800 rom accolti dalla Diocesi Ambrosiana

Oltre 40 parroci del milanese hanno risposto all'appello del cardinale Tettamanzi e hanno aperto le proprie parrocchie, accogliendo le famiglie nomadi in difficoltà.
rom accolti dalla diocesi di milano

La Chiesa «vuole essere presente dove è presente l’uomo, specie se segnato da povertà ed esclusione». La cura verso i rom «è motivata dal riconoscerci legati a ogni creatura umana con un vincolo di fraternità a partire dalla fede nel Dio Padre di tutti, senza discriminazioni». Milano si fa bella per accogliere l’Expò e inizia con lo sgombero dei principali campi nomadi, ma alle autorità il Cardinale Tettamanzi ricorda: «Che la conquista dell’Expo non diventi il paravento per nascondere i drammi di questa città». Palazzo Marino si fa sentire ricordando che il Cardinale ha tante case e i rom possono essere suoi ospiti. Nessun problema, la chiesa di Milano racconta come in questi anni ha offerto accoglienza e ospitalità proprio ai rom.

 

Sono oltre 40 i parroci che hanno risposto al cardinale quando ha sollecitato solidarietà verso le famiglie nomadi senza tetto. Fra le parrocchie, la Casa della Carità, le associazioni cattoliche come la Comunità di Sant´Egidio, la San Vincenzo e l´associazione Nocetum, e gli ordini dei padri Somaschi e dei frati dell´Opera San Francesco. Attualmente sono oltre 800 i rom ospitati in case della chiesa o affittate col sostegno economico delle parrocchie.

 

In via Padova, alla parrocchia di san Giovanni Crisostomo, don Piero ha aperto le porte dell´oratorio ad una famiglia rom sgomberata dal campo di via Rubattino. «Per loro – spiega il parroco – è stata trovata una casa privata in affitto a Mortara e li aiutiamo a pagare le spese. Sono brave persone, con figli, gente che ha solo bisogno di avere un’occasione per riscattarsi. Era impossibile lasciarli in mezzo alla strada». Sono molti i preti milanesi che condividono il tetto con famiglie di zingari.

 

Fra gli altri anche don Massimo Mapelli, direttore operativo della Casa della Carità, che vive in una cascina con quattro famiglie rom che stavano nei campi attorno a Chiaravalle e con le quali ormai si è creata una specie di «comune», dove si condividono i momenti di festa e i figli da gestire. La Casa della Carità di via Brambilla, a Crescenzago, dal 2005 ha ospitato centinaia di nomadi sgomberati dal Comune in via Capo Rizzuto, via San Dionigi e alla Falck di Sesto San Giovanni. «Per ognuno di loro – spiega don Virginio Colmegna – è stato fatto un progetto personalizzato, con accordi chiari di partenza. Basta con i reati, con l’accattonaggio: i bambini a scuola, gli adulti al lavoro. Con queste premesse siamo riusciti ad aiutare 72 famiglie, circa 350 persone, ad uscire dall’emergenza. Oggi la maggior parte è autonoma, paga l’affitto o il mutuo col proprio stipendio».

 

Un metodo, quello sperimentato da don Colmegna, che viene applicato anche dai volontari della Comunità di sant’Egidio (14 famiglie accolte), dai Padri Somaschi (4 famiglie ospiti, altre 6 sostenute nell’affitto), dalle suore dell’Associazione Nocetum (16 famiglie accolte) e da una miriade di altri piccoli gruppi cattolici milanesi.

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