XII Festival della Dottrina sociale della Chiesa

Organizzato dalla fondazione veronese Segni Nuovi e patrocinato dalla Fondazione Cattolica Assicurazioni, è ormai un evento di importanza nazionale. Il tema del meeting di quest’anno, “Costruire la fiducia”, è stato trattato a Verona dal 24 al 27 novembre
Festival della Dottrina sociale

La Chiesa ha sempre detto la sua opinione sulle questioni sociali del mondo. Dall’inizio del secolo scorso ad oggi, poi, l’insegnamento si è arricchito di molti contributi del magistero su problemi sociali e di interpretazioni dei nuovi eventi del mondo contemporaneo. Papa Giovanni Paolo II ebbe l’idea di riunire in un solo “corpus” i tanti sparsi insegnamenti di dottrina sociale; fu pubblicato così, nel 2004, il Compendio di Dottrina Sociale della Chiesa che racchiude tutto il magistero della Chiesa in tema di questioni sociali, diritti civili, economia, lavoro. L’idea di un Festival della Dottrina sociale della Chiesa (DsC) fu di un sacerdote veronese, mons. Adriano Vincenzi, che concepì un simposio che curasse, approfondisse e mantenesse vivi i problemi della DsC;

Il tema del meeting di quest’anno è  “Costruire la fiducia”. I lavori iniziano con la lettura del messaggio del capo dello Stato e del lungo e articolato messaggio del santo padre. Il vescovo di Verona, Domenico Pompili, nota che la Chiesa era stata confinata dalla politica in una specie di esilio ed è proprio grazie alla sua dottrina sociale che ha potuto uscirne. Segue un’interessante tavola rotonda che coinvolge Marco Tarquinio, direttore di Avvenire, mons. Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, e don Sergio Massironi, direttore di ricerca presso il Dicastero per il Servizio umano integrale.

“Costruire fiducia”, dati i tempi, è un tema impegnativo; alla luce della DsC è scontata la fiducia tra giovani e adulti, tra impresa e lavoratori, tra chi offre e chi cerca lavoro, tra “uomini di buona volontà”, come si diceva una volta; qui non esistono dubbi, né scetticismo, né incertezze sul fatto che qualcosa è possibile fare e si farà.

Le sessioni sono molte decine e si susseguono in parallelo con simposi, letture magistrali, tavoli di lavoro e incontri operativi. In una sessione molto accademica e forse troppo equilibrata sul futuro della democrazia viene in luce la differenza, in politica, tra gestione del consenso e fiducia. Il welfare generativo ha un grande spazio nella giornata del 25 novembre; un’affollata sessione “Dal welfare state al welfare generativo” vede molti giovani in sala e ha per relatori i protagonisti di azioni sociali vissute. In tavoli di discussione poi si parla e nascono idee, nuove intese sul welfare nato dalle persone più che dalle istituzioni.

La questione della denatalità è la nuova questione sociale; impatta sull’intero sistema Paese e pochi hanno capito che è più urgente forse di quanto già non lo sia la questione ambientale. Le nascite in Italia continuano a diminuire ed è concreto il rischio di sostenibilità del sistema pensionistico, del Sistema sanitario nazionale, della disponibilità di forza lavoro. Serve mettere insieme le forze migliori del Paese per far fronte al problema ormai gravissimo; serve invertire la mentalità: generare un figlio non è più una questione privata ma è divenuta oggi una un’importante questione sociale.

Molti panel sono dedicati alle imprese e sono luogo di incontro tra imprese storiche e imprese giovani che raccontano e condividono le loro esperienze diverse e reciproche.

Si parla di reti energetiche e di ambiente, si parla di fiducia nell’ambiente dell’economia, della finanza, della diplomazia internazionale; si parla di bellezza del dono e del carattere fortemente generativo delle attività di volontariato. In un apposito simposio tre sindaci (Verona, Treviso e Brescia) si incontrano per parlare di bene comune visto nella prospettiva di primi cittadini. Si consegna il premio “Imprenditori per il bene comune” ad imprenditori che hanno reso visibile la DsC, avendo orientato la loro attività al bene comune.

In una interessante sessione sulla “giustizia riparativa” si parla di dolore, rimorso, perdono e libertà. Al centro di questo panel c’è l’intervento di Franco Bonisoli, brigatista rosso pentito che partecipò all’assalto a Moro e alla sua scorta. La storia di Bonisoli è quella durissima di un pentimento autentico, vero, conseguito attraverso passaggi difficili, coraggiosi, senz’altro eroici.

Molti panel contemporanei, in questo affollatissimo convegno si occupano di salute mentale in adolescenza, di fiducia nella finanza, di diplomazia internazionale; si parla quasi ovunque di terzo settore, di storie di vita vissuta. E si parla ovviamente di famiglia, anzi, di “vere famiglie postmoderne”, nell’esperienza vissuta dell’eremo di Caresto e del Centro Betania e di famiglia, poi discutono Gigi De Palo, presidente del Forum delle Associazioni familiari, ed Elena Bonetti, parlamentare, ex ministro e autrice del “Family Act” (legge 32/2022), il più avanzato ed organico progetto di legge sulla famiglia.

Anche se talora ci sono bilanci drammatici come quello sulla denatalità, ad esempio, c’è serena passione, c’è decisione, c’è impegno. La DsC sembra comunque produrre inesorabilmente risorse ideali, capacità di farcela, inesorabili nuove energie.

Concluderemmo con una frase del messaggio di papa Francesco a questo XII Festival della Dottrina sociale. Scrive il papa: «Si tratta di un appuntamento ormai diventato punto di riferimento per quanti credono che il bene comune non sia una semplice possibilità, ma il cemento su cui edificare una società giusta, vera e bella».

Ampi tratti del Festival su: https://www.dottrinasociale.it/festival

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