14 dicembre, il Governo tiene, la piazza no

La legislatura resta in piedi ma nell’incertezza, mentre la situazione sociale del Paese si fa sempre più esasperata
La Camera durante la votazione

La tensione si è rotta con l’applauso all’onorevole Polidori, che dal gruppo Futuro e libertà (Fli) ha inaspettatamente votato No alla mozione di sfiducia, facendo così pendere la bilancia a favore del Governo. È dipeso proprio da tre deputati del gruppo (gli altri due sono gli onorevoli Catone e Siliquini, la cui posizione, però, era nota prima del voto) se il conto finale, dopo giorni di attesa spasmodica, trattative, promesse, cambi di casacca, sia stato, anche alla Camera dei Deputati, a favore del Governo. Che al Senato ha contato una maggioranza di 27 voti (162 a 135), mentre i tre voti di scarto fatti registrare alla Camera dei Deputati, viste le premesse ed il rischio corso, non sono da considerare poi così pochi; e chissà che non preludano a qualche incremento.

 

Il conto politico è bruciante per Fini, che ha visto sgretolarsi il suo gruppo quel tanto che basta per uscire sconfitto (ai nomi fatti sopra, bisogna aggiungere quello dell’on. Moffa, che non si è presentato al voto dopo aver rotto il fronte del Fli nei giorni scorsi). E comunque bisogna menzionare l’appoggio dei deputati provenienti dall’opposizione, con le punte estreme dei due ex di Italia dei valori.

 

È pur vero però che sarà difficile per Berlusconi e la sua compagine andare avanti. Se in Aula (magari con i precetti che si sono visti in Senato nella passata legislatura col Governo Prodi) sarà faticoso, ma possibile raggiungere l’approvazione dei provvedimenti, nelle commissioni la situazione cambia e diventa di gran lunga più difficile. Resta, in sostanza, il problema di un Governo debole, che è quanto il Paese non si potrebbe permettere. Inoltre, dato il braccio di ferro ingaggiato dalle parti nei giorni scorsi e tenuto conto delle prime dichiarazioni a caldo di deputati di spicco dell’Udc, non pare più praticabile la via dell’allargamento della maggioranza, a meno di non dar vita ad un nuovo Governo. Le elezioni, insomma, sono sempre dietro l’angolo. Con il pallino in mano a Bossi.

 

Intanto, il giorno della fiducia coincide con una manifestazione di studenti, precari, terremotati… che si sono trovati in piazza assieme a centinaia di rappresentanti delle forze dell’ordine, e si sono verificati scontri e tafferugli. Ecco, questo è l’aspetto della situazione politico-sociale che va tenuto veramente sotto osservazione. A cosa deve guardare la classe politica tutta intera? Certamente alla pace sociale sopra tutto, cercando di non contare solo sulla (pur necessaria nei confronti di atti violenti) repressione.

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