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Le opportunità della geotermia

di Lorenzo Russo

La geotermia è una fonte rinnovabile che diventerà strategica per la transizione ecologica, e l’Italia è un Paese chiave per guidare questo salto di qualità

Impianto ad energia geotermica di Nesjavellir in Islanda, che fornisce acqua calda all’area di Reykjavík foto cc Wikipedia

L’Italia è uno dei Paesi europei con il più grande potenziale geotermico. La geotermia oggi alimenta circa il 3% del fabbisogno energetico nazionale, pari a 6,1 TWh all’anno e può giocare un ruolo centrale nelle risorse rinnovabili (eolico, solare, idroelettrico). È una fonte di energia che riduce la dipendenza dalle fonti fossili e può essere utilizzata dappertutto ma bisogna tenere in considerazione del contesto geologico.

Questa risorsa di energia rinnovabile produce calore a lungo termine e potrebbe sembrare svantaggiosa per un ritorno economico non a breve termine. La spesa per la realizzazione di un impianto geotermoelettrico di 10 MW può essere ammortizzata in meno di dieci anni, quindi nel lungo termine può avere dei benefici economici.

Toscana Lazio e Campania sono le tre Regioni con la quantità di energia geotermica più alta (maggior entalpia). Ma anche al nord e al sud Italia ci sono fonti geotermiche seppur più basse (minor entalpia).

La Toscana è stata la prima Regione ad aver creduto nella geotermia nelle province di Siena, Grosseto e Pisa. Attualmente ha 34 centrali attive e una potenza installata di circa 915 MW ma è in corso l’installazione di ulteriori 20 MW. E ha da poco rinnovato le otto concessioni geotermoelettriche a Enel Green Power con proroga ventennale. La produzione supera i 5.000 MWh all’anno.

Ci sono poi permessi di ricerca sia in Toscana che in Umbria e Lazio e potrebbero trasformarsi in concessioni. Nel piano produttivo ci sono tre centrali: Bagnore da 40 MW, Piancastagnaio da 20MW e Monterotondo da 5MW. Con queste prospettive il fabbisogno energetico regionale proveniente dalla geotermia potrebbe passare dall’attuale 34% al 40% che, sommato alle altre rinnovabili, porterà al 60% la produzione regionale di energia pulita.

Nel resto d’Italia si distingue l’impianto geotermico di Ferrara che sfrutta un giacimento di acqua a circa 100°C per alimentare la rete di teleriscaldamento cittadina. E in provincia di Napoli, con l’installazione di impianti geotermici in oltre 40mila abitazioni, fra Napoli, Bacoli, Pozzuoli e Ischia e intorno al Vesuvio. Ci sono poi impianti nel Lazio (Colli Albani e Viterbo), in Sicilia (Etna e isole Eolie), Calabria, Sardegna, Puglia (Gargano e Lecce).

«La geotermia è una fonte rinnovabile che diventerà strategica per la transizione ecologica, e l’Italia è un Paese chiave per guidare questo salto di qualità, perché dispone delle competenze per farlo – ha affermato Fatih Birol direttore dell’Agenzia Internazionale dell’Energia intervistato dal Corriere della Sera -. Il costo dell’energia geotermica tra 10 anni scenderà a circa 50 dollari per megawattora, simile al costo dell’energia idroelettrica, e questa competitività della geotermia potrebbe liberare 800 GW di potenziale elettrico da installare».

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