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Il bradisismo nel Parco dei Campi Flegrei

a cura di Fabio Di Nunno

- Fonte: Città Nuova

Fabio Di Nunno, autore di Città Nuova

Intervista al presidente del Parco Regionale dei Campi Flegrei, fulcro del bradisismo.

Bradisismo nei Campi Flegrei.
Madre con carrozza passeggia sul fondo del cratere della Solfatara, nei Campi Flegrei, vicino a Napoli. L’energia si sta accumulando nel sottosuolo dei Campi Flegrei, il sito di un antico “supervulcano” ora abitato da 360.000 persone. ( Foto ANSA/Cesare Abbate)

Il Parco Regionale dei Campi Flegrei, istituito nel 2003, ha lo scopo di pianificare e programmare azioni finalizzate alla tutela istituzionale delle peculiarità naturali, ambientali e storiche dei Campi Flegrei in funzione del loro uso sociale, promuovendo anche la ricerca scientifica e l’educazione ambientale.

Esso rappresenta un unicum in Italia, poiché i Campi Flegrei, oltre a particolarità ambientali, includono anche aree archeologiche e un complesso di vulcani, con una fortissima urbanizzazione e la presenza dell’uomo da millenni. Proprio per questi motivi, la perimetrazione del parco e la zonizzazione sono state atipiche, definendo aree di riserva integrale, aree di riserva generale e aree di riserva controllata. Questo perché, per l’appunto, nei Campi Flegrei sono presenti beni ambientali, archeologici e monumentali molto importanti, alternati ad aree produttive ed insediamenti urbani ad alta densità abitativa, con processi socio-economici complessi ed in evoluzione, e la contestuale carenza della rete delle infrastrutture e dei servizi.

Città Nuova ha incontrato Francesco Maisto, architetto e docente associato in Urbanistica presso lo IUAD Institute of universal art and design, esperto in materia ambientale, presidente dell’Ente Parco Regionale dei Campi Flegrei.

Francesco Maisto.

Francesco Maisto.

Quali sono le peculiarità naturali del Campo Flegrei?

Il Parco Regionale dei Campi Flegrei si estende su un distretto vulcanologico omogeneo a ridosso del tratto di costa che dal promontorio di Posillipo, a Napoli, si dirige verso ovest fino a Licola, e sul lato opposto prosegue fin dentro il mare con sette aree di riserva marina, assorbendo le isole minori del golfo di Pozzuoli: Nisida, Pennata, San Martino, isolotto del faro.

In un’area di circa 8.000 ettari, che include la Solfatara, i siti archeologici di Pozzuoli, Cuma e Baia, le oasi naturalistiche del Cratere degli Astroni e del Monte Nuovo, e i laghi Averno, Lucrino, Miseno e Fusaro, è racchiuso un territorio ricco di biodiversità, dalle bellezze paesaggistiche, naturalistiche e storiche uniche al mondo. Articolato in tre zone – riserva integrale, riserva orientata e di protezione, area di riqualificazione dei centri abitati, di protezione e di sviluppo economico e sociale – il Parco è ente gestore di 12 SIC, siti di interesse comunitario, quali i quattro laghi flegrei, le aree umide del Cratere di Agnano, Capo Miseno, Monte Barbaro e Campiglione, Monte Nuovo, Porto Paone di Nisida, Isolotto di San Martino e le Stazioni di Cyanidium caldarium di Pozzuoli.

Cosa significa gestire un parco che si trova in un’area unica ma complessa dal punto di vista geologico?

È un’opera complessa e impegnativa, che coinvolge, nell’azione di tutela e valorizzazione, molteplici competenze. Dal punto di vista geo-morfologico i Campi Flegrei sono una grande caldera racchiusa dalle colline di Posillipo e dei Camaldoli, nel cui interno di trovano numerosi crateri e piccoli edifici vulcanici, alcuni dei quali con attività gassosa (Solfatara) o idrotermale (Agnano, Pozzuoli, Lucrino). Legato ad un vulcanesimo secondario, il bradisismo, ovvero il periodico abbassamento o innalzamento del livello del suolo, caratterizza in particolare il Golfo di Pozzuoli.

L’Ente Parco è impegnato in una costante azione di salvaguardia dell’ambiente e dell’ecosistema, abbinata alla valorizzazione e promozione del comprensorio in chiave di turismo sostenibile e di equilibrio tra natura ed attività antropiche, un nuovo modello di sviluppo basato sulla consapevolezza di turisti e comunità locali. Rientrano in quest’ambito i progetti sulla Solfatara, dove è stata portata a termine un’azione di ripristino ambientale; il completamento della rete sentieristica del Cammino di Virgilio, la sistemazione di ampi tratti di litoranea e gallerie dismesse per creare un grande circuito che da Nisida giunge fino a Cuma. L’Ente Parco è tra i promotori di un Corso per Guide Vulcanologiche, teso a formare giovani professionisti in grado di agire in ambienti complessi come quelli flegrei.

 

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