Vittorio e la sua “handbike”

Plurimedagliato, è stato anche argento a Pechino: «Pormi degli obiettivi mi ha aiutato ad affrontare la vita con entusiasmo».
Articolo

Mentre sul lungomare di Chiavari Vittorio Podestà si racconta, più in là i gabbiani lambiscono le onde e il sole ci regala un tramonto da favola. Il Golfo del Tigullio spazzato dal libeccio è sempre uno spettacolo, ogni giorno dell’anno. Vittorio ha da poco concluso il suo allenamento quotidiano. Sulla sua handbike, a passo d’uomo, mi racconta i successi sportivi, iniziati nel luglio del 2005 con la conquista del titolo italiano a cronometro. Nel 2006 veste la maglia azzurra con ottimi risultati, ma non è convocato per i Campionati del mondo. <Mi sono però rifatto, vincendo in volata, in piazza Duomo, la maratona di Milano e conquistando il secondo posto in quella di New York>.

Nel 2007 si riconferma campione italiano a cronometro e a giugno, ai Mondiali, oltre a due importanti piazzamenti nelle gare individuali, arriva la vittoria nella prova a cronometro a squadre: <Trionfare in Italia, con altri tre atleti italiani, avversari di sempre, ma quel giorno alleati per vincere insieme, mi ha dato un’emozione speciale, mai provata nei successi individuali. Sarebbe già stata un’annata incredibile, considerando anche il quarto posto nella classifica generale del Circuito europeo, ma poi è arrivata la vittoria nella cronometro individuale ai Mondiali di Bordeaux, con la maglia iridata da portare per un anno intero, la medaglia d’oro, il podio con l’inno di Mameli e la bandiera italiana che sventola: non potevo credere che stavo davvero vivendo in prima persona tutto quello che avevo visto fino ad allora solo guardando la tv>.

Nel 2008 Vittorio punta l’obiettivo sulle Paralimpiadi di Pechino: lavora duro tutto l’anno per arrivare con le carte in regola all’appuntamento agonistico più importante per qualunque atleta, disabile e no. <Sono ritornato con una medaglia d’argento, un risultato sicuramente prestigioso, ma non quello al quale puntavo e avrei potuto conquistare. Quel giorno non ero in buone condizioni di forma e perdere la medaglia d’oro per meno di sei secondi brucia un po’. Al di là del lato sportivo, mi rimane comunque il ricordo di un’esperienza meravigliosa e unica, culminata con la partecipazione alla cerimonia di chiusura dei Giochi, probabilmente lo spettacolo più bello che abbia mai visto in vita mia, sia per la bellezza delle esibizioni che per il loro coinvolgimento emotivo: ho provato sensazioni indescrivibili! Per la medaglia d’oro ci riproverò a Londra nel 2012>.

Intanto dovrà difendere la maglia iridata ai Mondiali di Siviglia. Vittorio Podestà, classe 1973, nel 2000 si è laureato in ingegneria civile e dal 2003 è sposato con Barbara, che ha conosciuto durante la riabilitazione presso l’Unità spinale di Sondalo in provincia di Sondrio. Sì, perché Vittorio, una sera di marzo del 2002 mentre tornava dall’ufficio, è rimasto vittima di un terribile incidente stradale che gli ha causato la rottura delle vertebre dorsali con conseguente lesione del midollo spinale. Da quel giorno vive su una sedia a rotelle. <La mia vita ha subìto una svolta alla quale nessuno è preparato. Ma ho subito deciso di reagire, convinto che le mie risorse interiori mi avrebbero aiutato. Incoraggiato da un amico che ebbe un incidente simile al suo, già a settembre dello stesso anno ha iniziato a giocare a basket in carrozzina. Avevo sempre considerato lo sport il modo migliore per rimanere in buona salute e come fonte di benessere interiore: ma ho capito presto che per una persona disabile questo concetto acquista ancora maggiore importanza>.

Dopo appena un anno dall’incidente, Vittorio ha provato l’handbike di un amico ed è stato amore a prima vista. L’handbike è una bicicletta speciale, a tre ruote, che permette di pedalare con le mani: un cambio a più rapporti permette di superare pendenze e di raggiungere elevate velocità. Le gare si svolgono per categorie a seconda della gravità dell’handicap fisico di ogni atleta. Al ciclismo, Vittorio è appassionato da quando era piccolo. Comincia ad allenarsi e a provare, per curiosità, a gareggiare: <Ho conosciuto atleti fortissimi: osservandoli in azione, ho capito che anche tra i disabili ci sono dei campioni che con un destino diverso avrebbero potuto primeggiare in qualunque tipo di sport e ho voluto subito provare ad imitarli per raggiungere i loro livelli. Pormi degli obiettivi e lavorare duro per ottenerli, cercando di evitare che diventino un’ossessione, mi ha aiutato finora ad affrontare la vita con entusiasmo, senza farmi scoraggiare dagli imprevisti>.

Vittorio ha molti amici anche al Consorzio Tassano, una cooperativa sociale della Liguria: in particolare Massimo, un giovane che lavora nella sede di Casarza Ligure e che, come lui, si muove su una carrozzina dopo un incidente. <Ci siamo conosciuti grazie ad amici comuni ed è subito nata un’ottima intesa. Lui è una persona piena di iniziative e ha in mente sempre nuove idee. Si è appassionato subito alla mia attività sportiva ed ha voluto parlarne anche ai vertici del consorzio, convinto che potesse interessarli perché molto attinente agli impegni e agli obiettivi sociali del consorzio stesso. Ho trovato entusiasmo e disponibilità a supportare la mia attività e tutti hanno creduto subito nel mio progetto sportivo per le Paralimpiadi di Pechino>. Dalla cooperativa è arrivato un contributo economico che, assieme a quello di altri sponsor, ha permesso a Vittorio di allenarsi e di arrivare ai grandi appuntamenti nelle migliori condizioni psicofisiche e atletiche. E i risultati direi che hanno premiato l’impegno di tutti.

I più letti della settimana

Mediterraneo di fraternità

La forte fede degli atei

Edicola Digitale Città Nuova - Reader Scarica l'app
Simple Share Buttons