“Questo non è il mio calcio”: il ritiro di Frey

Uno dei più importanti portieri europei della storia recente, Sebastien Frey, si è ritirato lo scorso fine settimana dal calcio giocato. Le motivazioni stanno nell'aver preso consapevolezza di un mondo che non riconosce e non gli appartiene più
Sebastien Frey

35 anni, per appendere i guantoni al chiodo, non sono necessariamente la motivazione scatenante, giacché grandi colleghi di reparto del francese hanno avuto gloria e onore anche fino alle soglie della quarantina: tanto per fare qualche nome senza tempo tra i tanti possibili, un’icona sportiva del nostro paese, Dino Zoff, vinse i Mondiali di calcio di Spagna ‘82 a 40 anni, mentre Gábor Király guiderà la sua sorprendente Ungheria ai prossimi Europei di calcio di Francia 2016 alla stessa veneranda età, senza contare che il capitano della nostra nazionale, Gigi Buffon, difenderà i pali nella stessa rassegna a 38 anni e mezzo.

Perché allora smettere, senza acciacchi fisici, a 35 anni, quando se ti chiami Sebastien Frey sei ancora tanto competitivo tecnicamente quanto carismatico e amato in ogni piazza nella quale hai giocato? «Negli ultimi tre-quattro anni mi sono accordo che questo mondo mi appartiene sempre di meno. Quando ho cominciato a giocare a calcio, c'era rispetto. La parola di una persona aveva lo stesso valore di una firma. Ora invece contano sempre meno anche le firme. I ragazzini dagli 11 anni in su hanno in testa cose sbagliate. Pensando di essere Messi o Cristiano Ronaldo. Vogliono la macchina grossa, le scarpe con il nome sopra. Pensano poco al calcio. Non so cosa dare per tornare all’età in cui pensi soltanto a portare il pallone e ad andare a giocare con gli amici», ha motivato l’estremo difensore francese.

Nato a Thonon-les-Bains il 18 marzo 1980, Frey è cresciuto calcisticamente nel Cannes, con il quale esordisce in prima divisione il 20 settembre 1997. Segnalato dall’ex portiere dell’Inter Walter Zenga, nell'estate del 1998 passa all'Inter, debuttando in Serie A il 21 marzo 1999 a Genova contro la Sampdoria. Dopo un’esperienza in prestito anche a Verona, dalla stagione 2001-2002 passa a titolo definitivo dall’Inter, con cui disputa di fatto una sola stagione da titolare, al Parma, che lo sceglie in sostituzione di un certo Gianluigi Buffon, passato nel frattempo alla Juventus. A giugno 2005 passa alla Fiorentina accettando una decurtazione dell'ingaggio: a Firenze, Frey si consacra quale portiere di primo livello, trascorrendo 6 indimenticabili anni durante i quali, nel periodo di un infortunio alla tibia, abbraccia la pratica buddhista grazie anche ai contatti con un altro ben noto ex-calciatore viola della stesse fede, Roberto Baggio.

Dopo il biennio 2011-2013 al Genoa, accetta l’avventura in Turchia col Bursaspor, ultima squadra di una carriera da 594 partite ufficiali. Il ritiro è motivato anche attraverso un efficace paragone: «Quando sono andato all'Inter, era come essere in una famiglia. Non voglio dire che trattassero Frey come Ronaldo, ma a livello umano eravamo tutti uguali. Oggi questo si è perso. La mia ultima esperienza in Turchia è stata la botta definitiva. Avevo un altro anno di contratto ma non volevo avvelenare il ricordo che ho del calcio. E' stato la mia vita, non posso andare in campo solo per prendere lo stipendio».

A proposito di un altro calcio e dell’arrivo in Italia con l’Inter, il francese ha aggiunto ai microfoni dei colleghi del Corriere dello sport: «Mi volevano Marsiglia e Bologna, poi andai a vedere una partita tra Inter e Strasburgo. A quei tempi il calcio estero non si vedeva molto in tv: per me lo stadio erano 5 mila persone o poco più. Ma quella sera San Siro era pieno e Moratti mi regalò un cappotto che ho ancora nell’armadio. Poi negli spogliatoi mi vennero presentati Djorkaeff, Cauet, West (giocatori dell’Inter, ndr). Vidi passare Ronaldo a un metro da me. Le generazioni di oggi non sanno cosa si sono perse. Dici Ronaldo e pensano a Cristiano, ma non sanno che cosa è stato Ronaldo, quello vero. Quella sera dissi al mio procuratore: “Io voglio venire qui, in questa squadra”».

Attraverso il proprio profilo Instagram, Frey ha annunciato il suo ritiro scrivendo: «È arrivato il momento di dirvi grazie… Grazie a tutti per avermi sempre sostenuto nel corso della mia carriera, per avermi aiutato a crescere come calciatore ma soprattutto come uomo! Porterò sempre con me una parte di ogni squadra dove ho avuto l'onore di giocare!!! Merci al Cannes, grazie all'Inter di Massimo Moratti, al Verona di Pastorello, al Parma di Tanzi, alla Fiorentina dei Della Valle, al Genoa di Enrico Preziosi, al Bursaspor e alla Francia! Merci pour tout! Grazie di tutto!». Grazie a te “Seba”: oltre ai pali, hai difeso e onorato la bandiera del calcio.

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