Come può un evento religioso come il Giubileo ispirare i giovani di oggi, che spesso si sentono disillusi e lontani dalla fede? La risposta potrebbe trovarsi nel cuore di un’iniziativa che unisce diverse comunità cattoliche per accompagnare alla scoperta del rinnovamento spirituale professato dalla fede: questo è il cuore dell’azione “Chiamati ad una sola speranza”. Sarà aperta ai ragazzi per tutto il decorso del Giubileo. Tante sono le associazioni e i movimenti di Roma che stanno lavorando per organizzare questo momento importante, che si inserisce nella più vasta gamma di iniziative del Giubileo dei giovani, con eventi che si terranno nella Chiesa di S. Maria del Carmine a Roma, nel Rione Trevi, dalle 19:00 alle 20:30, un giovedì al mese.
Per iniziare

“Chiamati ad una sola speranza” presso la chiesa di Santa Maria del Carmine, Roma (Foto di Miriana Dante)
Il filo conduttore degli incontri, la speranza, si declina diversamente per ogni mese del 2025. Così è stata scelta una frase della Sacra Scrittura sul tema che si riferisce ai corrispondenti eventi giubilari. Una diversa per ogni incontro. Ad esempio, il prossimo è previsto per giovedì 27 marzo e la tematica sarà il Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità, adolescenti e persone con disabilità. La frase dedicata sarà: “È vero, per l’albero c’è speranza: se viene tagliato, ancora si rinnova, e i suoi germogli non cessano di crescere” (Giobbe 14:7). Insomma, un programma che entra appieno nella vita quotidiana e nei grandi dilemmi dell’esistenza, tentando un approccio concreto che oggi i giovani chiedono alla Chiesa. Tra i movimenti e le istituzioni coinvolte ci sono le Apostole della Vita Interiore, la Comunità Cattolica Shalom, la Comunità delle Sorelle, la Fazenda da Esperança, l’Istituto Id di Cristo Redentore, i Legionari di Cristo, il Movimento dei Focolari, il Movimento Laudato Si’, Nuovi Orizzonti, Regnum Christi, le Suore della Carità di S. Giovanna Antida Thouret e la Via Lucis. L’ultimo incontro previsto è l’11 dicembre 2025 per il Giubileo dei detenuti. (Clicca qui per ulteriori informazioni sugli eventi).
Nascita di un’idea
Parlando con Cesare Borin, membro attivo del Movimento dei Focolari e uno dei fautori dell’iniziativa, scopriamo che l’idea è nata durante un momento di riflessione. Questo ha avuto luogo nella diocesi della città di Frascati, nel Lazio. Con un gruppo che coordina i vari movimenti e le associazioni della diocesi, si è parlato del giubileo imminente. Spiega Cesare: «È grande il desiderio di coinvolgere i giovani in tutte le cose che si fanno. In un piccolo gruppo abbiamo portato avanti l’idea e, condividendola, siamo riusciti ad avere a disposizione la chiesa di Santa Maria del Carmine, nelle vicinanze di piazza Venezia. Il luogo si presta a molte attività e ci sono stati concessi anche gli spazi interni». Così Cesare e le persone che lo hanno affiancato in questo viaggio hanno sparso la voce. Hanno raggiunto altri movimenti cattolici che poi hanno deciso di contribuire in modo unico all’iniziativa.
Per quanto riguarda il giubileo, Cesare lo vede come un’opportunità di partecipazione a grandi eventi e di visita ai luoghi sacri di Roma, ma non solo. Come gruppo, racconta, sono rimasti colpiti dal discorso di papa Francesco nella bolla Spes non confundit (“La speranza non delude” Rm 5,5) durante la cerimonia nella Basilica di San Pietro in Vaticano del 9 maggio 2024. Nel testo, il pontefice afferma che lo scopo del giubileo è quello di nutrire e irrobustire la speranza, una possibilità alla quale i giovani di oggi sono particolarmente sensibili. La cercano e ne necessitano. È per aiutare a coltivare questa fiducia nella vita che il gruppo ha deciso di creare dei seminari, uno al mese, che siano un ambiente più raccolto nella grande cornice del Giubileo, in cui ognuno possa esprimere sé stesso nel proprio percorso di fede e sensibilità culturale.
