Y4UW

La Gran Bretagna è un vero crogiolo dove s’incontrano, e talvolta si scontrano, persone di razze, religioni e culture diverse. Lo sanno bene i Giovani per un mondo unito, che qui si chiamano Youth for a United World (Y4UW). “Vogliamo portare – scrivono – la fraternità dovunque noi siamo, specialmente tra i gruppi etnici nel nostro paese”. Nascono così tante idee, alcune davvero ingegnose, per coinvolgere altri giovani e raccogliere soldi per il Progetto Africa, una delle principali iniziative della Y4UW. Tutto serve: c’è chi ha ricevuto sponsorizzazioni per tagli di capelli di gruppo o per partecipare ad una maratona, chi ha fondato una band di musiche tradizionali irlandesi e chi ha messo in comune i propri beni, gioielli, cd e altro ancora, per farne i premi di una tombola. In particolare, in diverse città della Gran Bretagna – Londra, Leeds, Li- verpool, Newcastle, Glasgow, Edinburgo -, sono stati organizzati dei “Caffè internazionali”, cioè serate che riuniscono giovani di paesi diversi attraverso musica, cibo e compartecipazione di talenti ed esperienze”. Tra i tanti giovani incontrati, Lyse, del Rwanda: “Sono nata in un paese molto povero – racconta – nel quale però la gente viveva armoniosamente. Quando nel 1994 cominciò la guerra, le cose cambiarono e noi dovemmo abbandonare la nostra amata terra d’origine perdendo molti membri della nostra famiglia, compreso nostro padre che morì lungo il tragitto. Lasciato il nostro paese, cercammo asilo negli stati vicini e vivemmo come rifugiati sotto delle tende di plastica a Nairobi. Quando venni in Europa, pensavo che la mia vita sarebbe peggiorata perché avevo un colore della pelle diverso”. L’incontro con i giovani dei Focolari segna invece una svolta per Lyse. Viene accolta e capisce che le parole di Gesù “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi” possono cambiare la sua vita. “Un giorno – aggiunge – io e mia sorella ci ritrovammo senza i soldi necessari per andare a scuola e per comprare il pranzo. Dovevamo scegliere; perciò smettemmo di andare alla mensa e cominciammo studiare nella biblioteca. Risolto il problema, mi accorsi che anche alcuni dei nostri amici non mangiavano. Ne parlai con mia sorella e decidemmo di condividere il nostro pranzo con loro e questo mi rese veramente felice”. “Come nel resto del mondo – continuano i giovani inglesi – anche in Inghilterra siamo rimasti sbigottiti dagli eventi dell’11 settembre. Tra i giovani intorno a noi, solitamente indifferenti e apatici rispetto agli eventi sociali e mondiali, profonde domande stavano cominciando a emergere e le persone si scoprivano disorientate e disilluse. Volevamo condividere con loro il nostro ideale; così organizzammo una veglia per la pace utilizzando scritti di tutte le grandi religioni. Alla fine della serata, con le candele abbiamo formato una colomba, segno del nostro impegno e simbolo del fuoco che ogni persona sprigiona costruendo il mondo unito. Abbiamo pure partecipato a una manifestazione per la pace organizzata dal Forum interreligioso con i leader delle chiese locali: una vera e propria testimonianza di quell’unità che si può costruire con persone di razze, culture e religioni differenti”.

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