Workaholic o stacanovista?

Quando non si può fare a meno di essere costantemente cercati. Quando la continua operatività diventa una necessità. Se le vacanze sono occasione per nuovi impieghi. Si può parlare di dipendenza dal lavoro?

Sì, anche oggi, in piena crisi di lavoro, c’è chi abusa del lavoro, perché unica fonte di soddisfazione e riconoscimento personale. La sindrome da dipendenza dal lavoro o sindrome da workaholism (ubriacatura da lavoro) è un disturbo  ossessivo compulsivo, un comportamento patologico di una persona troppo dedita al lavoro e che pone in secondo piano la sua vita sociale e familiare sino a causare danni a sé stessa, al coniuge, ai figli. C’è stato un passaggio importante tra il periodo precedente al 1971 e quello successivo. Prima infatti, chi verrebbe definito oggi un workaholic veniva invece chiamato stacanovista. La società non vedeva in questo comportamento una patologia, spesso un workaholic veniva ammirato e lodato per il suo spiccato senso del lavoro.

Dopo la morte di un  lavoratore per il troppo lavoro nel 1969, si è iniziato a studiare questa patologia negli Stati Uniti, in Germania e in Giappone, con provvedimenti che vietano ai lavoratori di rientrare negli stabilimenti dopo aver timbrato l’uscita. In Italia bisogna aspettare la metà degli anni ’90 per il riconoscimento del disturbo che, sebbene comporti autolesionismo, in molti casi non viene ancora riconosciuto o legittimato come problema patologico. Nei soggetti potenzialmente dipendenti dal lavoro, non c'è più differenza tra ufficio e casa, essi portano il lavoro in casa, a letto, nel weekend o in vacanza. Sono assillati dal lavoro e dagli effetti adrenalinici che gli procura. Questo talvolta può portare il soggetto all’aggressività a livello familiare e con i colleghi; poiché si sente sicuro di sé, invincibile. È concentrato solo sul successo professionale. Si comporta e agisce in modo da mantenere il controllo delle cose e delle persone. Elimina o non considera i confini tra la vita professionale e quella personale, familiare; smarrisce il senso della privacy. Riduce gradualmente le ore di sonno, mentre le sue forze lavorative sembrano inesauribili.

Queste persone provano amarezza  per chi frequenta concerti, teatri, sport, in sintesi per coloro che spendono del tempo in attività non produttive come il lavoro. Il workaholic  dedica anche il proprio tempo libero, i weekend, le ferie al lavoro o ad attività  che possano tornare utili al lavoro. La sua concentrazione e la sua mente sono focalizzati sempre sulle soluzioni ai problemi lavorativi o sulle idee da sviluppare nel campo. Le persone affette da questo disturbo, se non lavorano  si sentono inquiete e annoiate. Non hanno hobby se non quelli in qualche modo correlati al lavoro. Hanno una rigidità comportamentale. Il workaholic non tollera ostacoli al proprio modo di lavorare: chiunque si metta sulla sua strada subirà la sua aggressività, deteriorando progressivamente i rapporti familiari. Secondo alcuni studi (American Academy of Matrimonial Lawyers – associazione statunitense di avvocati matrimonialisti) la dipendenza dal lavoro è una tra le più frequenti cause di divorzio.

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