Una sorta di pellegrinaggio nel pellegrinaggio, alla scoperta dei molteplici carismi della cristianità che possano loro stessi mostrare strade di luce, complementari nella loro diversità. «Così abbiamo iniziato i lavori», spiega: «ora siamo collegati al dicastero dell’evangelizzazione che si occupa delle iniziative del Giubileo e ci coordiniamo con loro».
Cesare ci racconta come, dal suo punto di vista, la bellezza degli incontri preparatori a questa iniziativa risieda in due principali motivazioni. Prezioso è stato l’incontro con i vari gruppi religiosi, i vari carismi, e le proposte ogni volta si sono arricchite di contenuti e modalità sempre nuove, una varietà coinvolgente. A fine gennaio ha avuto luogo il primo momento animato dal Movimento dei Focolari e Nuovi Orizzonti. Più di cento persone sono state presenti, una grande partecipazione, coinvolgimento e gioia. «Ho sentito la speranza», ci racconta Cesare, «una promessa di un nuovo inizio, per rimetterci nel giusto rapporto con gli altri, con il creato e con Dio, che è l’obiettivo del giubileo 2025 di cui parla papa Francesco».
La voce dei giovani organizzatori

“Chiamati ad una sola speranza” presso la chiesa di Santa Maria del Carmine, Roma. (Foto di Miriana Dante)
Briana Santiago ha 33 anni ed è consacrata dal 2020 con la comunità “Apostole della vita interiore”. Questa realtà, nata 35 anni fa a Roma, ha aperto nel 2000 una sede anche negli Stati Uniti. Poi nel 2008 è nata una seconda residenza nella città di College Station in Texas. È lì che Briana ha incontrato le donne che ne facevano parte e ha scoperto il loro ruolo di accompagnamento spirituale da studentessa alla ricerca di significati più profondi della vita. Difatti, le consacrate portano avanti questa missione nelle università, ha spiegato Briana, ma anche a livello missionario nel mondo, dedicandosi alla vicinanza al prossimo. Pur essendo in un’istituzione di tipo religioso, vivono la loro fede nella quotidianità, in maniera molto semplice bensì unica.
Briana racconta di aver studiato ingegneria meccanica, poi lettere. Ma il percorso che ha portato a termine con convinzione, forse più degli altri, è stato il quinquennio filosofico-teologico all’Università Lateranense di Roma. È qui che incontra Rawan, una focolarina. Nasce così, quasi naturale, l’incontro e il confronto tra le due realtà. «La bellezza di questa esperienza ecclesiale tra vari carismi è rimasta forte», spiega Briana. Hanno iniziato a collaborare durante il Covid-19, poi ecco una seconda occasione di impegno condiviso in questo nuovo progetto, “Cammini di speranza”. «Il mio contributo è stato spirituale, nei brani scelti come punto di riferimento per i vari incontri, e artistico. È stato molto stimolante. Un dubbio però mi è sorto nella fase organizzativa: essendo un evento aperto al pubblico e senza prenotazione, non si può sapere prima quanti saranno a partecipare.
A gennaio però la grande sorpresa durante il primo incontro. Sono entrata in Santa Maria del Carmine senza aspettative, con molta curiosità, e ho trovato una chiesa colma di persone. Allora ho capito che non era stato vano il nostro lavoro. È stato emozionante». Il riscontro di questa sensazione positiva condivisa tra gli organizzatori è arrivato anche dopo. In tanti gli hanno scritto per partecipare all’incontro successivo e per capire di cosa si trattasse. Ad oggi, oltre a portare avanti gli incontri mensili, ogni comunità religiosa coinvolta sta preparando degli incontri giubilari nelle proprie realtà, che verranno integrati nell’offerta spirituale di “Chiamati a una sola speranza”, in modo da favorire l’interscambio e la scoperta tra i vari movimenti religiosi.
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