Zoom su Napoli al positivo

Homo Faber, un’iniziativa che trasmette quei valori educativi che portano alla legalità.
Veduta di Napoli

«Sono cambiate tante cose in dieci anni, non tanto per la barba, l’altezza ed il tono della voce, quanto per ciò che ho scelto di essere, rispetto a quello che potevo diventare, se lungo la mia strada non avessi combattuto fino in fondo. Anche queste salitelle sono cambiate, le persone, i palazzi, le macchine; c’è ancora all’angolo il gruppetto dei fumatori: li conosco tutti, hanno la mia età. Mi fa male vedere che costantemente giorno e notte occupano quell’angolo in nullafacenza… E se mi fossi arreso, sarei anch’io in quell’angolo? Sarei mai stato poi in pace con me stesso? Avrei visto la galera? Non ho voglia di spiegare perché non ho mai rubato, né fumato erba e tutt’ora non so impennare con uno scooter, ma ho una cavolo di voglia di tornare indietro con la mente e tirare le somme, pensando a quanto ho lottato per essere il figlio che la strada non ha mai avuto».
È uno stralcio dell’elaborato di Antonio Nunziante, premiato dall’Associazione Homo Faber.
 
Homo Faber nasce nel quartiere Fuorigrotta di Napoli nel 1989. Giuliana, medico chirurgo presso l’ospedale San Paolo di Napoli, e Maria, terapista, operatrici presso un centro della Croce Rossa, insieme ad altri concittadini decidono di dedicare parte del loro tempo a favore dei ragazzi diversamente abili psichici, per i quali non si trova facile assistenza presso le strutture pubbliche esistenti. 

Col passare degli anni lo sguardo dell’associazione – che pone a base delle proprie scelte la fraternità come categoria di pensiero e di azione – si è rivolto non solo ai diversamente abili, ma anche agli anziani, ai malati e ai minori a rischio, con progetti di collaborazione con il comune di Napoli e con la regione Campania.

Ad un certo punto, avendo a cuore le giovani generazioni, l’associazione ha deciso di  aprire un sito web che mostrasse il volto positivo di Napoli, tristemente nota per camorra, scippi, rapine e spazzatura. La città non era solo ciò che le cronache riportavano, ma aveva in sé delle qualità e delle azioni positive – spesso non conosciute – da far emergere.
Attraverso il sito è iniziata la diffusione di fatti e notizie incoraggianti, con l’obiettivo di abituarsi a vedere la città con uno sguardo ottimista, contribuendo a costruire una “nuova” polis: per farlo era necessario acquisire e diffondere una mentalità adeguata. Il sito www.napulevetrina.com ha così offerto un’opportunità di diffondere notizie buone.

È stato così realizzato, tra non poche difficoltà, un “punto di raccolta delle positività” presente nella città a cui hanno posto attenzione enti, associazioni, istituzioni o semplici cittadini.
A questa iniziativa si è voluto poi collegare il progetto “Zoom su Napoli al positivo”, proposto agli alunni delle scuole di ogni ordine e grado, invitati a partecipare con elaborati di vario tipo, che mostrassero l’altra faccia di Napoli: quella buona, sana, che si aggrega in gruppi, associazioni, parrocchie, che opera per il bene di tutti e aiuta coloro che si trovano nel bisogno. Coinvolti anche insegnanti e dirigenti scolastici che hanno aderito molto volentieri. 
I ragazzi hanno inviato foto, video, disegni, temi, esperienze personali e di gruppo. Da questi elaborati è emerso che Napoli non è soltanto la città degli imbrogli, degli scippi, del pizzo e della camorra. È presente in essa un volto che mostra innumerevoli aspetti significativi, frutto dell’impegno civile di tanti. 
La giuria ha voluto privilegiare i lavori riguardanti le fasce più deboli della società e sono stati previsti  premi e diplomi consegnati nel corso di una manifestazione conclusiva.
L’arrivo dei primi elaborati ha suscitato stupore e commozione, per la capacità dei più piccoli di cogliere con semplicità e profondità il positivo. I semi di speranza lanciati con il progetto hanno trovato terreno fertile e il cambio di mentalità è iniziato.
Tutto ciò ha toccato il cuore dei partecipanti e ha permesso di sperimentare, nel corso della manifestazione conclusiva, l’ideale della fraternità vissuto nella città.
Alcuni bambini di 5a elementare hanno ringraziato la maestra per aver loro insegnato a vedere e creare il positivo nella propria città. «Meritavano tutti di essere premiati – raccontano i promotori dell’evento –. Abbiamo dovuto sorteggiare i due elaborati cui assegnare i premi in palio». Tutti i ragazzi hanno comunque ricevuto un diploma.

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