«La forma sinodale della Chiesa è al servizio della sua missione e qualunque cambiamento nella vita della Chiesa ha lo scopo di renderla più capace di annunciare il Regno di Dio e testimoniare il Vangelo del Signore agli uomini e alle donne del nostro tempo». È quanto si legge nelle «Tracce per la fase attuativa del Sinodo», pubblicate proprio in questi giorni. Il documento dà continuità al cammino avviato da papa Francesco e rilanciato da Leone XIV fin dalle sue prime parole nelle quali esprime l’auspicio di crescere come «una Chiesa missionaria, una Chiesa che costruisce i ponti, il dialogo, sempre aperta ad accogliere…».
Le Tracce, quindi, si propongono di offrire «al Popolo di Dio nuove opportunità di camminare insieme e di riflettere su queste esperienze per coglierne i frutti in ordine alla missione e condividerli». Il documento, infatti, si rivolge «a tutto il Popolo di Dio, che del cammino sinodale è il soggetto, e in particolare ai vescovi ed eparchi, ai membri delle équipe sinodali e a tutti coloro che a vario titolo sono impegnati nella fase dell’attuazione, con l’obiettivo di far sentire loro il nostro sostegno e proseguire nel dialogo che ha contraddistinto l’intero processo sinodale».
Sinodalità vuol dire anche corresponsabilità. Tutti i battezzati sono chiamati a partecipare alla missione evangelizzatrice della Chiesa, ed è una chiamata a cui bisogna rispondere insieme: «Poiché la sinodalità è “dimensione costitutiva della Chiesa” (DF, n. 28), non può trattarsi di un percorso limitato a un nucleo di “tifosi”».
Nel solco di questo cammino, papa Leone XIV conferma i gruppi di studio istituiti da Francesco per approfondire la riflessione su alcuni temi da un punto di vista canonico, teologico e pastorale, e ne aggiunge altri due: uno che riguarda «la liturgia in prospettiva sinodale» e uno su «lo statuto delle Conferenze episcopali, delle Assemblee ecclesiali e dei Concili particolari».
Le Tracce per la fase attuativa del Sinodo intendono dare ulteriore slancio e continuità all’impegno di molte chiese locali che stanno già mettendo in atto il cammino sinodale e incoraggiare quelle che sono ai primi passi o che si stanno interrogando su come intraprendere la fase attuativa. In questo cammino, la Segreteria generale del Sinodo avrà il compito di ascoltare, accompagnare, sostenere l’impegno delle chiese locali e contribuire a facilitare il dialogo e lo scambio di doni per costruire unità. Avrà anche il compito di accompagnare l’organizzazione delle Assemblee continentali di valutazione (nel 1° quadrimestre 2028) e di organizzare l’Assemblea ecclesiale di ottobre 2028.
Nel testo si sottolinea che «il primo responsabile» della fase attuativa in ogni Chiesa locale è il vescovo diocesano o eparchiale, che dovrà avvalersi della collaborazione di organismi come i Consigli (presbiterale, pastorale, affari economici) e delle équipes sinodali diocesane/eparchiali, il cui contributo è stato prezioso nella fase iniziale e sarà fondamentale anche nella fase attuativa. Le équipe già esistenti, dunque, saranno ulteriormente valorizzate e rinnovate, riattivate se sospese. Delle équipe, si ricorda, fanno parte «laiche e laici, presbiteri e diaconi, consacrate e consacrati di diversa età e portatori di differenti culture e modelli di formazione». Si valuterà anche l’opportunità di invitare, come “osservatori”, alcuni rappresentanti di altre comunità cristiane o religioni.
L’obiettivo della fase attuativa, spiega il documento, «è discernere i passi di conversione di cultura, relazioni e pratiche ecclesiali, e conseguentemente di riforma di strutture e istituzioni. Si tratta di un punto cruciale dell’intero processo: “Senza cambiamenti concreti a breve termine, la visione di una Chiesa sinodale non sarà credibile e questo allontanerà quei membri del Popolo di Dio che dal cammino sinodale hanno tratto forza e speranza” (DF, n. 94)».
Attenzione, però, a non ridurre il metodo sinodale «a una serie di tecniche di gestione degli incontri», ma a far sì che sia vissuto come «esperienza spirituale ed ecclesiale che implica crescere in un nuovo modo di essere Chiesa». A tal fine, si raccomanda nel testo, la lettura del Documento finale della XVI Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi «va sostenuta e alimentata dalla preghiera tanto comunitaria quanto personale, centrata su Cristo, maestro di ascolto e di dialogo (cf. DF, n. 51) e aperta all’azione dello Spirito».
Prende il via proprio nell’anno giubilare la fase attuativa del Sinodo, un cammino di speranza per tutta la chiesa. Dal 24 al 26 ottobre 2025 le équipe sinodali e gli organismi di partecipazione si riuniranno per celebrare il loro Giubileo, impetrando per la Chiesa il dono di essere sempre più «in Cristo come il sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano» (Lumen gentium, n. 1; cfr. DF, n. 56).