni
Salah Methnani, giornalista di Rai News, ha proiettato il documentario “Una strada a doppio senso, storie di migrazione tra Italia e Tunisia”, il quale è stato un punto di partenza per parlare dell’accoglienza di persone migranti non solo da parte dell’Europa, ma anche di quelle che in passato erano state costrette a emigrare dall’Italia. Questo scambio ha originato un intreccio di storie di multiculturalità, come la sua stessa, vissuta fra le due rive del Mediterraneo.
In seguito, la sottoscritta ha raccontato dell’esperienza fatta sulla Bel Espoir, la scuola nave per la pace che durante otto mesi mette insieme giovani delle 5 sponde del Mare Nostrum per trovare attraverso il dialogo vie pacifiche per affrontare le grandi sfide contemporanee. Un’avventura che ci fa sentire tutti vulnerabili nell’immensità del mare, ma che allo stesso tempo ci rivela che la nostra fortezza emerge in unità con gli altri, indipendentemente dalle appartenenze geografiche o religiose.
La tavola rotonda si è chiusa con l’intervento dell’attivista Luca Casarini, che ha presentato il suo libro La cospirazione del bene, il quale mette luce sulla questione dei salvataggi in mare e sulla persecuzione legale delle ong che si impegnano ad evitare che ci siano altri morti in queste acque. Lo si aspettava in presenza, invece si è collegato online perché, proprio a causa del lavoro umanitario che svolge, ha subito spionaggio da parte dei servizi segreti e doveva occuparsi di chiudere alcuni punti con gli avvocati. La sua preoccupazione non era rivolta a nascondere nessun tipo di informazione, come lui ha affermato, bensì a proteggere fra i suoi contatti le fonti che potrebbero vedere la propria vita in pericolo.
Durante la Festa, a cui ha partecipato anche il vescovo di Fano, Andrea Andreozzi, non sono mancati i momenti di condivisione, dalla premiazione per i tornei internazionali di beach volley e calcetto, al laboratorio teatrale organizzato dall’Associazione Aenigma aps con un gruppo misto di minori non accompagnati e studenti del liceo scientifico di Fano.
Immancabili sono stati gli stand con cibo e bevanda tipici dei vari popoli che conformano l’attuale comunità locale: Pakistan, Senegal, Gambia, Albania, Ucraina, Etiopia… , così come gli stand delle diverse associazioni: Saturdays for Palestine, Mediterranea, Croce Rossa, le comunità educative Il Sorriso, Casa Lucia e SAI Minori Gomena, Millevoci, L’Africa Chiama, Allarghiamo gli orizzonti, Associazione comunità Papa Giovanni XXIII, Mondo solidale, Impronte femminili, Centro missionario diocesano, e altre associazioni che si occupano dell’accoglienza dei migranti nel territorio provinciale.
Dopo uno spettacolo musicale curato dalle diverse comunità etniche, che hanno condiviso le loro danze tipiche, la serata si è conclusa con un tributo per la Palestina, cantato e suonato da quattro donne in lingua araba. D’altronde, la richiesta di cessate delle violenze contro il popolo palestinese e la riflessione aperta su quanto sta accadendo in Medio Oriente è stata presente durante tutto l’evento.

Stand di Saturdays for Palestine alla Festa dei popoli, Fano, 14 giugno 2025. Foto: Candela Copparoni
Dietro alla preparazione della Festa dei Popoli c’era don Alessandro Messina, direttore dell’Ufficio Migrantes della diocesi di Fano-Fossombrone-Cagli-Pergola.
Come è nato il desiderio di celebrare la Festa dei popoli a Fano?
La festa è nata 5 anni fa per il desiderio di far incontrare le varie realtà persone straniere presenti nel nostro territorio, perché soltanto nella conoscenza reciproca ci si può aprire all’accoglienza. Perciò si è pensato a creare un momento di scambio culturale e di tradizioni, per favorire un clima di fraternità fra la comunità italiana di Fano e le varie comunità etniche della diocesi.
Perché avete scelto per quest’anno la tematica delle migrazioni nel Mediterraneo?
Ogni anno proponiamo un tema specifico legato al fenomeno migratorio su cui accendere i riflettori. Precedentemente abbiamo trattato il tema delle seconde generazioni, le donne e le guerre, i minori non accompagnati… Non vuole essere un momento solo divulgativo, per cui è seguito da un impegno specifico in un determinato progetto.
In questo caso, l’idea mi è venuta dopo aver partecipato ad agosto 2024 con una barca di appoggio della Mare Jonio a tre interventi di salvataggio. Il Mediterraneo è un luogo di incontro, di fraternità, di scambio… Non ci rassegniamo all’idea che sia un posto in cui naufraga la fraternità.
Quali sono i frutti più evidenti che lascia questo evento?
Una maggior conoscenza e collaborazione tra le varie realtà e associazioni di immigrati che ci sono a Fano. Oltre alla sensibilizzazione sulla loro presenza nel nostro territorio, che è una costante del nostro lavoro, serve ad aumentare il clima di fraternità fra le varie comunità. Ad esempio, una delle feste precedenti ha contribuito alla formazione del Forum multiculturale della città di Fano, che raccoglie le diverse associazioni.
Quest’anno la novità è che abbiamo incontrato più di 15 classi di liceo di Fano con cui abbiamo trattato queste tematiche, e in seguito i giovani del liceo scientifico sono stati attivamente coinvolti grazie al programma di alternanza scuola-lavoro.
Vi state già organizzando per rifarlo l’anno prossimo? Quali sono i possibili temi?
Il tema ancora non l’abbiamo scelto, ma certamente c’è il desiderio di continuare. Per adesso ci sono alcuni appuntamenti annuali a cui saremo presenti, come la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che quest’anno verrà celebrata il 4 e 5 ottobre in occasione del Giubileo dei migranti.