Vittoria, il coraggio di ogni giorno

Atti vandalici nella scuola “Portella della Ginestra” di Vittoria, in Sicilia, frequenta da Alessio e Simone D’Antonio, due piccoli alunni  morti nel luglio 2019. Il senso di una scuola aperta alla città, inclusiva, che non lascia indietro nessuno
Foto Scuola "Portella della Ginestra" Vittoria

Vandali in azione nella scuola “Portella della Ginestra” di Vittoria. Potrebbe essere una notizia come tante. Una scuola di periferia, priva di sistemi di allarme e la tentazione, mai troppo sopita, di entrare e di fare razzia.

Qui, il 21 maggio, qualcuno ha forzato le finestre, è entrato, ha devastato il laboratorio linguistico, ha portato via un computer, ha appiccato il fuoco ad una finestra dell’auditorium. Non solo furto, quindi, ma anche un segnale preciso, forse un gesto di stizza o di ritorsione.

Episodi come questi, spesso, sono opera di ragazzi minorenni. L’obiettivo è rubacchiare qualcosa, spesso dei computer, le monetine della macchinetta del caffè, o poco altro. L’episodio si è verificato in pieno giorno, segno che nella scuola si può entrare senza troppi problemi, facile come tagliare il burro! Presto, però, arriveranno le telecamere e non sarà più come prima.

Stavolta, però, accade qualcosa di diverso. È il settimo episodio nell’arco di un anno. Troppo, davvero troppo! Stavolta i piccoli malviventi (ma sono davvero piccoli?) hanno agito alla vigilia della giornata del 23 maggio, anniversario della strage di Capaci. La scuola avrebbe partecipato all’iniziativa #PalermoChiamaItalia, organizzata dal Miur e dalla Fondazione Falcone.

Cabibbo
Foto Scuola “Portella della Ginestra” Vittoria

«Mentre tappezzavamo il quartiere della scuola d’immagini di Falcone e Borsellino – racconta la preside, Daniela Mercante – In pieno giorno, deturpavano l’auditorium ed il laboratorio linguistico!»

E aggiunge: «Non sono solita cedere allo sconforto. Lavoriamo dal 5 marzo, senza risparmiarci, per fornire in comodato d’uso 250 tablet e pc; abbiamo raccolto le forze e fatto rete per fornire financo la connettività.
Come tutte le scuole. Forse, un po’ di più. Abbiamo aderito alla manifestazione #palermochiamaitalia: i nostri alunni, le loro famiglie, hanno esposto dai loro balconi lenzuoli bianchi e banner con le frasi di Giovanni Falcone. In Via Marangio, nello stradale Forcone, in via Portella della Ginestra, campeggia il sorriso di Giovanni Falcone, si leggono le sue parole, ci sono i volti degli uomini della sua scorta».

I ragazzi hanno appeso le lenzuola bianche e quelli con i volti di Falcone e Borsellino ai balconi delle loro abitazioni. E hanno realizzato un video dal titolo #ilmiobalconeèunapiazza. Con uno slogan: #il coraggio di ogni giorno. Il video è stato curato dal regista e video maker Andrea Burrafato.

Daniela Mercante guida da due anni quella scuola. Ha attraversato momenti difficilissimi. L’11 luglio dello scorso un suv guidato da Rosario Greco falciò e uccise Alessio e Simone D’Antonio, due piccoli alunni della scuola. Avevano appena concluso la quinta classe della primaria e quest’anno avrebbero frequentato la media inferiore.

La scuola e tutti i ragazzi, la città intera, ne furono scossi. Il 5 dicembre è stato inaugurato il giardino della scuola, il giardino della legalità, dedicato proprio ad Alessio e Simone. I bambini se ne prendono cura piantando radicchio, fagioli ed altre verdure. “I care” è il motto della scuola.

Curare l’orto, salvaguardarlo, nel ricordo dei loro compagni che non ci sono più. Il giardino è stato inaugurato alla presenza delle autorità civili e del vescovo, Carmelo Cuttitta. Le mamme dei due bambini, Lucy e Valentina, hanno scoperto la stele, a loro dedicata. Nella scuola è stata anche realizzata una nuova recinzione, con i paletti colorati, con le forme di matita.

«Questa scuola – spiega Fabio Prelati, da 24 anni docente nella scuola – è una realtà importante nel quartiere. È una scuola inclusiva, che non lascia indietro nessuno. Lavoriamo con la dedizione di ogni giorno e i ragazzi sono maturi, pur nelle tante difficoltà».

La ministra, Lucia Azzolina, ha chiamato il commissario straordinario Filippo Dispenza e la dirigente Mercante. «Quanto accaduto a Vittoria, all’Istituto Portella della Ginestra, è un atto indegno. Cercano di intimidire la scuola, ma non ce la faranno mai. Ho sentito la dirigente Daniela Mercante le ho detto che siamo al suo fianco, che siamo con lei, con gli insegnanti, con gli studenti.

Hanno cercato di macchiare questa ricorrenza, le celebrazioni in ricordo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Ma la scuola è più forte e non ha paura. È la settima volta che questo istituto viene preso di mira. Ma si è sempre rialzato e succederà ancora, con il nostro supporto. Come Ministero abbiamo istituito un fondo per le emergenze che ci consente di intervenire in casi come questi. Lo abbiamo già fatto per episodi simili avvenuti a Palermo e Napoli. Lo Stato c’è e si fa sentire. Al fianco della scuola».

Daniela Mercante ha ringraziato la ministra. «La ministra ha avuto parole di stima e di sostegno – aggiunge – Quando ci siamo accorti di quest’atto vandalico c’erano i collaboratori scolastici, la DSGA: sono arrivati subito due poliziotti e gli operai comunali stanno già riparando i danni. Il coraggio di ogni giorno: quello delle persone perbene. Quelli che Vittoria la amano».

Una coincidenza. In queste settimane si è celebrato il processo a carico di Rosario Greco, l’uomo responsabile della morte dei due bambini e oggi, 26 maggio 2020, è arrivata la sentenza. Rosario Greco è stato condannato a 9 anni di carcere. Senza lo sconto di pena del rito abbreviato, la condanna avrebbe potuto essere di 18 anni.

Delusi i genitori, che avrebbero voluto che non si applicasse il rito abbreviato e che avevano scritto al ministro Alfonso Bonafede che, dopo l’episodio dello scorso anno, aveva parlato di una possibile modifica della legge. Alessandro e Lucy, genitori di Alessio, gridano «I ministri si sveglino, gli italiani si sveglino, non si può fare una legge così. Giorno 29 mio figlio avrebbe fatto 12 anni. Non si può accettare il rito abbreviato: da 18 è stata abbassata a 9 anni». Toni e Valentina, genitori di Simone, aggiungono: «Hanno ammazzato i nostri figli due volte». Simone avrebbe compoiuto 12 anni all’inizio di giugno.

Le vicende sono diverse, non pare esserci collegamento diretto. Ma sono tutte il sintomo di una città, Vittoria, che vive un momento difficile (è stata commissariata quasi due anni fa) e di una scuola che diventa l’emblema delle sue ferite e della sua voglia di riscatto. Di una scuola che prova a reagire.

#il coraggio di ogni giorno

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