Ancora una volta l’anno volge al termine e le festività natalizie sono alle porte. Per un adulto le vacanze spesso rappresentano un momento ambivalente, certamente c’è gioia, ma anche tanto lavoro e tante preoccupazioni in più. Per la maggior parte dei bambini non è così, perché le vacanze significano solo divertimento.
Spesso, durante le feste, i genitori di bambini piccoli si sentono combattuti tra il dover o meno chiarire ai propri figli la non esistenza di Babbo Natale. Dovrebbero dire ai propri figli la verità su Babbo Natale? Se sì, quando? Quali sono i vantaggi per le giovani menti nel credere a questo mito? Per molti genitori, perpetuare il mito è una delle gioie della genitorialità. Altri vedono la perpetuazione del mito di Babbo Natale come una bugia quando cercano di insegnare ai propri figli a non mentire. È un dilemma che affronta la maggior parte dei genitori.
Un nuovo studio solleva interrogativi per i genitori di oggi su quanto promuovere il mito e come e a quale età i bambini si rendono conto che Babbo Natale, come la fatina dei denti, è una fantasia. Come fanno i bambini a conoscere la verità?
Questo studio, diviso in due parti, ha esaminato il processo e le conseguenze del rifiuto di credere nel mito di Babbo Natale (clicca qui per leggere l’esito della ricerca pubmed).
Nella prima parte 48 bambini e ragazzi di età compresa tra 6 e 15 anni hanno risposto a domande su come hanno scoperto che Babbo Natale non era reale e su come li ha fatti sentire la scoperta, e 44 genitori hanno condiviso le loro prospettive e come hanno promosso Babbo Natale. Nello Studio 2, 383 adulti hanno riflettuto sulle loro esperienze di quando non hanno più creduto all’esistenza di Babbo Natale. In entrambi gli studi, l’età media della scoperta era di circa 8 anni, ma con una variabilità significativa. La maggior parte dei partecipanti ha riferito che le testimonianze di altri hanno contribuito alla loro incredulità, e alcuni hanno riferito scetticismo come risultato dell’esperienza o del ragionamento logico. È interessante notare che circa un terzo dei bambini e la metà degli adulti hanno riferito alcune emozioni negative dopo aver scoperto la verità.
Detto questo, genitori di entrambi i campi, ovvero mito pro o anti-Babbo Natale, possono rincuorarsi sapendo che le risposte negative all’apprendimento della verità su Babbo Natale sono state di breve durata. Anche i bambini e gli adulti che si sono sentiti ingannati dai loro genitori hanno affermato che avrebbero perpetuato il mito con i propri figli.
Certamente ci sono potenziali problemi con la credenza di Babbo Natale. L’eccessiva commercializzazione e l’uso di Babbo Natale come “premio” per un buon comportamento non sono nel migliore interesse dei bambini. Eppure credere porta alcuni benefici inaspettati.
Babbo Natale può rappresentare lo spirito del dare, favorendo sentimenti di altruismo nei bambini e nelle famiglie, che può anche servire a riunire le generazioni. Rituali e tradizioni avvicinano le famiglie e possono promuovere la sicurezza in un mondo spesso insicuro.
Dal punto di vista cognitivo invece, il credere a Babbo Natale può essere visto come un’ulteriore fonte di sviluppo dell’immaginazione e del pensiero divergente nei bambini. Questa capacità, chiamata pensiero magico, consente ai bambini di creare fantastici mondi immaginari, e in questo modo migliorano la capacità di vedere il mondo e agire su di esso da molteplici prospettive. Poi, con la crescita, il pensiero magico, così comune nei bambini, che permette loro di accettare così prontamente tutti i dettagli di Babbo Natale, cederà il passo alla razionalità e presto capiranno tutto da soli. Il periodo di transizione di ogni bambino è diverso, e quando i bambini crescono e iniziano ad abbracciare un pensiero più logico, discerneranno da soli ciò che credono sia vero o no.
Ebbene, vorrei avere la risposta definitiva se credere in Babbo Natale sia positivo o negativo per i bambini, ma alla luce di quanto detto non credo che promuovere l’idea dell’esistenza di Babbo Natale possa essere in generale un danno.
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