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Rugby: Sudafrica ancora campione

di Noemi Di Benedetto

- Fonte: Città Nuova

Cala il sipario sulla decima Coppa del mondo di rugby che, dopo 7 settimane e mezzo e 87 partite, ha incoronato il Sudafrica campione del mondo per la quarta volta

ph Lapresse

Vent’otto anni dopo la sua prima partecipazione a una coppa del mondo, 28 anni dopo quel 24 giugno 1995, 28 anni dopo quel trofeo consegnato da Nelson Mendola con la maglia del capitano, 28 anni dopo la partita che ha cambiato per sempre il destino del Paese e ha chiuso il capitolo della segregazione razziale gli Springboks, la squadra di rugby del Sudafrica, sono di nuovo campioni del mondo.

Sono bastate solo 8 edizioni agli Springboks per vincere 4 titoli mondiali. Dopo essere stato escluso dalle prime due edizioni di Coppa del mondo del 1987 e del 1991 a causa della politica di apartheid, il Sudafrica non ha perso tempo a far vedere chi comanda. Il dominato è diventato dominatore nel mondo ovale: lo sport dei padroni è diventato il cavallo di battaglia dei servi. L’Inghilterra, culla del rugby, non è riuscita a tenere a bada la sua ex colonia e, nonostante l’esclusione dalle prime due edizioni oggi, il Sudafrica, è la nazione più titolata nel rugby con un bel poker di mondiale.

Dopo le prime due edizioni del 1987 e del 1991 vinte rispettivamente dalla Nuova Zelanda padrona di casa e dall’Australia, dalla terza edizione il Sudafrica ha sempre dato il meglio di sé. Gli Springboks vincono la loro prima coppa alla loro prima partecipazione mondiale dentro casa in quella memorabile partita dell’estate del 1995 contro la Nuova Zelanda. Quattro anni dopo riescono a portare a casa un terzo posto, sempre ai danni della Nuova Zelanda. Va male, invece, la prima edizione del nuovo millennio, quella del 2003, quando la squadra di Rudolph Straeuli (che avrebbe poi dato le dimissioni all’inizio dell’anno successivo) viene battuta ai quarti dagli All Blacks. I sudafricani si rifanno però ai mondiali successivi: nel 2007 sconfiggono gli inglesi con il punteggio di 15 a 6 e vincono la loro seconda coppa del mondo. Dopo l’uscita ai quarti di finale nel 2011 e il terzo posto nel 2015, il Sudafrica è di nuovo campione del mondo nel 2019.

 

Il remake di una partita storica, 28 anni dopo

Dopo quattro anni dal terzo titolo mondiale, gli Springboks tornano più carichi e tecnici che mai al loro ottavo mondiale sul suolo francese regalandoci delle partite di altissimo livello. Ai quarti di finale, contro i Bleus padroni di casa, i sudafricani giocano una vera e propria partita di scacchi, più tecnica che fisica, con gli Springboks costretti a rispondere colpo dopo colpo a tutti gli attacchi dei francesi, fino allo scacco matto finale ai danni dei padroni di casa per un solo punto e i sudafricani che arrivano in semifinale per 29 a 28.  E se i quarti di finale erano stati vinti all’ultimo dalla nazionale del Sudafrica, lo stesso succede anche in semifinale quando, contro una fortissima Inghilterra, i campioni del mondo in carica, accedono in finale con un tiratissimo 16 a 15. Se da una parte del tabellone ci sono gli Springboks, però, dall’altra parte ci sono All Blacks che, dopo una partita di altissimo livello contro gli irlandesi ai quarti di finale, riescono a strappare un pass per la semifinale vincendo 28 a 24. E, se i futuri campioni del mondo avevano avuto vita difficile contro l’Inghilterra, lo stesso non può dirsi della semifinale dei neozelandesi contro un Argentina che ce l’ha messa tutta, ma è uscita sconfitta con un pesantissimo 44 a 3.

Questo il cammino delle due squadre fino alla finale mondiale del 27 ottobre in uno Stade de France gremito e tesissimo per una partita che è destinata a rimanere nella storia. Perché la finale Springboks contro All Blacks ricordava troppo quella memorabile finale di 28 anni prima, una finale che era storia e questa, di finale, non sarebbe stata da meno perché, comunque sarebbe andata, allo Stade de France, sarebbe stata consegnata, per la prima volta nella storia, la quarta coppa del mondo. Le due nazioni finaliste, infatti, erano le uniche a poter vantare in bacheca tre Coppe del Mondo di Rugby e con questa partita avrebbe messo fine a questo parimerito lungo 4 anni.

Una finale, quindi, per un poker mondiale, una finale per una rivincita attesa 28 anni dagli All Blacks che, dopo il 1995, non avevano più avuto modo di rifarsi in una finale contro gli Springbocks e, una questione da chiudere. Ventotto anni prima, in Sudafrica, i neozelandesi avevano sostenuto di essere stati intossicati, mentre i sudafricani avevano sostenuto che avrebbero potuto vincere anche le due edizioni precedenti, se solo avessero potuto partecipare. Una finale per regolare tanti conti ancora aperti e che, sicuramente, non ha deluso le aspettative dei tifosi.

Una partita di altissimo livello giocata dalle due squadre che, nonostante i molti gialli e un rosso per il capitano neozelandese che ha dovuto lasciare la sua squadra in inferiorità, è stata un susseguirsi di colpi di scena. E alla fine, nonostante il coraggio e la determinazione dei Blacks, la storia si è ripetuta: gli Springboks si sono confermati campioni del mondo per la quarta volta vincendo per un solo punto, 12 a 11. E, se durante la partita il presidente Cyril Ramaphosa, accolto in tribuna da Macron, non aveva avuto lo stesso coraggio visionario di Mandela che nel 1995 aveva indossato la maglia del capitano, ci piace pensare che Nelson Mandela, da qualche parte, stesse festeggiando, come 28 anni fa, la vittoria della sua “squadra arcobaleno” con la maglia del primo capitano nero della nazionale del Sudafrica, Siya Kolisi.

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