Possiamo affermare che ogni giornata che viviamo porta con sé nuove sfide da affrontare, nuovi cambiamenti da accogliere e la messa in campo di nuove abilità per adattarci a tutto ciò. Generalmente, quando arriviamo davanti ad un ostacolo, sappiamo di non avere altra scelta che allenare le nostre menti a fare ciò che è meglio per noi stessi, ovvero sviluppare nuove abitudini in modo tale che nel tempo alcune di esse diventino radicate. Ma il cambiamento avviene costantemente nel mondo e il trucco è farlo funzionare a nostro favore, non contro noi stessi. Cerchiamo di rimanere fedeli a questo continuo ricominciare, altrimenti ad accusarne è la nostra salute mentale. Infatti non dimentichiamoci che la depressione, da un punto di vista psicologico, è la paura del nuovo e l’attaccamento al passato. Quindi non preoccupiamoci di quante volte ci dovremo mettere in gioco, l’importante è che stiamo al gioco del ricominciare e che ci facciamo trovare pronti al cambiamento, perché come dice Buddha «l’unica cosa certa al mondo è il cambiamento».
In quest’ottica le transizioni, le trasformazioni fanno parte della vita. Per crescere, in particolare per evolvere come persone, abbiamo bisogno di continui cambiamenti anche se la cosa ci destabilizza perché ci spinge alla continua ricerca di un nuovo equilibrio. Prendiamo ad esempio la nostra esistenza: si è feti e si nasce neonati, si è neonati e si nasce lattanti, si è lattanti e si nasce svezzati, si è svezzati e si nasce fanciulli, e così via. Questo vale in qualsiasi contesto, sia di vita che professionale.
È un processo che è insito in ognuno di noi, nessuno escluso. Ciò che ci rende persone pronte al cambiamento sono le caratteristiche quali il saper rimanere sempre in bilico, essere aperti a nuove possibilità, cercare nuove soluzioni, non smettere mai di imparare e sviluppare nuove competenze.
Nelle situazioni più disparate e diverse, incerte e instabili, occorre dunque poter attingere ad un’ampia gamma di capacità il che richiede, prima di tutto, un certo livello di consapevolezza. La consapevolezza ci permetterà di cogliere il contesto entro cui ci stiamo muovendo, di sviluppare le risposte più adeguate e scegliere con maggiore intenzionalità. Ed essere consapevoli significa vivere il presente momento per momento. Ecco il segreto, è l’adesso, è il momento presente.
Ma perché si ha paura del cambiamento? Perché non abbiamo chiara l’importanza di cosa sia la consapevolezza. Dunque, che cos’è la consapevolezza? È la nostra parte più intima, spirituale, quella che nelle Sacre Scritture viene identificata con l’io sono. E cos’è l’io sono? È il nome di Dio, l’io sono è la consapevolezza, è la capacità di aderire alla realtà di quello che accade momento per momento, quindi non dobbiamo preoccuparci che le cose cambino, dobbiamo preoccuparci di essere consapevoli di quello che accade. Nel momento in cui siamo consapevoli non facciamo confronti del tipo “ma prima era meglio” o “guarda dove stiamo andando”, no, si è consapevoli e basta.
Ad abbracciare naturalmente questo modo di vivere sono i bambini. I bambini infatti vivono in una eterna consapevolezza, sono come gli animali domestici, loro non stanno a dire o a pensare cosa hanno fatto il giorno prima o cosa faranno domani, vivono il presente, reagiscono al presente. Quando Mosè chiese al roveto quale nome dare agli israeliti, Dio disse «io sono colui che sono», e con ciò invitava alla presenza, all’adesso e al qui ed ora. Dunque passato e futuro non esistono, esistono solo nella mente, nello spirito invece il tempo si manifesta con la consapevolezza continua, con il continuo presente.
Per poter vivere una vita in piena consapevolezza occorre che ci poniamo costantemente delle domande, che ci apriamo ad una introspettività dedicata solo a noi stessi, per indagare e individuare i nostri valori. Questo perché ogni cambiamento che viviamo, dev’essere vissuto come una occasione per riappropriarci del nostro tempo e di riflettere, in modo da ripensare a chi siamo e cosa stiamo cercando di raggiungere e realizzare nella nostra vita.
Possiamo anche aiutarci ponendoci queste domande: Cosa vogliamo? Cosa ci fa sentire bene? Cosa ci manca? La nostra vita (o professione), quanto ci soddisfa? Quale scopo sto perseguendo? Cosa posso fare in modo diverso? In quale direzione sta andando il mio agire? Dunque, poniamoci queste domande e prendiamoci del tempo per riflettere. Queste domande sono uno strumento potente per metterci in connessione con noi stessi e con ciò che ci circonda, in modo da far emergere ciò che è più importante per noi.
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