Volver

Se all’ultimo Festival di Cannes Pedro Almodovar, a dispetto dei pronostici della vigilia, è rimasto ancora una volta escluso dai premi (come già accaduto nel 2001 con Parla con lei), non è da attribuirsi ai demeriti del suo Volver quanto piuttosto al consueto accanimento delle giurie festivaliere nei confronti del favorito di turno. Perché Volver è un bel film che mette in scena una galleria di personaggi femminili irresistibili in una storia dai toni agrodolci in cui si mescolano sapientemente umorismo, commedia nera, critica sociale e sentimenti. L’energica Raimunda, custode di un segreto innominabile, manda avanti la famiglia tra mille difficoltà con un marito disoccupato e una figlia adolescente. La sorella, abbandonata dal marito anni prima, si barcamena facendo la parrucchiera abusiva a casa dove un giorno fa la sua comparsa la madre creduta morta. Una parente al paese natale scopre di essere malata di tumore e vuole a tutti i costi scoprire che fine ha fatto la madre scomparsa misteriosamente anni prima. Se questo folle intreccio di storie non sempre ha la forza della credibilità – e le forzature di alcuni passaggi narrativi segnano i limiti più evidenti del film – l’umanità che ne emerge riesce a catturare e ad affascinare, complice anche uno straordinario cast in stato di grazia.Non mancano neanche squarci sulla Spagna di oggi, con il contrasto tra il tradizionalismo dei paesi e la mo- 69 Città nuova • n.12 • 2006 ARTE E SPETTACOLO dernità delle metropoli, e la rinnovata la critica del regista alla televisione spazzatura che calpesta la dignità delle persone. Ancora un film sulle donne, ancora una grande prova di sensibilità, una conferma che la svolta della maturità inaugurata qualche anno fa con Tutto su mia madre ha definitivamente sancito l’ingresso di Pedro Almodovar nel novero dei grandi. Ma il filo che lega passato e presente della cinematografia del regista catalano non si è spezzato. Ancora oggi le donne di Almodovar sembrano sull’orlo di una crisi di nervi, ma ora i problemi riguardano l’eroica quotidianità che in quanto donne sono costrette ad affrontare, violenza compresa. Almodovar è consapevole che nella nuova Spagna della modernizzazione sociale, le donne scontano un profondo divario nei confronti degli uomini. Sono loro a ingegnarsi per mandare avanti la famiglia, a occuparsi degli anziani, a sopperire all’indifferenza di un mondo tutto al maschile che carica sulle loro il peso, a tratti insostenibile, della propria insensibilità. A film come questo, non servono premi per vincere. Regia di Pedro Almodovar; con Penélope Cruz, Carmen Maura, Yohana Cobo, Lola Dueñas, Blanca Portillo.

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