Giovedì 8 maggio il conclave ha eletto il nuovo papa: l’americano di nascita e peruviano per naturalizzazione Robert Prevost, che ha scelto il nome di Leone XIV, il primo pontefice statunitense nella storia della Chiesa cattolica. I cattolici americani hanno accolto l’annuncio con grande gioia e orgoglio.
Sono diversi i luoghi degli Stati Uniti che rivendicano il papa come proprio. Essendo nato a Chicago (il 14 settembre 1955), è ovvio che la metropoli dell’Illinois, con i suoi 1,9 milioni di cattolici, lo consideri un chicagoan. Ma anche New Orleans sostiene di avere un legame diretto con il papa, poiché i suoi nonni materni si trasferirono dalla capitale della Louisiana a Chicago. C’è poi l’università di Villanova in Pennsylvania, un ateneo cattolico dove Robert Francis Prevost si è laureato in matematica, e che ora può vantare un papa tra i suoi ex-alunni.
L’elezione al pontificato di Robert Prevost ha sorpreso molti. Nonostante circolassero voci sulla sua eleggibilità dopo la morte di papa Francesco, tanti ritenevano improbabile l’elezione di un cardinale statunitense. Dato il peso globale degli Stati Uniti, alcuni temevano che un papa americano potesse rendere l’influenza del paese eccessiva.
I partiti politici statunitensi hanno subito iniziato a interrogarsi su quale orientamento potrebbe prendere il nuovo pontificato. In molti si sono interessati alla sua presenza su X, l’ex-Twitter. L’account di Robert Prevost non è più attivo, ma diverse testate giornalistiche hanno riportato alcuni suoi post su X dell’ultimo decennio.
Nel 2015, secondo quanto riportato dal quotidiano Politico, Prevost aveva scritto: “È ora di porre fine alla pena di morte”. Tuttavia, la maggior parte dei suoi post sembrano essere condivisioni di contenuti altrui. Nel 2017 ha condiviso un post del senatore del Connecticut Chris Murphy a favore del controllo sulle armi. Nel 2020 ha rilanciato diversi post a sostegno della famiglia di George Floyd, l’uomo afroamericano di Minneapolis brutalmente ucciso da un poliziotto nel maggio di quell’anno.
Più recentemente, ad aprile scorso, il cardinale Prevost ha condiviso un editoriale che sottolinea la sofferenza dei migranti deportati in El Salvador dall’amministrazione Trump. Ma è di febbraio 2025 il post che ha attirato di più attenzione: Prevost ha condiviso un altro articolo intitolato, “JD Vance sbaglia: Gesù non ci chiede di dare una classifica al nostro amore per gli altri”.

Il cardinale Robert Francis Prevost è stato eletto papa ed ha scelto il nome di Leone XIV. 08 May 2025. Foto ANSA/ETTORE FERRARI
Questa condivisione ha spinto numerosi media a pubblicare titoli come: “Papa Leone è insoddisfatto della politica migratoria statunitense e non resterà in silenzio, dice il fratello” (Guardian); “Il nuovo papa Leone XIV ha attaccato JD Vance su Twitter solo poche settimane fa” (The Daily Beast); “Il Papa sembra a disagio con le politiche di Trump sull’immigrazione” (New York Times).
Dall’altro lato dello spettro politico, l’influencer conservatore Charlie Kirk ha scritto su X che papa Leone XIV “è un repubblicano registrato, e ha votato alle primarie repubblicane quando non viveva all’estero. I nostri dati mostrano che è un repubblicano convinto e pro-life”.
In realtà, in Illinois, dove Robert Prevost era registrato come elettore, non è richiesto di dichiarare un’affiliazione politica al momento della registrazione al voto. Tuttavia, per partecipare alle primarie – cioè alle elezioni che determinano i candidati repubblicani e democratici per le cariche pubbliche – gli elettori devono scegliere a quale primaria partecipare (a quella repubblicana o a quella democratica). Così facendo, gli elettori rendono pubblica la loro adesione al partito per quell’anno, anche se sono liberi di cambiarla alle elezioni successive.
Prevost ha votato alle primarie dei Democratici nel 2008 e nel 2010, e alle primarie Repubblicane nel 2012, 2014 e 2016. Ovviamente alcuni repubblicani considerano questa tendenza recente come prova della sua appartenenza politica, anche se alle elezioni generali del 2012, 2014, 2018, e 2024 non ha dichiarato alcuna affiliazione di partito.
Alla fine chi cerca di incasellare il papa come Repubblicano o Democratico dimentica un punto fondamentale – che molti però ricordano sui social e non solo –, e cioè che la guida religiosa di oltre un miliardo di cattolici non può né deve essere ridotta ad uno schieramento politico.