We were soldiers

È tratto dal libro scritto dal colonnello Hal Moore (interpretato da un Mel Gibson veramente in forma), che diresse i marines nel loro primo scontro contro i vietcong nel 1965. Ne rappresenta bene la visione militarista di allora, che, pur riconoscendo l’orrore della guerra, pensava che essa offrisse ai combattenti, uomini qualunque, pronti a sacrificarsi per la patria, un’occasione unica per mostrare il proprio coraggio e la capacità di vincere. E soprattutto, la riteneva un mezzo necessario per sconfiggere il nemico che appariva oltremodo temibile, perché era stato ideologizzato. In quell’ottica, per raggiungere la vittoria sembrava lecita qualsiasi arma, persino il terribile napal, che uccideva moltissimi e in modo atroce. Perché così successe anche in quel primo scontro. La paura iniziale di essere sterminati, si trasformò con l’intervento dell’aviazione, nel massacro di 1800 vietcong, contro un’ottantina di morti americani. Ma uno dei pregi del film è, appunto, la sua capacità di portarci anche fra le file degli asiatici, facen- do percepire il loro sgomento e il prezzo del loro enorme sacrificio, in modo che ci sentiamo a loro vicini quanto ai protagonisti. Nella prima parte, vengono mostrati l’addestramento degli americani e l’infatuazione guerresca inoculata nei militari, per prepararli ai difficilissimi scontri nella foresta. Sono evidenziati i risvolti umanitari dei soldati di entrambi gli eserciti. Particolarmente commoventi, e davvero buone, le scene che mostrano le famiglie americane e le mogli, soprattutto quando arrivano i telegrammi annuncianti la morte dei combattenti. Ben girate, con validi risultati spettacolari, le varie fasi dell’estenuante combattimento, con agili movimenti delle macchine da ripresa e opportuni rallentamenti. Insomma, un film emozionante, anche se a tratti un po’ retorico, che offre motivi di riflessione sui modi di pensare che si accompagnano alla guerra, permettendo di valutare, oltre agli aspetti palesemente negativi, anche valori e sofferenze di entrambe le parti. Regia di Randall Fallace; con Mel Gibson, Madeleine Stowe.

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